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Lunedi sera eravamo atterrati all'aereoporto. Ero distrutta. Non avevo mai affrontato un viaggio cosi lungo e per di più dovendo rimanere quasi sempre sveglia per affrontare il jet lag "soffri ora ma poi potrai dormire bene" mi aveva detto Alessandro in aereo quando stavo per cedere. Mi aveva tenuto compagnia e avevamo chiacchierato con alcuni ragazzi parlando di tutto per ammazzare il tempo e il sonno.

Volevo solo la chiave della mia stanza per andare a fare una bella doccia calda e poi mettermi a dormire. Erano da poco passate le 8 di sera quando eravamo arrivati in albergo.

"Hey Rossini" avevo sentito Lando chiamarmi, per lui il mio cognome era impossibile da pronunciare e mi faceva sorridere ogni volta "si dice ROS SI NI" gli avevo scandito per l'ennesima volta sorridendo "come va la mano?" Mi aveva chiesto riferendosi ai fatti accaduti dopo l'ultima gara. Qualcuno gli aveva raccontato tutto ma non sapevo chi fosse stato.
"Sta bene non preoccuparti. È pronta a farti il culo" Charles si era unito a noi "avete iniziato finalmente ad andare d'accordo voi due?" Aveva chiesto lui guardando prima uno e poi l'altro "mi conviene, hai visto che cosa sa fare la ragazza" aveva risposto Charles guardandomi "la ragazza è stanca e va a letto" avevo risposto liquidando entrambi andando verso l'ascensore.

In camera avevo sistemato i bagagli e mi ero fatta una lunga doccia. Avevo cercato di fare con calma per arrivare almeno alle 10 prima di infilarmi nel letto e cadere nelle morbide braccia di Morfeo.

La mattina dopo ero come nuova. Avevo dormito parecchie ore e sentivo una nuova energia. Volevo visitare la città e insieme a Sara e a Luca eravamo usciti per colazione e per fare i turisti.
Eravamo rimasti fuori tutto il giorno e solo dopo cena eravamo tornati in albergo.
Nella hall dell'albergo avevo visto Charles che parlava con Carlos e Lando. Li avevo salutati con la mano prima di prendere l'ascensore per andare in camera a riposare.
Avevo fatto la doccia e mi ero infilata nel letto ma mi ero dovuta alzare perché qualcuno bussava alla mia porta. Ero convinta fosse Charles, ormai aveva preso quel vizio. Quando avevo aperto però avevo trovato Alessandro, il suo capo meccanico, davanti alla mia porta.

"Disturbo?" Indossavo dei pantaloncini corti e una magliettina. Mi sentivo nuda davanti al suo sguardo. Non ero brava in questioni di relazioni e flirt ma avevo capito di piacergli. Chiunque lo avrebbe capito. Mi stava mangiando con lo sguardo e non mi piaceva.
"Stavo per andare a letto. Ci sono problemi con il montaggio del motore?" speravo che se fosse li era per una questione di lavoro e non per altro "no è tutto ok e abbiamo montato già la macchina. Mi chiedevo se ti andasse di andare a fare due passi"
Merda merda e ancora merda e ora?

"Scusa Alle, ho fatto la turista tutto il giorno e ora sono cotta. Stavo per andare a letto" avevo risposto ed era vero. Non stavo mentendo. Mi facevano male le gambe per tutti i km percorsi quel giorno.
"Ah ok, niente allora. Scusa il disturbo" il suo sguardo da cane bastonato mi aveva intenerito "magari un'altra volta" gli avevo detto sorridendo ma sapevo già che non avrei comunque accettato. Non ero li per avere qualche relazione con qualcuno, a maggior ragione del team. Volevo solo pensare alla F1 e a correre.
"D'accordo!" Aveva sorriso e avevo notato che nel suo sguardo si era accesa di nuovo la speranza.
Non volevo farlo stare male ma nemmeno illuderlo. Lo avrei liquidato dicendogli la verità se si fosse presentato nuovamente alla mia porta ma per questa sera andava bene cosi.

Il giovedì le interviste erano andate come da programma e venerdi le prove libere erano state quasi del tutto inesistenti perché aveva piovuto parecchio. Odiavo guidare sotto la pioggia.
Fortunatamente sabato splendeva il sole e la pista era asciutta.
Avevamo fatto parecchi giri per provare la qualifica e l'assetto gara e alla fine sabato mi ero piazzata 3. Charles secondo e Max in pole.

Domenica la gara era andata come le ultime. Perez era riuscito a superarmi anche questa volta. Sarà colpa della sua esperienza o di qualche magia Red Bull ma non riuscivo a tenerlo dietro e anche questa volta non ero salita sul podio. Max aveva vinto anche questa. Sia io che Charles eravamo di pessimo umore quella sera e non ci eravamo scambiati grandi parole a cena.
La mattina dopo sarei dovuta partire con la squadra alla volta di Baku per la gara della domenica.
Anche questa volta doveva essere un volo corto. Solo 16 ore.
Peccato che quella mattina non avessi sentito la sveglia. Non mi era mai capitato ma quella mattina era successo.

Luca mi aveva fatto chiamare dalla recepiton per svegliarmi ma alla fine eravamo arrivati in aereoporto di corsa e il volo era partito senza di noi.

"Cazzo cazzo e ancora cazzo" aveva detto Luca davanti al tabellone degli aerei in partenza quando aveva visto che il nostro era partito da 15 minuti.
Stavamo sentendo per un altro volo. Avremmo dovuto fare 2 cambi ma la sera dopo saremmo stati a Baku. Stavo per comprare i biglietti quando il mio telefono aveva iniziato a squillare. Era Charles "che è successo? Dormito troppo?" Sapeva che avevo perso il volo "lascia perdere. Ho trovato una soluzione ma sarà il viaggio della speranza" gli avevo detto mentre passavo i documenti alla ragazza "lascia stare" la sua voce era vicina, mi ero voltata ed era dietro di me "e tu che ci fai qui? Hai perso anche tu il volo?" Si era messo a ridere "no, con alcuni ragazzi viaggiamo in jet privato. Si sta più comodi. Venite con noi. Partiamo tra mezz'ora" si era voltato e seguendolo avevo trovato anche Andrea, il suo preparatore insieme a Lando, Daniel e Pierre. Ognuno accompagnato dal suo preparatore "ci delizi della tua compagnia?" Aveva chiesto Daniel vedendomi arrivare "ho perso il volo del team" avevo detto mettendo il broncio "strano Miss Perfezione" aveva detto Charles. Quel soprannome non mi piaceva "senti Lord Perceval non sfottere" era scoppiato a ridere quando lo avevo chiamato cosi e insieme a lui tutti gli altri.
Charles aveva una sfilza di nomi ed essendo monegasco tutti lo prendevano in giro chiamandolo Lord.

Non ero mai stata su un jet privato. Ci aveva accolto il comandante insieme a due hostess. Ci eravamo sistemati e dopo qualche minuto eravamo partiti.
"È un diretto?" Avevo chiesto "si, mettiti comoda Miss Perfezione e dormi" mi aveva risposto Carlos ridendo.
Avevo seguito il consiglio e mi ero rilassata nel sedile. Dopo pranzo mi ero anche addormentata ma mi ero svegliata di soprassalto. Qualcosa non andava su quell'aereo.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora