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Finalmente il mio appartamento a Montecarlo era pronto. Avevo caricato la macchina dell'impossibile. Almeno tutte le cose indispensabili ed ero partita da Maranello.
Avevo passato il mercoledi e giovedi a sistemare scatole e scatoloni.
"Hei bella mora" Marta era venuta a vedere come fossi messa "vieni" avevo la porta di casa socchiusa perché continuavo a fare avanti e indietro per appoggiare le scatole da buttare sul pianerottolo.
"Dai sei messa bene devo dire" mi aveva detto Marta facendo un giro "si mancano le ultime cose e ho finito" le avevo detto e lei aveva tirato fuori una bottiglia di vino dalla borsa "allora bisogna festeggiare" aveva detto "e poi abbiamo da festeggiare anche il primo podio". Quella ragazza era incredibile.
"Vorrei tanto bere ma domani ho gli esami del sangue periodici e non posso andare ubriaca" le avevo risposto "ma se vuoi bevi tu poi ti porto a casa" le avevo detto e lei aveva accettato. Mi aveva tenuto compagnia e dopo cena l'avevo accompagnata a casa con la sua macchina e avevo fatto una passeggiata per tornare a casa. Abitavamo a 15 minuti a piedi una dall'altra e il quartiere era tranquillo.

Intorno alle 11 della mattina dopo mi squillava il cellulare "hai fatto gli esami?" Marta con una voce meno squillante del solito "si li ho fatti, tu come stai?" Le avevo chiesto dato che la sera prima aveva bevuto parecchio "non urlare" mi aveva risposto "non sto urlando" le avevo risposto ma sapevo che aveva mal di testa da post sbronza.
"Riderai meno domani, stasera tocca a te. Ti ho organizzato una festa che non potrai dimenticare" mi aveva detto "come scusa? Che festa? Con chi?" Non volevo festeggiare. A maggior ragione dopo che le ultime volte che avevo bevuto non era andata a finire benissimo.
"Al Jimmy's stasera abbiamo il solito tavolo. Sempre la stessa gente. Ce anche Charles" mi aveva detto enfatizzando l'ultima parola "Marta grazie del disturbo ma non dovevi. Loro sono i tuoi amici non i miei. E poi non devo festeggiare. Ho già festeggiato a Baku" avevo sentito silenzio dall'altra parte
"ma io.. io volevo fare una cosa carina per te. Ti sei trasferita in una città nuova senza avere degli amici e volevo che passassi una serata tutti insieme cosi da conoscerli meglio"
Il suo tono di voce mi aveva spezzato il cuore. L'avevo delusa e odiavo deludere le persone "d'accordo" le avevo detto sospirando.
"Sapevo che ti avrei intenerita. Fai la dura ma sei di burro sotto sotto" aveva detto Marta con il suo solito tono. Mi aveva presa in giro "sono da te verso le 9 cosi ci prepariamo insieme, stasera è white dress code" mi aveva detto e prima che potessi replicare aveva chiuso. Le avevo mandato un messaggio "QUESTA ME LA PAGHI" avevo scritto e in tutta risposta mi aveva mandato l'emoji del bacino.

Alle nove quella sera era da me. Ci eravamo preparate chiacchierando degli scoop della città. Non conoscevo nessuno delle persone che aveva citato ma a lei faceva piacere comunque raccontarmi. Era arrivato il momento di scegliere il vestito. Io non avevo vestiti bianchi quindi avevo pensato di mettere altro.
"Il dress code è bianco, non puoi mettere un altro colore" mi aveva detto Marta "mi arrestano?" Le avevo risposto sarcastica "no, non ti lasciano entrare" mi aveva risposto "ma che peccato" avevo risposto sempre in tono sarcastico beccandomi un'occhiataccia da parte sua.
"Guarda guarda. Non ho niente di bianco e questo cos'è?" Aveva detto Marta prendendo un vestito dal mio armadio. Mi ricodavo bene di quel vestito. Lo avevo messo via il giorno prima. Aveva ancora l'etichetta "no scordatelo" le avevo detto "perché? È stupendo" Aveva continuato guardandolo "mettilo tu se vuoi, non fa per me, l'ho comprato per sbaglio"
"Se potessi mettere un abito cosi lo indosserei ma non mi starebbe bene, provalo per favore" la odiavo quando mi faceva gli occhi dolci e provava a convincermi.
Avevo provato l'abito e mi piaceva. Mi stava bene ma lo vedevo esagerato. Era attillato e lungo poco sotto al sedere. La schiena tutta scollata. Non potevo indossare il reggiseno ma fortunatamente era dotato delle coppe "sei una dea" aveva detto Marta guardandomi "è eccessivo, non è adatto. Non mi sentirei a mio agio" avevo risposto sinceramente.
Marta aveva pescato un giacchino da mettere sopra "cosi? Ti sentiresti meglio?" guardandomi allo specchio avevo notato che stava bene "si cosi può andare ma non lo toglierò per nulla al mondo" le avevo detto seria "d'accordo" mi aveva risposto lei.

Riccardo, il suo fidanzato, era passato a prenderci intorno a mezzanotte "ciao ragazze" aveva detto appena salite in macchina e aveva posato un leggero bacio sulla guancia di Marta "Gio congratulazioni per il tuo primo podio" mi aveva detto sorridendomi "grazie" avevo risposto imbarazzata.

All'arrivo in discoteca avevamo passato la fila entrando dall'ingresso sul retro.
Avevamo raggiunto il tavolo a cui erano già presenti alcuni dei ragazzi.
Avevo riconosciuto Joris, Victor, Hugo e ovviamente Charles. Ci eravamo salutati ma avevo notato freddezza nei miei confronti da parte di Charles.
Cosa gli prendeva? Avevo anche provato a chiedergli se era tutto ok ma mi aveva liquidato velocemente. Non aveva voglia di parlare con me.
Dopo il primo giro di cocktail avevo iniziato a sentire caldo "toglilo" mi aveva detto Marta riferendosi al giacchino "no" le avevo risposto guardandola male "ok ok, era solo una proposta" aveva risposto lei alzando le mani in sua difesa.

Avevamo continuato a bere e dopo il terzo cocktail avevo veramente caldo e alla fine avevo tolto il giacchino. Se fossi stata sobria di sicuro non lo avrei fatto.
Avevo notato lo sguardo di Hugo quando lo avevo tolto. Mi stava squadrando e si mordeva il labbro. Ero ubriaca per pensare lucidamente.
Avevo incrociato lo sguardo di Charles. Era incazzato con qualcuno ed ero andata verso di lui "ma che hai?" gli avevo chiesto ma si era spostato indietro "si può sapere che ti prende? È una settimana che sei sparito, sei partito dopo Baku senza neanche salutare. Pensavo stessimo diventando amici" avevo sputato fuori tutto perché ero ubriaca altrimenti non avrei mai detto nulla. Il suo sguardo era tornato su di me e avevo riconosciuto la rabbia "che cosa ho? Che coraggio! E meno male che stavamo diventando amici. Cosi amici che ti scopi il mio capo meccanico senza neanche dirmelo!"
Ero a bocca aperta. Io e Alle? Ma se lo avevo liquidato? Che si fosse inventato tutto Alessandro per fare il gradasso? Lo avrei ucciso con le mie stesse mani.

"Ma di cosa stai parlando? Tra me e Alle non ce niente altrimenti te lo avrei detto" avevo risposto sinceramente.
"Che bugiarda che sei. E mi guardi anche in faccia, sei proprio stata addestrata bene" aveva detto riferendosi all'Accademia Militare. Stava per andarsene ma lo avevo fermato per un braccio "Charles" avevo solo detto ma si era voltato di scatto avvicinandosi al mio viso come non aveva mai fatto prima "l'ho visto venire in camera tua domenica sera, non negare" aveva detto liberandosi dalla mia presa e sparendo tra la folla.
È vero. Aveva visto il giusto ma non era successo niente e se mi avesse dato modo glielo avrei spiegato.
Ma poi perché gli interessava? Prendersela cosi tanto per cosa? Se anche fosse stato vero che male c'era? Non eravamo fidanzati e non poteva prendersela con me.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora