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La giornata di domenica la passammo a montare le macchine, ero così impegnata che non mi ero resa conto delle ore che passavano. Io ero solo una motorista ma avevo voluto assistere a tutto il montaggio di entrambe le auto avendo un'infarinatura generale del lavoro. Inutile dire che il mio preparatore Luca mi era venuto a cercare perché non avevo cenato la sera prima e perché non mi ero fermata neanche a pranzo.
"Se vuoi avere le forze di guidare un'auto da corsa devi mangiare e allenarti" mi aveva detto prendendomi da parte senza farci vedere "ora vai a mangiare qualcosa e stasera allenamento di 2 ore e non voglio sentire scuse" mi aveva sgridato.
Aveva ragione, alimentazione e allenamento erano le basi e io non potevo saltarli

Come da programma le auto erano pronte per le 17. Potevo tornare in albergo, feci una doccia e mi rilassai un pò sul letto. Alle 18, come da accordi con Luca, mi avviai verso la palestra dell'albergo. Si era informato che a quell'ora non ci fosse nessuno perché qualcuno si sarebbe sicuramente fatto delle domande se un ingegnere avesse fatto quel tipo di allenamento con un preparatore atletico.
Inutile dire che Luca mi aveva distrutta. Erano state 2 ore pesantissime e, anche se controvoglia, ora dovevo anche affrontare la cena del team. Dopo una bella doccia rinfrescante, infatti, ero scesa nel ristorante dell'albergo per cenare. Fortunatamente io ero sempre al tavolo degli ingegneri per non destare nessun sospetto.

In realtà non ho mai pensato che qualcuno potesse sospettare di me come nuovo pilota della squadra ma la prudenza non era mai troppa.
Il giorno dopo non avevamo programmi, erano tutti liberi tranne me. Avrei conosciuto la mia social menager, colei che mi sarebbe stata vicina durante le interviste.
Fred mi aveva detto che aveva scelto una ragazza giovane cosi magari saremmo anche diventate amiche. Io speravo solo nel meno peggio onestamente. Con lei avrei dovuto passare parecchio tempo e speravo di trovare una persona pronta e preparata e per nulla petulante.
Avremmo anche definito gli accordi del mio contratto come pilota. Avevamo solo buttato giù le basi e il mio avvocato e gli avvocati della squadra stavano contrattando.
Eravamo tutti d'accordo, io un pò meno, che se nelle prime 3 gare non avessi dato risultati avrei lasciato il posto al pilota di riserva della scuderia tornando a fare l'ingegnere.
Insomma sempre poca pressione con cui fare i conti.

La mattina dopo, di buon ora ero andata all'appuntamento fissato da Fred con Sara.
Una ragazzina bionda molto sorridente e con una voce troppo squillante per i miei gusti ma sembrava essere a posto. Era contentissima che una donna finalmente facesse parte della griglia e lei era molto felice di essere la mia social menager.
Fred mi aveva pregato di conoscerla un pò "non fare la fredda e distaccata come al tuo solito" mi aveva minacciato.
Ormai aveva un pò capito il mio carattere. Non facevo entrare chiunque nella mia vita e se qualcuno mi deludeva era fuori. Categorico ma cosi ero sempre sopravvissuta a quello che la vita mi aveva imposto di affrontare. Non era cattiveria ma ormai abitudine.

Dovevo ammettere però, che con Sara mi trovavo bene. Per quanto a primo impatto mi fosse sembrata troppo sopra le righe, facendo due chiacchiere con lei mi ero trovata bene. Una persona pacata ed equilibrata e con una testa con cui ragionava molto bene. Ci eravamo trovate per conoscerci e per scrivere anche il pezzo che sarebbe andato in stampa dopo la mia presentazione ufficiale. Mancava ancora parecchio però lei voleva tempo per scrivere questo pezzo "cazzo sei la prima donna a correre in F1! Meriti un articolo con i fiocchi" mi aveva detto.
Non volevo sminuire quello che effettivamente stava succedendo ma il fatto che fossi io al centro cosi tanto mi imbarazzava. Avrei dovuto farci i conti molto presto però. Una volta accese le luci della ribalta non si potevano spegnere facilmente.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora