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Venerdi mattina, come previsto, aveva piovuto. Avevamo fatto pochissimi giri in pista e avevo passato il tempo annoiandomi nel box.

Sabato finalmente un bel sole. La pista era bagnata ma nelle prove libere del mattino si era asciugata abbastanza velocemente. Avevamo fatto parecchi giri in assetto gara e qualifica ma non ero riuscita a capire dove fossi come prestazioni.
Dovevo solo aspettare le qualifiche ma il weekend non era partito come speravo.

Nel pomeriggio la pista era asciutta e c'era anche caldo.
Max era l'idolo indiscusso, se la settimana prima gli spalti erano ricorperti da una marea rossa, qui era tutto arancio e blu, come la Red Bull del campione del mondo.

Non mi ero fatta intimorire e la macchina aveva fatto il suo lavoro assicurandoci dei buoni tempi e passando senza problemi al Q3.

Charles era stato il primo per tutto il Q1 e Q2. Io ero andata bene ma Max mi aveva tolto il secondo posto.

Il Q3 era inziato e dopo il primo stint ero seconda dietro solo a Charles. Avrei dovuto fare un giro perfetto. Su questa pista la scia non era importante quindi Charles sarebbe uscito per ultimo per avere maggiore track evolution.

Alla fine Max era stato il migliore.
Aveva fatto la pole rubandola a Charles per soli 87 millesimi. Io ero terza e sapevo che battere Max il giorno dopo sarebbe stata un'impresa ardua.

Stavamo facendo il giro di rientro per andare alle interviste e avevo Charles davanti.
Improvvisamente il peggior incubo di ogni pilota.
Una fumata bianca usciva dal suo posteriore, rottura del motore.
Eravamo quasi ai box quindi era riuscito a fermare l'auto all'ingresso della pit lane.
Io avevo proseguito fino a sotto i semafori dove Max era in attesa.
Charles ci aveva raggiunti a piedi contrariato. Un'altro 0 non era contemplabile.

"Cos'è successo?" Gli avevo chiesto quando era arrivato "non lo so. Ho sentito un rumore di sassolini e poi basta. Rotto tutto"
Era abbastanza abbattuto.

Finite le interviste sotto al podio e dopo la classica foto di rito eravamo tornati al box. La macchina di Charles era già li e i suoi meccanici stavano iniziando a smontarla "Alle?" Avevo chiamato mentre posavo i guanti e il casco nel mio lato box "dimmi" avevo sentito il capo meccanico di Charles rispondere.
"Hai già aperto?" Gli avevo chiesto mentre mi sfilavo la tuta dalle spalle "no apriamo ora" mi ero messa dietro per vedere.
Appena il vano motore era stato aperto una fumata bianca e un'odore di benzina bruciata erano usciti costringendoci a tapparci bocca e naso.

"Non è un buon segno" mi aveva detto Alle "no, per niente, allora iniziamo a smontare tutto cosi lo apriamo" avevo detto.
Non ero un meccanico ma un ingegnere ma i motori erano la mia passione. Ne avevo smontati e rimontati a decine durante l'accademia.
"Tu non smonti proprio niente" la voce di Fred arrivava dalle mie spalle "ma il motore..."
"No signorina, tu sei un pilota, non un meccanico" mi aveva interrotto "vai alle interviste e poi a riposo. Qui ci pensano i ragazzi e se hanno bisogno ce Thomas".

Mi aveva sbattuta fuori. Io volevo aiutare e dare una mano.
Ero arrivata alle interviste incazzata "oh oh, qui qualcuno non è dell'umore" aveva detto Daniel vedendomi arrivare, bighellonava sempre in giro "guai in paradiso?" Aveva detto indicando con la testa Charles che era impegnato in un'intervista li vicino "no stai tranquillo" avevo risposto mentre Sara mi indicava dove andare.

Dopo le interviste avevo fatto una scappata nel box di Charles, lui era già nell'hospitality ad aspettarmi.
"Novità?" Avevo chiesto entrando, era passata più di un'ora. Dovevano aver capito qualcosa "no, non riusciamo a vedere niente. Tu vai, se ho bisogno ti chiamo" mi aveva detto Alessandro
"Si Alle chiamami a qualsiasi ora se c'è bisogno. Non può non partire domani" avevo detto riferendomi a Charles e dal suo sguardo avevo capito che era d'accordo con me.

Ero tornata in Hospitality e con Charles eravamo tornati in albergo per fare una doccia e poi cenare.
Lui era rimasto in silenzio tutto il tempo in auto. Sapevo che era preoccupato "si sistemerà, non preoccuparti" gli avevo detto e sul viso era comparso un sorriso tirato.

Stavamo cenando insieme a Pierre, Carlos, Lando e Daniel quando il cellulare di Charles aveva iniziato a squillare "pronto Alle?" Aveva risposto "si te la passo. Per te ingegniere" aveva detto Charles allungandomi il telefono "dimmi Alle" avevo risposto, sapevo che mi avrebbe chiamato solo in casi estremi.
"Gio non ci saltiamo fuori. Non riusciamo a capire e di questo passo Charles non parte domani" aveva detto e dal tono avevo capito che era abbastanza disperato "arrivo" avevo detto alzandomi e chiudendo la chiamata "dove vai?" Charles mi guardava interdetto "al box, ti aggiorno più tardi, non aspettarmi in piedi" gli avevo detto dandogli un bacio a stampo prima di uscire dal ristorante.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora