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La mattina dopo avevo sistemato i miei bagagli prima della partenza. Sarei partita con un volo di linea direttamente dall'Ungheria con direzione Marocco. Charles sarebbe partito poco prima di me e ci saremmo trovati in aereoporto per andare nel nostro albergo.
"Sei sicura che non vuoi che partiamo insieme?" Mi aveva chiesto per l'ennesima volta prima di prendere il taxi per l'aeroporto "no, partiamo separati così nessuno penserà male" avevo risposto ma sapevo che non era d'accordo che prendessi un aereo da sola in mezzo a tante persone che potevano chiedermi foto e autografi "sono in grado di difendermi" gli avevo detto rassicurandolo.
Di mala voglia aveva chiuso lo sportello del taxi comunicando al tassista di partire.

Il mio volo si era svolto senza grandi intoppi. Qualcuno mi aveva chiesto delle foto in aereoporto ma in aereo non ero stata disturbata e mi ero anche addormentata.
Mi ero svegliata in tempo per l'atterraggio.
Una volta scesa dall'aereo quel caldo mi aveva investita. Ci saranno stati 40 gradi.
Mentre aspettavo la valigia mi ero legata i capelli in una coda ma stavo sudando.
All'uscita dell'aereoporto avevo visto un uomo che reggeva un foglio con scritto il mio nome. Mi ero avvicinata e lo avevo seguito fino all'auto blu scuro su cui era seduto Charles "madonna ma che caldo fa?" Gli avevo detto sedendomi accanto a lui "ciao anche a te" mi aveva detto posando un leggero bacio sulle mie labbra.
Volevo di più. Sentivo il bisogno di averlo tutto per me. Aver passato tutti quei giorni come se fossimo stati estranei mi aveva turbata. Mi ero sembrato di tornare indietro e non mi era piaciuto. Il mio sguardo doveva essere cambiato "tutto ok? Sembri triste" Charles se ne era accorto e si stava preoccupando.
Non era l'ideale per il primo giorno di vacanza "sto bene, mi sei mancato e basta" avevo ammesso e il sorriso era tornato sul suo volto.

L'auto era partita dopo aver caricato i miei bagagli e dopo circa 20 minuti eravamo arrivati a destinazione "ma non è un albergo" si era occupato di prenotare tutto Charles ma avevo capito fossimo in un resort. Non che mi dispiacesse stare in una casa da soli in realtà senza il rischio di incontrare qualche fan che poteva riconoscerci.
"No ho affittato questa casa per evitare di incontrare fan" aveva pensato a tutto "si molto meglio direi".

Mentre l'autista scaricava i bagagli nel vialetto accanto alla casa che nei prossimi giorni ci avrebbe ospitato io ero già partita in perlustrazione. Era una casa tutta bianca e moderna con una cancellata grigia. Non sembrava essere molto particolare ma a me andava bene cosi.
"Bounjour" la voce di una donna aveva richiamato l'attenzione. Io e Charles avevamo risposto presentandoci. Era colei che si occupava della casa. Ci aveva fatto entrare e ci stava spiegando tutto. Il mio sguardo era stato rapito da quello che vedevo dietro la donna.

Oltre il magnifico open space della sala e cucina, tutto sui toni del bianco e tortora, un'enorme vetrata faceva da sfondo mostrando una piscina immersa nel verde del giardino e per ultimo il mare. Avevo capito perché Charles avesse scelto quel posto.

La voce di Claire mi aveva riportato al presente "è tutto chiaro?" aveva chiesto e avevo annuito ma in realtà non avevo sentito una parola.
L'avevamo salutata prima di rimanere soli "è stupenda Charles" avevo detto ed era vero.
Il sole stava tramontando colorando la casa di arancio, rosa e viola. Non mi importava dei bagagli.
Ero uscita dalla vetrata e mi ero seduta sui divanetti sotto il portico per ammirare quella meraviglia. Charles mi aveva seguito "adoro quando ti perdi cosi" mi aveva detto venendosi a sedere vicino a me per poi prendermi in braccio.
Ci eravamo scambiati un bacio, era tutto il giorno che non lo baciavo, più giorni in realtà e mi era mancato terribilmente.
Il bacio, da veloce e fugace, era diventato passionale e lento. Avevo affondato le mani nei suoi capelli e mi ero messa a cavalcioni su di lui "mi fai impazzire" mi aveva detto all'orecchio ma lo sapevo già.

La sua erezione si stava sfregando contro di me, avevo la gonna quindi potevo sentirlo bene contro la mutante. Dio quanto lo volevo. Avevo bisogno di lui in quel momento. Mi ero alzata allungandogli la mano per farmi seguire e a tentativi ero riuscita a trovare la camera da letto padronale. Mi ero diretta al bagno in camera e avevo aperto l'acqua della doccia. Mi sentivo sporca e sudaticcia e non volevo che lui mi sentisse cosi quindi avevo pensato che avremmo potuto unire l'utile al dilettevole.
Con i suoi occhi addosso avevo iniziato a spogliarmi. Prima la maglietta e poi la gonna. Ero in intimo. Charles mi aveva imitato rimanendo solo in boxer. I nostri occhi erano incollati. Non ci importava dei nostri corpi quasi nudi. Quelli li conoscevamo bene ormai. Erano le nostre emozioni che stavano cambiando ed entrambi ce ne rendevano conto.

Si era avvicinato a me baciandomi con passione. Mi aveva tolto il reggiseno e le mutande e io avevo tolto i suoi boxer ma prima di alzarmi avevo leccato la punta della sua erezione per qualche istante. Quando eravamo tornati occhi negli occhi il suo sguardo era cambiato.
Puro desiderio "ti voglio come non ho mai desiderato nessun'altro" quelle parole mi avevano fatto venire le gambe molli.
Mi aveva spinta in doccia e dopo esserci bagnati senza mai staccare le nostre labbra mi aveva appoggiato contro le mattonelle. Aveva iniziato a baciarmi il collo, il seno torturando un capezzolo, poi aveva continuato fino ad arrivare al mio punto preferito. Avevo allargato leggermente le gambe e lui aveva iniziato a leccarmi. Non era la prima volta che lo faceva ma in quella posizione si. Mi aveva fatto alzare una gamba sulla sua spalla e continuava senza mollare un attimo "Charles" avevo detto il suo nome in un sussulto, ero vicina all'orgasmo e lui lo sapeva perché aveva accellerato il ritmo facendomi urlare di piacere.
I suoi occhi erano tornati con i miei appena si era alzato.
Avevo il fiatone e lui un sorriso divertito "sei sempre cosi buona" aveva detto riferendosi al mio sapore e poi mi aveva baciata "ti voglio dentro ora" gli avevo ordinato e lui aveva obbedito senza protestare.
Mi aveva presa in braccio mettendomi sempre contro le mattonelle della doccia e aveva affondato la sua erezione dentro di me. Che sensazione divina. I nostri corpi erano un puzzle e noi ci incastravamo perfettamente.
Più aumentava con il ritmo più ero vicina al secondo orgasmo "mi sei mancata cosi tanto, sei tutto per me"
A quelle parole sussurrate all'orecchio ero esplosa in un orgasmo potentissimo e avevo urlato il suo nome. Tutto mi era chiaro, ero innamorata di lui e quelle emozioni cosi forti mi facevano paura. Una lacrima era scesa. Anche lui aveva raggiunto il suo orgasmo e aveva la testa tra il mio collo e la spalla. Non poteva vedermi negli occhi. Stavo piangendo ma non era un pianto triste ma un pianto di consapevolezza. Avevo capito di amarlo e non ero riuscita a fermare le lacrime.

I suoi occhi avevano trovato i miei e il suo sguardo era cambiato appena aveva capito che stavo piangendo. Era uscito subito da me e mi aveva posato a terra mettendomi le mani sul volto "ti ho fatto male? Ho fatto qualcosa di sbagliato?" Era preoccupato ma non aveva motivo di esserlo. Continuavo a fare no con la testa e lo baciavo "non sono triste, è un pianto di gioia" gli avevo detto mentre lo abbracciavo e baciavo "sei sicura?" Mi aveva chiesto ancora preoccupato "si, sono felice" gli avevo detto convinta guardandolo negli occhi e lui si era visibilmente rilassato.

Finita la doccia avevo parecchia fame. Erano le 9 passate "io ho fame" gli avevo detto mentre ci vestivamo "anche io" aveva detto facendo l'occhiolino come a intendere che avesse ancora fame di me "quello dopo, ora voglio del cibo commestibile" avevo risposto senza dargli troppa retta "andiamo in cucina, la signora ci ha preparato il cous cous" aveva risposto lui come se nulla fosse "ah si? Che signora? Quella di prima?" Era scoppiato a ridere "non hai ascoltato vero?"
Dovevo ammettere la verità "no, non ho sentito una parola" avevo detto ridendo "tutti i giorni viene una signora dalle 11 fino a dopo pranzo, sistema casa e ci prepara il cibo e poi sistema la cucina e poi torna di nuovo verso le 18.30 per preparare la cena, se non abbiamo bisogno basta mandare un messaggio con scritto no e se vogliamo una cena o un pranzo diverso glielo dobbiamo dire prima cosi si organizza con gli ingredienti" caspita che organizzione, ero stupita "ok secchione, andiamo a mangiare allora" gli avevo detto riferendomi al fatto che aveva ascoltato tutto. Si era messo a ridere e mi aveva seguito pizzicandomi il sedere.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora