2.5 Gangnam

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Il ticchettio dell'orologio che scandiva i minuti, lenti e inesorabili.

Il rumore delle auto che passavano lungo la strada, proprio sotto la sua finestra.

I raggi del sole che quella mattina penetravano attraverso le tende leggere in modo più fastidioso del solito.

Tutto sembrava rendere Beomgyu più nervoso, disteso sul letto con lo sguardo fisso sul soffitto e le mani incrociate poste sulla pancia. Aveva già terminato tutti i documentari sui serial killer trasmessi in televisione e gli show di cucina lo annoiavano terribilmente, ricordandogli anche come fosse ormai orario di pranzo. Tuttavia, Beomgyu non aveva proprio alcuna voglia di alzarsi dal letto. Ormai era da settimane che viveva in quel modo, chiuso in un hotel in attesa che gli altri ragazzi del gruppo lo aggiornassero su eventuali sviluppi. Kai era sicuramente impegnato con la sua famiglia, mentre Yeonjun era ospite a casa di Soobin e Beomgyu per nessuna ragione avrebbe voluto disturbarli.

Qualche giorno prima aveva anche pensato di ingoiare il suo orgoglio e provare a contattare Taehyun in qualche modo, dal momento che il ragazzo abitava nel quartiere di Gangnam. Se non altro, Beomgyu avrebbe potuto condividere le sue passeggiate giornaliere con qualcuno, sentendosi meno solo. Proveniva da una famiglia rumorosa ed era sempre abituato a parlare con la gente. Quell'improvviso silenzio costretto lo faceva stare male. Ciò nonostante, non aveva mai cercato Taehyun. Ricordava ancora perfettamente lo sguardo che il ragazzo biondo gli aveva rivolto quel giorno in cui lo aveva incontrato seduto in un bar. Probabilmente la presenza di Hoseok aveva complicato la situazione, ma Beomgyu comunque non voleva rivedere Taehyun. Aveva ragione Yeonjun, doveva dimenticarlo e allontanarsi da lui il prima possibile.

Beomgyu sospirò, rotolando sul fianco mentre chiudeva gli occhi. Forse avrebbe potuto continuare a dormire ancora un altro po', del resto non aveva molti altri impegni. Avrebbe potuto posticipare la sua passeggiata quotidiana e magari approfittare della situazione per comprarsi da mangiare, anche se i soldi iniziavano a scarseggiare.

All'improvviso, la vibrazione del suo cellulare lo costrinse ad aprire gli occhi, catturando la sua attenzione. Beomgyu sbuffò, voltandosi per prendere il telefono. Probabilmente era sua madre che gli chiedeva come stava. L'ennesima domanda a cui lui avrebbe mentito solo per non farla preoccupare. Con sua grande sorpresa, però, Beomgyu notò un messaggio proveniente da un numero sconosciuto. Corrucciò la fronte, leggendo le poche righe che lo componevano.

'Ciao Beomgyu, spero tu stia bene. Se non hai già altri impegni programmati, vorrei invitarti a pranzo. Ti invio la posizione del ristorante, in modo che tu possa raggiungermi il prima possibile, si trova vicino al tuo hotel. Devo parlarti di alcune scoperte. T.'

Beomgyu si passò una mano sul volto, accertandosi di aver letto davvero quelle parole e di non essere ancora addormentato, perso nei suoi sogni. Quella lettera T puntata, con cui il mittente si era firmato, era inequivocabile. Così fredda e distaccata poteva appartenere solo a Taehyun. Beomgyu sospirò, non preoccupandosi nemmeno di rispondere. Dopo averlo allontanato malamente, ora improvvisamente il ragazzo biondo desiderava trascorrere del tempo con lui. Beomgyu non era uno stupido, né aveva voglia di essere preso in giro.

Tornò di nuovo a rotolarsi nel letto, lasciandosi avvolgere dalle lenzuola. Avrebbe dormito ancora un paio di ore, dimenticandosi completamente del messaggio di Taehyun. Gli avrebbe risposto solo quella sera, facendogli comprendere come dovesse rivolgergli più rispetto. Tuttavia, gli occhi di Beomgyu proprio non ne volevano sapere di chiudersi. Il pensiero di Taehyun continuava ad avvolgere la sua mente, impedendogli di addormentarsi. Beomgyu sbuffò infastidito, arrendendosi all'idea che non sarebbe cambiato nulla se non avesse provato a dare una possibilità al ragazzo biondo di spiegarsi. Sicuramente aveva una giustificazione per i suoi comportamenti, anche se Beomgyu non era certo di volerla ascoltare.

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