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La settimana del gp d'Ungheria era arrivata. Dopo quel gran premio ci sarebbe stato un mese di stop per poi tornare a fine agosto con un calendario di gare intense con spostamenti da un continente all'altro.

Avevamo organizzato le ferie, volevamo un posto tranquillo in cui nessuno sapeva chi fossimo e dove saremmo potuti essere semplicemente una coppia senza nasconderci come eravamo costretti a fare qui.
Saremmo partiti per il Marocco dove avremmo trascorso una settimana e poi avremmo passato una settimana sullo yacht di Charles con qualche amico.
Non vedevo l'ora di partire ma prima avevamo una gara.

Ero partita martedì mattina con la squadra e Charles mi aveva raggiunto nel pomeriggio con gli altri ragazzi. Non dovevamo farci scoprire da nessuno. Non sapevamo come l'avrebbe presa Fred e la dirigenza Ferrari. Il discorso non era mai saltato fuori. Sapevo che Fred aveva notato un nostro avvicinamento ma che pensava fossimo solo amici.
Alessandro, il capo meccanico di Charles, dopo aver definitivamente gettato la spugna con me si era alleato. Sapeva che tra me e Charles era nato qualcosa la sera dell'incidente e non eravamo riusciti a convincerlo del contrario.
Lui e Charles avevano parlato e avevano chiarito la situazione "al cuore non si comanda" gli aveva detto Alessandro rassicurandolo che tra loro fosse tutto a posto.
Era diventato un pò la nostra spia. Aveva parlato con Fred e gli era sembrato tutto normale quindi potevamo stare tranquilli.

"Settimana di castità" avevo detto a Charles mentre mi rivestivo dopo la sveltina di mercoledì sera "eh? Cosa scusa?" Aveva risposto con gli occhi preoccupati "si, per evitare di farci scoprire" avevo risposto convinta "no, tu sei pazza. Non puoi mettermi un freno ora che sono nel pieno della mia attività" ero scoppiata a ridere perché stava muovendo il bacino in modo buffo "ma stai zitto va la! Meglio stare lontani qualche giorno per poi trovarci in Marocco, l'attesa aumenta il desiderio" gli avevo detto con voce sexy e facendo l'occhiolino.
"Questa non è attesa, è tortura!" Non era d'accordo come immaginavo "lo so, anche per me non è piacevole però pensa a quando dovrai sgattaiolare fuori da questa stanza come un ladro per evitare di essere visto. Meglio non correre rischi" era veramente il mio pensiero "si lo so però sono 5 giorni prima di partire, non sono mai stato cosi tanto senza toccarti"
"Allora per ogni giorno che starai senza toccarmi riceverai qualcosa da me" lo avevo incuriosito "tipo che cosa?" Il suo sguardo era diventato giocoso e sexy "non lo so ma non rimarrai deluso".

Lo avevo convinto "vedremo" mi aveva detto prima di darmi un lungo bacio e una pacca sul culo per poi uscire come un ladro dalla mia stanza per non essere visto.
Il gioco si faceva interessante ma che mi sarei inventata per 5 giorni? Dovevo pensare a qualcosa.

Il giovedi lo avevo fregato. Era seduto al tavolo con gli ingegneri dopo le interviste. Lo avevo di fronte ed era assorto da quello che gli ingegneri dicevano.
Era il momento giusto. Gli avevo inviato una mia foto osé che avevo fatto quella mattina. Non mi si vedeva in viso ma lui sapeva bene come era fatto il mio corpo. Ne aveva assaggiato ogni centimetro.
Lo avevo visto prendere il telefono e guardare lo schermo per poi nasconderlo subito. Si era tolto il cappellino e gli occhiali e si stava passando entrambe le mani nei capelli. Non mi aveva ancora visto ma io mi ero goduta la scena.
Poi il suo sguardo aveva incontrato il mio e aveva sorriso.
Aveva preso il telefono
"non avevo capito che volevi giocare sporco" mi aveva scritto
"io non gioco sporco" avevo risposto
"dillo al mio amico sotto al tavolo che è diventato di marmo e ora devo stare qui seduto finché non passa" ero scoppiata a ridere.
Aveva un'erezione mentre era al tavolo degli ingegneri e non poteva alzarsi. Gli avevo mandato un bacio e me ne ero andata fiera della mia prima mossa.

Venerdi dopo le prime prove libere ero soddisfatta del risultato e dei giri che avevo fatto. Per quel giorno non avevo ancora pensato a niente ed ero già in crisi. Avevo finito le idee dopo un solo giorno? Dovevo inventarmi qualcosa.

L'idea era arrivata prima di andare a pranzo.
Erano tutti seduti in attesa che il pranzo venisse servito e mi ero allontanata con la scusa di andare in bagno.
Ero scappata nello stanzino di Charles.
La tuta che aveva indossato poco prima era appoggiata su una sedia insieme a tutto il resto. Mi ero spogliata alla velocità della luce e avevo messo il mio perizoma in una manica della tuta e mi ero rivestita.
Indossavo i pantaloni senza le mutande. Mi sentivo come se tutti lo sapessero.

Non essendo preparata non avevo altre mutande con me in pista quindi mi ero messa la tuta per correre senza mutande.

Ero al box quando Charles era arrivato con la faccia arrossata. Mi aveva guardato peccaminoso e mi aveva guardato proprio li e poi era risalito con lo sguardo fino ai miei occhi. Avevo mimato di no con la testa e lui aveva chiuso gli occhi come se provasse dolore.
"Ti prego dimmi che non stai per salire in macchina senza mutande" mi aveva scritto dall'altro lato del box. Potevamo guardarci in faccia.
"Non ne avevo altre con me" avevo risposto semplicemente e lo avevo visto fare un respiro profondo come a ricordarsi dove fosse
"Ti giuro che sto facendo fatica a trattenermi dal venire li a scoparti. Penserò a te senza mutande in macchina tutto il tempo"
Stava tirando fuori la sua parte animale e mi piaceva. A letto era sempre molto vorace e mi piaceva che fosse cosi ma fuori dal letto era sempre molto educato e rispettoso e vederlo cosi mi eccitava da morire.
"Sono bagnata" gli avevo scritto e il suo sguardo aveva incrociato il mio. Non ero più sicura di aver avuto una buona idea, non pensavo di resistere.

Quella sera a cena ci mangiavamo con gli occhi "calmi voi due" mi aveva detto Luca "se continuate a guardarvi cosi tutti capiranno quello che ce tra voi".
Aveva ragione e infatti, a fatica, avevamo provato a calmarci.
Dopo cena ero andata a prendere un pò di aria, mi ero seduta sui gradini dell'hotel e avevo parlato con mia mamma al telefono.

Dopo aver chiuso la chiamata mi stavo rilassando, non c'era nessuno "disturbo?" La voce di Russel "ciao George" avevo risposto senza girarmi, si era seduto sul gradino accanto a me "si sta bene stasera" aveva detto, sapevo che Charles era dentro e che vedeva la scena. Mi aveva lasciato la mia privacy ma sapevo che era questione di attimi prima che arrivasse.
"Scusate il disturbo ma abbiamo bisogno Gio" era Luca che veniva a chiamarmi "scusa George, devo andare" avevo detto alzandomi e incrociando lo sguardo di Luca avevo capito che non era stata una sua idea.

Entrando occhi furiosi mi stavano guardando, Charles era arrabbiato. Non avevo colpe se si era avvicinato a me Russel e se mi avesse detto qualcosa gli avrei risposto per le rime.

Ero rimasta in reception qualche minuto prima di andare in camera. In ascensore erano saliti altri meccanici ma sentivo lo sguardo di Charles addosso. I ragazzi scendevano al 3 piano, io e Charles eravamo al 4.
Nel corridoio non aveva detto niente, chiunque avrebbe potuto sentirci ma poi ero arrivata alla mia camera. Nonostante la sua fosse prima della mia mi aveva seguito e quando avevo aperto la porta si era fiondato dentro.

"Io lo ammazzo" aveva detto dando libero sfogo ai suoi pensieri e mettendosi le mani tra i capelli "e sentiamo, quale sarebbe il motivo?" Gli avevo chiesto appoggiandomi all'armadio "non deve osare avvicinarsi a te, tu sei mia" aveva detto e, nonostante sapevo bene che io ero solo di me stessa, non appartenevo a nessuno ed ero una donna libera, sentirlo dire cosi mi aveva eccitata. Doveva essersene accorto perché il suo sguardo era diventato languido "ti voglio" aveva detto avvicinandosi e baciandomi voglioso. Avevo ricambiato il bacio e le sue mani avevano iniziato a scendere alzando il bordo della gonna "Charles" avevo detto ansiamente "dimmi di fermarmi se non vuoi che vada avanti" ormai era già in camera, volendo avremmo potuto saziare i nostri corpi ma volevo veramente portare a termine i 5 giorni di castità per goderci poi le vacanze.
Avevo ansimato quando aveva accarezzato le mie mutande "dimmi che sei cosi bagnata per me" mi aveva detto lui all'orecchio, avevo risposto gemendo di piacere perché le sue dita mi stavano dando il tormento ma poi mi ero attaccata all'ultimo pezzo di volontà che mi era rimasto in corpo e mi ero liberata "cazzo" avevo detto "in Marocco ti lego al letto per una settimana cosi posso soddisfarti in tutti i modi possibili" aveva detto e poi mi aveva dato un bacio prima di uscire dalla mia stanza. Avevo bisogno di una doccia fredda.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora