3.4 Ice rink

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Yeonjun sfogliava rapidamente le pagine del suo quaderno ad anelli, in cerca della traduzione di cui aveva bisogno per continuare il lavoro.

Il loro piano aveva subito un piccolo arresto, dal momento che dovevano attendere l'arrivo di Hoseok a New York. Fortunatamente non avrebbe impiegato troppo tempo ad arrivare, dato che il ragazzo in quel momento si trovava a Los Angeles, in visita a sua sorella. Yeonjun aveva quindi deciso di impiegare quel tempo a disposizione per continuare ad approfondire la sua conoscenza della civiltà Inanima, come suo solito. L'archeologo era chino sui quaderni, i ciuffi di capelli scuri che ricadevano sul volto e la matita stretta tra i denti. Era più forte di lui, l'archeologia era tutta la sua vita e non poteva separarsene.

Yeonjun udì un lieve battere alla porta, proprio mentre era sul punto di tradurre una frase riguardante la cultura popolare degli Inanima. L'archeologo sollevò di scatto la testa, sentendo la porta aprirsi lentamente. "Beomgyu, ti ho già detto che non voglio uscire con te!" esclamò Yeonjun lamentandosi, ma le parole si bloccarono nella sua gola quando vide il volto di Soobin.

"Ti disturbo? Sei impegnato?" domandò il ragazzo, sorridendo timidamente. Yeonjun scosse vigorosamente la testa, facendo cenno a Soobin di entrare nella stanza. Il ragazzo obbedì, chiudendo la porta dietro di sé e raggiungendo il letto di Yeonjun, sedendosi accanto a lui. "Stavi aspettando Beomgyu?" domandò Soobin, accarezzando lievemente le lenzuola. L'archeologo scosse di nuovo la testa "No, mi aveva chiesto di fare una passeggiata per New York dato che abbiamo la giornata libera, ma ho rifiutato. Preferisco impiegare il mio tempo continuando a studiare gli Inanima". Soobin sbuffò divertito "È impossibile dividerti da loro, vero? Forse devo iniziare ad essere geloso di una civiltà antica".

Il sorriso si spense immediatamente sul volto di Yeonjun, che si apprestò a fingere di essere ancora impegnato con le traduzioni per non cogliere le parole del ragazzo. Da quando Soobin lo aveva rifiutato nel deserto di Ordos era come se un velo di imbarazzo fosse caduto su di loro, costringendoli a comportarsi come se nulla fosse accaduto, quando invece quel bacio aveva cambiato tutti i loro equilibri. E dopo la confessione di entrambi riguardo il proprio orientamento sessuale, la situazione era diventata, se possibile, ancora più imbarazzante. Yeonjun non avrebbe mai voluto di sua iniziativa intraprendere l'argomento con Soobin.

Il ragazzo si ammutolì, comprendendo come l'archeologo si sentisse a disagio in quel momento. Abbassò lo sguardo tra i vari appunti di Yeonjun, notando anche il tablet con le foto dei reperti archeologici nel display. Il senso di colpa lo travolse come un pugno dritto nella pancia. Se si trovavano in quella situazione orribile era anche, anzi, soprattutto, colpa sua.

"Mi dispiace" sussurrò, attirando l'attenzione dell'altro. Yeonjun si voltò verso di lui, guardandolo senza comprendere cosa intendesse davvero. "Mi dispiace di aver dato ordine di vendere quei reperti archeologici- spiegò Soobin, la voce leggermente tremante- sono consapevole di aver causato un danno grave, quasi irreparabile" "Binnie, ne abbiamo già parlato- sospirò Yeonjun- è ovvio che sia stata un'azione sbagliata, ma fortunatamente ho ancora le foto dei reperti e posso comunque continuare a lavorare e..." "Non mi riferisco unicamente alla nostra missione" lo interruppe Soobin, con tono risoluto. Yeonjun rimase in silenzio, fissandolo stupito. Soobin trasse un lungo respiro, come per prendere coraggio, poi continuò.

"Intendo la nostra relazione, Jun- esordì, mentre Yeonjun avvertiva un brivido lungo la schiena sentendo quelle parole- è evidente come dopo la vendita dei reperti il nostro rapporto si sia raffreddato. Forse a volte fingiamo che questo distacco non ci sia più tra noi, ma in alcune situazioni emerge con prepotenza. Il nostro rapporto è ancora forte, è vero, ma a volte ti percepisco distante da me e questo mi dispiace terribilmente. Non perché abbiamo perso dei reperti archeologici, ma perché sto rischiando di perdere anche te".

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