La mattina di domenica splendeva il sole nel cielo della periferia di Londra. Evento quasi unico.
Il mio umore era buono anche se sentivo una morsa alla bocca dello stomaco. Una sensazione mai provata prima. Le famose farfalle nello stomaco per il mio compagno di squadra? No non poteva essere. Mi sentivo agitata per quella sensazione. Lo avevo fatto presente a Luca che mi aveva tranquillizzata dicendo che forse era l'ansia da prima fila.
Aveva senso quindi avevo provato a concentrarmi sulle ultime cose da fare prima di salire in macchina.Dopo il via del gran premio ero riuscita a tenere la posizione evitando che Max mi sorpassasse. La temperatura dell'asfalto era poco più calda dei giorni precedenti e ciò aveva fatto scaldare le gomme in modo ottimale quindi io e Charles avevamo un buon ritmo e Verstappen era a 1.5 da me e non riusciva a ad avvicinarsi troppo.
Improvvisamente però, le gomme avevano iniziato a perdere. Max mi stava raggiungendo. Forse il caldo le aveva scaldate prima ma anche usurate più velocemente facendoci rallentare.
"Entro?" Avevo chiesto a Mattia "se entri ora dovrai fare due soste e non una. Meglio perdere una posizione ora e non 6 o 7 dopo" aveva ragione. Due pit stop erano troppi "Charles ha perso tempo ma ora la sua gomma sta tornando a fare dei buoni tempi. Resisti qualche giro tenendo Max dietro e vedrai che migliorerà" Mattia mi aveva rassicurata. Dovevo metterci del mio per non farmi sorpassare da Max.
Tra noi c'era ancora dell'astio da quella volta in cui mi aveva detto che mi ero scopata la F1 intera per essere dove ero. Tenerlo dietro in pista era una dimostrazione che ero li solo per il mio talento.La gomma non migliorava e Max era arrivato. Negli specchietti lo vedevo sempre più vicino. Era questione di tempo prima che passasse.
Fortunatamente in rettilineo ero riuscita a tenerlo dietro. Ora c'erano le curve veloci e li non si passa. O almeno così pensavo.A Copse era entrato deciso non lasciandomi spazio e la sua gomma aveva urtato la mia facendomi perdere il controllo della macchina a 300 km/h.
Non avevo capito più niente ma la macchina sembrava stesse volando. Quando ero finita a testa in giù avevo capito che mi stavo accappottando e di giri ne avevo fatti almeno 3.
Sapevo di essere al sicuro nella macchina quindi come da prassi avevo staccato le mani dal volante e le avevo messe sotto alle cosce per evitate che uscissero dalla macchina e quindi di rompermi le braccia mentre ero a testa in giù.
Pensavo che mi sarei fermata ma l'impatto mi aveva colto di sorpresa facendomi perdere il respiro per qualche secondo. Dovevo aver sbattuto contro il muretto ad una velocità molto forte.
La botta mi aveva stordita. Ero a testa in giù bloccata nella macchina e sentivo il sangue in testa.
Check mentale e mi ero resa conto di non avere particolari dolori se non la botta appena presa.Avevo aperto la radio per comunicare che stavo bene ma non funzionava. Merda.
Dovevo liberarmi a uscire da la dentro. Mi sentivo mancare l'aria e poi sentivo odore di benzina. Non volevo andare a fuoco.
Avevo iniziato a pensare a che mossa fare prima. Se avessi sganciato le cinture mi sarei staccata dal sedile della macchina e con il collo avrei dovuto sorreggere il peso del corpo rischiando di farmi male. Non era il caso. Avevo staccato il volante poi la protezione grande intorno al collo. Sentivo che mi chiamavano i commissari ma anche se rispondevo o mostravo il pollice in su come a dire che stavo bene non mi vedevano. Era inutile. Chissà in che posizione ero finita per non essere aiutata o vista.
Alla fine avevo messo una mano per terra e con l'altra avevo staccato le cinture cadendo di peso sul mio braccio ma mi ero preparata. Ora dovevo scivolare fuori con il resto del corpo. Fortunatamente uno stuart mi aveva visto e mi aveva afferrato per le braccia tirandomi lentamente.
Ero fuori stesa per terra. Stavo bene.La macchina era a testa in giù tra le barriere e la rete. La macchina si era incastrata cosi. Sicuro era stata esposta bandiera rossa.
Volevo alzarmi ma i paramedici mi avevano bloccato. Mi stavano mettendo sulla barella spinale. Io volevo togliere il casco per respirare aria fresca ma non potevo a detta loro. Dovevo aspettare di sapere se la mia schiena era a posto "e quindi ora dove andiamo?" Avevo chisto la paramedico alla mia destra "in ospedale, hai fatto un botto enorme" mi aveva detto.
Cazzo avrei dovuto alzare il braccio prima di salire in ambulanza per far capire a tutti che stavo bene. Già me la immaginavo mia mamma in una valle di lacrime senza sapere come stesse sua figlia.
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Forever you - Charles Leclerc
RomanceUna storia d'amore e passione. Charles pilota di F1, lei ingegnere e molto altro, costretta a nascondere il segreto più grande. Tutti i diritti sono riservati. La storia è frutto di immaginazione.