49 - Charles

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Dalla settimana del Gp di Montecarlo non parlavo più con Giorgia. Erano passati circa due mesi. Sentivo la sua mancanza ma l'avevo trattata troppo male per chiederle scusa come se niente fosse. Inoltre la mia testardaggine e il mio orgoglio erano ben noti ai miei amici.

E poi ero convinto che lei avesse sbagliato. Non perché aveva iniziato a frequentare il mio capo meccanico, ma perché non me lo aveva detto e aveva negato per ben due volte guardandomi in faccia. Credevo che fossimo amici.
Sapevo di non avere il diritto di farmi gli affari suoi ma non riuscivo a non pensare a lei con Alessandro. Magari a letto insieme dopo una gara e questo mi faceva infuriare.

Avevo già ammesso a me stesso che mi attraeva fisicamente. Era bellissima ed ero sicuro che ogni uomo che avesse avuto la fortuna di vederla avesse pensato la stessa cosa. E poi con lei ero me stesso. Avevamo riso e scherzato fino alle lacrime. Sapevo che non aveva secondi fini con me come molte altre ragazze invece, e quindi mi ero lasciato andare e facendomi vedere per il ragazzo che ero veramente e avevo provato qualcosa.
Il desiderio di stare sempre con lei era diventato quasi esigenza.

E poi era tutto finito. Non ricordavo quasi più il suono della sua risata e questo mi faceva male. Avrei potuto tornare ad esserle amico se avessi voluto ma non ero sicuro di riuscire a sopportare di vederla con qualcun'altro.
Durante i weekend di gara eravamo passati dal ballare nel box a scambiarci sguardi di fuoco e tutto il team se ne era accorto. Eravamo entrambi molto nervosi.

La cosa che avevo odiato di più era stato il podio a Montecarlo. Ero riuscito a vincere quella gara ma non aver potuto condividere la gioia con lei mi aveva reso triste. Avrei voluto che cantasse l'inno italiano a squarcia gola come faceva sempre ma quella volta si era limitata a sussurrarlo e poi era andata subito via e non l'avevo vista fino al Canada e anche qui nessuna parola.
Aveva passato tutta la serata dopo la gara a parlare con Russel. Che avevano da dirsi quei due? Mi infastidiva.
E poi eravamo partita per Miami senza degnarci di uno sguardo.

Dal suo account istagram sapevo che aveva fatto tappa a New York.
Io ero a Maranello e lei dall'altra parte del mondo. Il simulatore senza lei non era la stessa cosa.

"Charles ma è tutto ok?" Alessandro mi aveva chiesto più volte se fosse tutto ok e lo avevo sempre liquidato perché non volevo dirgli che la causa del mio malessere erano lui e la sua ragazza.
Però dovevo sapere "si certo, prendiamo un caffè?" gli avevo proposto cosi avrei potuto scoprire qualcosa. Come due amici che fanno chiacchiere da bar.

Nella caffetteria dell'azienda non c'era quasi nessuno. Avevamo ordinato due caffè e ci eravamo seduti a parlare della gara che ci sarebbe stata la domenica successiva.
"Come va con Giorgia?" gli avevo chiesto cambiando discorso. Non riuscivo più a trattenermi.
"Con Giorgia? E chi la sente?" aveva risposto lui sorpreso dalla mia domanda. Possibile che volessero tenere tutto segreto? Dovevo sapere.
"Si, non state insieme?" avevo chiesto facendo il finto tonto.
"no Charles. Sinceramente? Magari. Ci ho provato più volte ma mi ha sempre detto di no" aveva risposto abbassando lo sguardo sul caffè che intanto ci avevano servito.

"Ma come? Ti ho visto andare in camera sua e poi pranzare anche insieme da soli" avevo continuato.
Volevo delle risposte. Il tempo dei se e dei ma era finito. Non riuscivo più a sopportarmi nemmeno io in quello stato di perenne nervosismo.

"Si sono andato in camera sua, ma per chiederle se tra voi ci fosse qualcosa perché le ho spiegato che ero interessato ma se c'era qualcosa tra di voi mi sarei fatto da parte" aveva detto e dallo sguardo avevo capito che era sincero "e poi ho pranzato con lei a Imola perché si era seduta da sola, solo dopo ho capito che si era seduta in quel punto perché stava aspettando qualcuno. O almeno ci sperava. Ogni volta che le porte del ristorante si aprivano controllava chi fosse"

A quelle parole mi ero convinto di quanto coglione ero stato.
Già avevo il dubbio. Ora anche la conferma.
Lei aveva sempre negato perché non c'era niente con Alessandro ma io non l'avevo mai lasciata parlare e le avevo dato anche della troia e invece lei il giorno dopo quel quasi bacio mi aspettava per pranzare insieme.
Forse anche lei ricambiava quello che sentivo io?
Dalla faccia di Alessandro avevo capito "credo che anche lei provi quello che provi tu. Devi dirglielo ma mi raccomando ragazzi non fate stronzate. Soprattutto per lei. La cacciano in un attimo se fate i coglioni" aveva detto lui.

A quelle parole il sorriso mi era tornato.
Ora dovevo solo farmi perdonare ma ci avrei messo il tempo che ci sarebbe voluto e poi le avrei confessato i miei sentimenti.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora