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"Charles ci sei?" Era la terza volta che Andrea mi richiamava all'attenzione. Io volevo solo controllare se ci fossero delle notizie dall'Ucraina. Ormai ero fissato ma era l'unico modo per sapere se le era successo qualcosa.

Non avevo risposto ad Andrea e avevo provato a concentrarmi "so che è difficile e ti ammiro per la forza che hai, davvero" conoscevo Andrea da quasi dieci anni, un ragazzo simpatico e un grande amico, ma non mi elogiava mai.
Cercava di non essere mai troppo sdolcinato con me e quella volta mi aveva sorpreso "stai passando l'inferno, la donna che ami è in guerra e non hai idea di come stia e intanto stai combattendo per vincere un mondiale di F1. So che non è facile ma se ti lasciassi scappare questa opportunità te ne pentirai a vita. Mancano due gare e abbiamo finito. Stringi i denti e rimani concentrato, ora più che mai perché ti manca poco" aveva ragione.
Mi ero fermato a prendere aria, ero seduto sulla panca per i pesi "hai ragione, vai sono tutto tuo" gli avevo detto alzandomi pronto ad allenarmi seriamente.

Un'ora dopo ero di ritorno in camera. Andrea mi aveva preparato un allenamento che mi aveva permesso di sfogare la mia rabbia. Aveva capito di cosa avevo bisogno e mi aveva aiutato con lo sport. Ora mi sentivo meglio, sempre in agitazione ma meno arrabbiato.
Dopo la doccia ero andato a bussare in camera di Pierre "ti va una birra?" Gli avevo chiesto, mi era stato vicino in quei giorni e volevo ringraziarlo "arrivo" aveva detto prendendo le sue cose ed uscendo dalla camera.

Eravamo andati in un locale vicino all'albergo a piedi. L'aria era umida ma calda al ritorno "dici che piove?" Mi aveva chiesto "no, forse domani" avevo detto guardando il cielo.
Al nostro rientro avevamo trovato Carlos e Lando a giocare con la palla, facevano dei passaggi per passare il tempo. Ci eravamo uniti a loro "ah quindi birretta di coppia e noi a secco, che bravi amici" aveva detto Lando sarcastico "la prossima volta chiamo tutti cosi non si offende nessuno" avevo detto ridendo mentre scartavo Carlos per andare a segnare nella porta immaginaria. Avevo alzato le mani in segno di vittoria "sbruffone" aveva detto Carlos facendomi ridere.
La pioggia alla fine aveva interrotto il gioco costringendoci ad andare in camera a riposare.

Aveva piovuto per due giorni di fila. Avevo passato il mercoledi in albergo a giocare a carte con i soliti ragazzi perché la pioggia era cosi forte che anche uscire era impossibile. Giovedi avevo affrontato le interviste sotto l'ombrello e a fine giornata ero fradicio.

Venerdi però, un sole stupendo era spuntato sul tracciato, la pista si stava asciugando velocemente ed ero sceso con gomme da bagnato intermedio per capire la situazione.
Robert aveva insistito di scendere con le gomme da asciutto. Gli avevo consigliato le gomme da bagnato ma si ostinava a fare il contrario di quello che dicevo io e alla fine era andato a muro distruggendo la macchina. Lo avrei preso a pugni per quella sua arroganza.
Non aveva nemmeno chiesto scusa ai ragazzi che avrebbero dovuto lavorare fino a tardi per sistemare la sua auto per consentirgli di girare al sabato.

"Ha distrutto il cambio il genio" mi aveva riferito Alessandro che aveva parlato con Piero, il capo meccanico dell'altro lato box "se Giorgia sapesse come sta trattando la sua macchina lo ucciderebbe" aveva detto Alle e mi aveva fatto sorridere.

Cambiare il cambio delle marce avrebbe comportato una penalità di 5 posizioni sulla griglia. Se andava bene partiva decimo ma senza aver girato al venerdi sapevo che non sarebbe riuscito a salire molto in qualifica. Mi aspettava un'altra gara in solitaria.
Avevo bisogno di avere un alleato in pista che si mettesse tra me e Max in modo da guadagnare ogni punto possibile prima di Abu Dhabi ma con lui era impossibile.
In qualifica aveva iniziato a piovere. A Interlagos il tempo cambiava in un attimo. Alla fine non avevo voluto rischiare troppo e non avevo spinto al massimo nell'ultimo giro piazzandomi terzo dietro le Red Bull. Era più importante portare a casa la macchina della pole, inoltre il giorno dopo era previsto bel tempo e la macchina andava bene con le temperature alte quindi potevo recuperare posizioni.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora