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"Buongiorno ubriacona" Charles mi stava provando a svegliare da almeno 10 minuti "altri cinque minuti" gli avevo detto infilando la testa sotto al cuscino "no, perdiamo l'aereo"
"Perché tu non stai ancora dormendo e non hai mal di testa?" Lo guardavo con un occhio chiuso e uno aperto, aveva bevuto parecchio anche lui "io mi sono fermato prima, dovevo tenere d'occhio troppi uomini che volevano rubarmi la ragazza con lo spendido vestito blu" aveva detto iniziando a farmi il solletico "dai lasciami stare, e comunque so divendermi da sola" avevo fatto una smorfia "lo so ma mi piace farti da principe" aveva detto abbozzando un sorriso e allora gli avevo dato un bacio "grazie Charles" avevo continuato "so che non è stata una bella giornata per te ieri ma hai comunque festeggiato con me" mi aveva baciato "non penso che vincerò il mondiale" aveva detto con gli occhi tristi, era sotto di 20 punti da Max e mancavano solo 5 gare alla fine della stagione. Era difficile ma se le avesse vinte tutte avrebbe vinto il campionato "non dire cosi! Ci sono ancora tante gare e i punti di distacco non sono tanti, puoi farcela" si era spostato ed era steso di fianco a me a guardare il soffitto "la vedo dura" era di cattivo umore e sapevo che oggi sarebbe stata una giornata cosi. Potevo rimanergli vicino come aveva fatto lui con me ma sapevo che non avrebbe cambiato la situazione.

Avevamo preparato le valigie quasi in silenzio, provavo a farlo ridere di tanto in tanto ma il suo umore era nero. Sorrideva costretto ma lo sguardo era spento.
In aereo aveva dormito e nel tragitto aereoporto-albergo era rimasto in silenzio ma la sua mano teneva sempre la mia, non l'aveva mai mollata. Volevo aiutarlo a credere in se stesso. Non aveva avuto colpe domenica. Max lo aveva buttato fuori pista e non aveva fatto punti ma il mondiale era ancora aperto.

Quella notte non facemmo l'amore. Capitava raramente e per la prima volta che avevamo la nostra camera matrimoniale senza doverci nascondere non era successo. Che si fosse già pentito di essere uscito allo scoperto con me? Forse il rischio di essere scoperti lo aveva attratto più di me? Stava dormendo e mi aveva messo una mano intorno ai fianchi.
Cosa stavo pensando? Charles mi amava, era solo abbattuto per la gara del giorno prima. Adorava Monza e sognava di vincere li e in più non aver fatto punti lo aveva demoralizzato. Era solo quello il problema.

Respirava lentamente quindi sapevo che stava dormendo pesantemente.
Facendo piano mi ero alzata dal letto e avevo preso il mio portatile e gli auricolari e avevo iniziato a studiare il tracciato olandese, casa di Max.
Dovevo dare il 100% in più del solito quel weekend, se Charles avesse vinto e io fossi arrivata seconda davanti a Max avremmo ridotto il distacco dei punti e Charles avrebbe potuto sognare il mondiale e tornare a credere in se stesso.
Inoltre, avere il duo Ferrari davanti a se a casa sua avrebbe fatto infuriare Max e questo mi faceva impazzire ancora di più.

Martedi Charles avevo lo stesso umore del giorno prima. Era andato a correre con Andrea quel pomeriggio e io ero rimasta in palestra ad allenarmi. Pensavo a cosa poter fare quella sera per tirarlo su di morale ma non avevo grandi idee.
Poi l'illuminazione. Pierre era entrato in palestra e mi aveva salutato.
Avrei chiesto aiuto a lui una volta finito l'allenamento.

"Pierre ti disturbo?" mi ero avvicinata piano mentre eseguiva dei sollevamenti.
Si era messo a sedere e aveva tolto le cuffie "dimmi tutto" aveva detto bevendo poi dalla sua borraccia "Charles è giù di morale" avevo detto senza fare giri di parole "si ho visto anche io" aveva risposto Pierre, conosceva Charles da sempre, le loro famiglie erano amiche ed erano cresciuti insieme con la stessa passione "cosa posso fare? Se gli chiedo di fare un giro in città mi dice di no. Credo che incosciamente sia arrabbiato anche con me. Ho vinto io a Monza e lui lo sognava da tanto di poter ripetere il 2019"
"Non dirlo neanche, ti adora. Non potrebbe mai prendersela con te perché hai vinto. Era cosi fiero di te durante il podio" aveva detto Pierre tranquillizzandomi.
"E se organizzassi una serata tra ragazzi? Andate a cena e poi a divertirvi, magari lo dici anche a Daniel, ad Alex e a Lando" ci stava pensando "ci starebbe. È parecchio che non ci divertiamo" avevo sorriso.
"Grazie Pierre. Hai bisogno che ti cerchi un locale?" Avevo chiesto prima di liquidarmi "no ci penso io, tu tieni solo la suoneria stanotte perché cosi se ho bisogno ti chiamo" aveva detto e avevo annuito.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora