Avevo passato il resto del tempo a Maranello prima di partire per Singapore. Quando ero arrivato ero stato investito da una folla di giornalisti che voleva sapere del perché del ritiro di Giorgia a stagione in corso.
Non avevo risposto a nessuno ed ero andato nel mio albergo.Ero in camera steso sul letto e qualcuno aveva bussato alla mia porta, volevo ignorarlo ma aveva continuato.
Quando avevo aperto avevo davanti Pierre. Lui sapeva tutto di Giorgia e immaginava dove potesse essere in quel momento anche se la Ferrari non aveva potuto dire la verità e per gli altri lei si era ritirata per motivi personali."Come stai? Sai qualcosa?" Aveva chiesto Pierre entrando, avevo scosso la testa "non so niente e non saprò mai niente" avevo smesso di piangere. Non volevo più farlo. Avevo versato troppe lacrime nella mia vita e ora volevo reagire.
"Tu come stai invece?"
"Da Dio" avevo risposto sarcastico "lo so che non è una bella situazione ma si dice che probabilmente finirà presto. Non essere negativo, magari tornerà prima della fine della stagione. Non si sa mai" avevo deciso di non appendermi a speranze inutili e provavo a convincere me stesso ogni giorno per non illudermi.
"Se lo dici tu" avevo detto sempre brusco.
"Capisco che non hai voglia ma se ti va andiamo a fare un giro con gli altri ragazzi" aveva continuato lui avviandosi alla porta della camera per uscire "grazie ma passo" avevo detto prima di tornare a stendermi sul letto.Giovedì alle interviste l'argomento era lei, per quale motivo si era ritirata? Cosa era successo?
"Di sicuro non è per i risultati, ha avuto una stagione formidabile pur essendo la sua prima in carriera" aveva detto la giornalista inglese in sala stampa "forse uno screzio con uno dei componenti del gruppo Ferrari" ero saltato sulla poltrona. Tutti insinuavano che ci fossimo lasciati e che avessi chiesto io di farla andare via "se insinuate che io e lei ci siamo lasciati vi sbagliate di grosso" avevo detto senza che nessuno chiedesse.
Gli occhi dei presenti non erano molto convinti delle mie parole e potevo capirli, era sparita nel nulla in una notte.Quella sera avevo letto troppi articoli che insinuavano che avessi fatto cacciare Giorgia dal team per una nostra rottura.
Volevo dare una risposta a tutti, nonostante di solito non mi importava di quello che dicevano i giornalisti. Non mi importava che pensassero che ero io il cattivo, volevo solo che, nel remoto caso in cui Giorgia avesse letto qualcosa, sapesse che avevo combattuto per difendere la nostra storia.Avevo aperto il mio account instagram e volevo pubblicare qualcosa che desse un segnale.
Nella mia galleria avevo già alcune foto preferite cosi le avevo pubblicate.
Avevo messo una nostra foto mentre ci abbracciavamo dopo il podio di Imola, una foto di lei che guardava le rose rosse che le avevo regalato e la nostra prima foto insieme in accappatoio fatta a Silverstone.
Come didascalia qualcosa di semplice
"Forever you" meglio in italiano "Per sempre" e accanto l'emoji di un cuore bianco.Immediatamente il mio telefono aveva preso vita iniziando a ricevere commenti e like al post. Ne avevo letto qualcuno di veramente dolce, una ragazza in particolare, aveva scritto che noi non potevamo esserci lasciati perché se l'amore non eravamo noi allora lei smetteva di credere in quel sentimento.
Aveva ragione, mi ero addormentato più sereno quella sera sapendo che avevo fatto qualcosa di buono per lei.Il giorno dopo tornavo in macchina dopo quasi 3 settimane di stop. Entrando nel box ero stato avvolto dalla malinconia. Di solito Giorgia metteva la musica e cantava mentre si preparava e invece oggi silenzio, tutti erano tristi sapendo che lei non ci sarebbe stata. Avevo guardato più volte verso la porta quando sentivo che stava arrivando qualcuno ma erano sempre meccanici o ingegneri.
Da quel momento in avanti avrei avuto accanto Robert Shwartzman, terzo pilota Ferrari, russo.
Provavo a non odiarlo, lui non c'entrava niente se la Russia aveva deciso si attaccare l'Ucraina costringendo la mia ragazza ad andare in guerra, eppure ero incazzato con lui.
Non era minimamente al suo livello. Non capiva il motore e faceva degli assetti impossibili.
Risultato? Era decimo al termine di entrambe le prove libere. La pista era difficile ma lui era un imbecille.Sabato mattina ero stato veloce e, se avessi trovato il ritmo giusto, ero sicuro di poter fare la pole nel pomeriggio. Per Robert invece non c'era speranza. Anche sul giro veloce era stato più lento di otto decimi da me. Speravo trovasse il ritmo in modo da partire più avanti per infastidire le Red Bull ma ero dubbioso. Anche se avesse fatto un buon giro piazzandosi davanti a Max e Perez se lo sarebbero mangiati in un boccone.
Alla fine della qualifica ero in pole, sapevo che potevo farcela "Pole position! Gran giro!" Xavi era contento e anche io ma mi sentivo sempre come se mi mancasse un pezzo.
Robert alla fine era riuscito a piazzarsi in sesta posizione. Speravo in qualcosa di meglio, la domenica avrei potuto contare solo su me stesso.La gara si sarebbe svolta più tardi rispetto al solito orario previsto per le altre gare. Qui l'umidità era cosi alta che si correva di sera, come se tutte quelle migliaia di luci non scaldassero la pista come se ci fosse il sole.
Mi stavo riscaldando con Andrea, con noi anche Luca. Era partito anche se non aveva più motivo di farlo ma mi aveva detto di averle fatto una promessa, sapevo che il motivo di quella promessa ero io e questo mi faceva sorridere."Secondo te riuscirà a vedere la gara?" Avevo chiesto a Luca mentre mi scaldavo "concentrati qui ora" mi aveva ripreso Andrea "dai un attimo" gli avevo risposto spazienzito e mi ero voltato verso Luca "credo che ucciderebbe qualcuno pur di vederti correre oggi, farà di tutto e già me la immagino ad urlare davanti alla tv come faceva quando eravamo in accademia" aveva detto sorridendo ricordando quei momenti.
"Com'era in accademia?" avevo chiesto tornando però a scaldarmi sotto lo sguardo truce del mio preparatore "un'attacca brighe, litigava con tutti e per qualsiasi cosa. Erano solo tre ragazze ma lei era la più forte ed era più forte anche della maggior parte degli uomini, non fisicamente ma era la migliore in volo e alle lezioni. Capiva quei discorsi tanto complicati in poco tempo e infatti si sono visti i suoi risultati. Però ha fatto a botte un paio di volte" che strano immaginarmela cosi.
Quei racconti mi avevano messo il buon umore. Ero pronto a correre una gara.Entrato nel box il chiacchiericcio si era fermato. Cercavano di non farsi vedere ma mi guardavano come se sapessero qualcosa "cosa c'è?" avevo chiesto già spazientito e poi Alessandro mi aveva indicato la mia auto.
Appoggiato sopra, insieme al volante e ai guanti un mazzo di rose rosse e al centro una bianca.Un tuffo al cuore, sapevo bene da chi arrivavano ma come aveva fatto? Avevo preso il mazzo di rose quasi intimorito. Non avevo mai ricevuto dei fiori, ne avevo regalati parecchi ma riceverli mi aveva colto alla sprovvista.
C'era un biglietto attaccato con scritto: "Per Charles".Riconoscevo quella calligrafia.
"54 rose rosse e una bianca.
Il mio cuore ti appartiene.Per sempre tua"
Poche parole ma di una potenza inaudita.
Ero carico e volevo vincere per lei."Avete un'indelebile?" Avevo chiesto in giro prima di salire in macchina "tieni" uno dei meccanici me ne stava dando uno nero "no mi serve bianco"
"Che ci devi fare?"
"Tu trovamelo" avevo detto tagliando corto.
Dopo poco era tornato da me "tieni" ero già seduto in macchina quando me lo aveva passato, riuscivo a scrivere meglio da quella postazione.
"Ecco ho fatto" avevo detto restituendo il pennarello a Francesco "ah, che bel gesto" aveva detto lui leggendo la scritta "ti amo" che avevo appena scritto sull'halo in modo che quando fossi stato inquadrato dalla telecamera on board lei avrebbe potuto leggerlo, se avesse visto la gara.Come previsto non era stata una gara semplice. Molto pesante a livello fisico e soprattutto mentale. Avevo dovuto tenere dietro Max tutto il tempo. Era sempre stato molto vicino sperando di indurmi in un errore ma alla fine ero riuscito a rimanere concentrato e avevo vinto. Ero sempre secondo in campionato ma ora solo 1 punto mi divideva dalla vetta. Ero tornato a credere in me stesso e quella sera ero uscito con Pierre e Lando, avevo bisogno di staccare un pò la spina.
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Forever you - Charles Leclerc
RomanceUna storia d'amore e passione. Charles pilota di F1, lei ingegnere e molto altro, costretta a nascondere il segreto più grande. Tutti i diritti sono riservati. La storia è frutto di immaginazione.