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Yeonjun respirò l'aria a pieni polmoni, sorridendo felice.

La strada lungo la quale stava camminando era deserta. Probabilmente a quell'ora erano già tutti in ufficio a lavorare. L'archeologo si passò una mano tra i capelli scuri, appena tagliati. La necessità di rivolgersi ad un parrucchiere appena tornato a Seoul era stata la motivazione per cui si era svegliato presto quella mattina e aveva lasciato la casa di Soobin. Aveva richiesto un undercut, di cui era sempre estremamente fiero. Era lo stesso taglio di capelli che aveva prima di partire per la spedizione nel deserto di Ordos ed era consapevole di quanto fosse una delle pettinature più adatte a lui.

Yeonjun iniziò a fischiettare allegramente, mentre percorreva a piedi la distanza che lo separava dalla villa di Soobin. Si domandò come fosse vivere in quel quartiere, così diverso da quello in cui era cresciuto lui. Solo camminando lungo le vie, affiancando giardini perfettamente curati e case bellissime, si sentiva invincibile, come se avesse avuto l'intero mondo a sua disposizione. Essere ricchi davvero ti cambiava l'approccio alla vita.

Yeonjun arrivò alla villa di Soobin, suonando il campanello. Se fosse stato abbastanza in confidenza con lui sarebbe potuto entrare autonomamente in casa, conoscendo la password del codice della serratura del cancello. Tuttavia, l'abitazione di Soobin si apriva solo con riconoscimento dell'impronta digitale, per cui non c'era alcuna possibilità per Yeonjun. Sperò solo che qualche domestico lo facesse entrare il prima possibile. Improvvisamente il cancello si spalancò davanti a lui, in contemporanea con la porta di ingresso che si aprì alla fine del viale. Yeonjun vide chiaramente Soobin camminare rapidamente, quasi correndo, diretto verso di lui.

"Jun, dove diavolo eri finito! -esclamò, ancora a metà strada- mi sono preoccupato non trovandoti in camera questa mattina, pensavo te ne fossi andato". "E per quale motivo avrei dovuto farlo- ribatté Yeonjun, sollevando un sopracciglio mentre si avvicinava all'altro ragazzo- letteralmente mi stai ospitando in una mega villa e non ho comunque un altro posto dove dormire. Dammi una buona ragione per lasciare la tua casa". Soobin abbassò leggermente il capo, accorgendosi solo in quel momento che l'archeologo aveva ragione. Come sempre la sua emotività aveva battuta la razionalità.

"Apprezzo però che tu ti sia preoccupato per me" sorrise Yeonjun, ammiccando nella sua direzione. Le guance di Soobin arrossirono lievemente. Solo in quel momento sembrò accorgersi del cambio di pettinatura del ragazzo. Lo fissò qualche istante in silenzio, sbattendo le palpebre. Poi mormorò "Hai tagliato i capelli...stai molto bene". Yeonjun non riuscì a trattenere un sorriso soddisfatto, saltellando lievemente sul posto per farsi ammirare da ogni angolatura. "Lo pensi veramente?- canticchiò, ridendo felice- sentivo la necessità di tornare al mio taglio originale, i mesi trascorsi ad Ordos avevano fatto crescere troppo i miei capelli". "Avresti potuto dirmelo- ribatté Soobin, spostando lo sguardo sul volto del ragazzo- ti avrei accompagnato volentieri".

Yeonjun sorrise, intenerito dalla sincerità di Soobin. "Ho un altro posto in mente, invece, dove possiamo andare" replicò. Il ragazzo moro piegò la testa di lato, incuriosito e perplesso allo stesso tempo. "Siamo tornati in Corea per svolgere delle ricerche, no? -proseguì Yeonjun, fissandolo negli occhi- c'è solo un posto qui vicino dove possiamo provare a trovare indizi relativi ad Inanima". "Un museo?" provò ad indovinare Soobin, nonostante continuasse a non comprendere ciò che l'altro volesse dirgli. L'archeologo scosse la testa, ridacchiando divertito "Gli archivi dell'Università".







Yeonjun sorrise soddisfatto, mentre varcava i cancelli della Seoul National University. Era da tempo che non frequentava più quei luoghi e se in parte ne era sollevato, dall'altra avvertiva quasi un senso di nostalgia. Gli tornarono alla mente tutte le ore trascorse nella biblioteca per terminare di scrivere la tesi, insieme alle immancabili e numerose tazze di caffè americano per rimanere sveglio. Poteva ancora chiaramente vedersi seduto nei tavoli di legno del giardino universitario, mentre ripassava prima di un esame importante. Yeonjun ridacchiò, ripensando a quei momenti di pura ansia. Probabilmente non avrebbe dovuto dormire così tanto durante le lezioni, dimenticandosi di prestare attenzione ai professori.

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