2.2 Cafè

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Beomgyu premette ripetutamente i tasti dell'ascensore per chiudere le porte.

Si appoggiò con la testa alla parete, mentre scendeva verso la hall dell'hotel. Soobin era stato davvero molto gentile a prenotargli un albergo per tutto il periodo in cui sarebbero rimasti a Seoul, ma Beomgyu non aveva fatto i conti con la solitudine. Non era abituato a vivere lontano dalle persone in quel modo, era sempre circondato da qualcuno. La sua famiglia era allegra e divertente, motivo per cui in casa non c'era mai silenzio, né tempo per annoiarsi. E anche quando Beomgyu si era trasferito a Seoul per studiare, aveva condiviso l'appartamento con altri coinquilini. Conservava ancora dei bei ricordi di quel periodo, i k-drama guardati fino a tarda notte insieme e le interminabili risate. Persino ad Ordos Beomgyu non era solo, dal momento che aveva stretto immediatamente amicizia con Yeonjun e Kai.

In quel momento, invece, era abbandonato a sé stesso, troppo lontano per tornare a casa a Daegu. Era in costante contatto con Yeonjun e Kai, si scambiavano numerosi messaggi al giorno, ma il primo era ospite a casa di Soobin (e Beomgyu non ci pensava minimamente a disturbarlo) e il secondo stava trascorrendo finalmente un po' di tempo con la sua famiglia.

Beomgyu sospirò, uscendo dall'hotel. Sebbene avesse vissuto un paio di anni nella capitale coreana per frequentare l'Università, non aveva mai visitato troppe volte il quartiere di Gangnam. L'unica cosa che sapeva era che si trattava di uno dei distretti più ricchi e popolari di Seoul. Le persone che vi abitavano erano tutte benestanti e non cercavano minimamente di nasconderlo. Beomgyu si incamminò lungo la strada, non sapendo bene nemmeno lui dove fosse diretto. Probabilmente aveva solo bisogno di fare una passeggiata, respirare aria nuova e provare a distrarsi. Nonostante fosse tutto incredibilmente noioso quando era solo.

Beomgyu si fermò davanti alla vetrina di un negozio, osservando la propria figura riflessa. Indossava dei pantaloni neri larghi e una maglietta del medesimo colore, con una camicia bianca aperta sopra. I capelli scuri e lunghi erano raccolti in una piccola coda. Nonostante tutto non appariva così terribile. Forse il periodo trascorso nel deserto non aveva cancellato completamente il suo senso dello stile.

Beomgyu sospirò, riprendendo a camminare lungo la strada. Era pieno di ragazzi e ragazze che passeggiavano in gruppo, ridendo e scherzando tra loro, facendolo sentire ancora più solo. Beomgyu si fermò di nuovo, questa volta nei pressi di un bar. L'insegna era carina e dipinta con colori tenui, mentre l'interno del locale era interamente bianco, decorato qua e là con qualche pianta. Il ragazzo si ritrovò a pensare che probabilmente quella fosse la definizione di un posto chic, uno dove lui non poteva di certo entrare. Davanti al locale erano posti vari tavolini, con le sedie di ferro battuto verniciate anch'esse di bianco.

Beomgyu trattenne il fiato, mentre il suo sguardo fu catturato da un particolare ragazzo biondo seduto ad uno di quei tavolini. Sembrava totalmente assorto dal proprio cellulare, in cui stava digitando furiosamente qualcosa. Ma Beomgyu sarebbe riuscito a riconoscerlo ovunque, anche se in quel momento non indossava i suoi caratteristici occhiali da sole.

"Taehyun!" esclamò l'archeologo, alzando una mano per attirare la sua attenzione. Il ragazzo sollevò immediatamente lo sguardo, sentendosi chiamare. Spalancò gli occhi sorpreso, non aspettandosi assolutamente di vedere Beomgyu in piedi a qualche metro da lui, che sorrideva mentre agitava il braccio nella sua direzione.

"Beomgyu hyung" mormorò Taehyun, cercando di farlo stare zitto, dal momento che aveva già attirato l'attenzione degli altri clienti nel bar. L'archeologo saltellò allegramente fino al suo tavolino. "Non hai idea di quanto io sia felice di vederti!" esclamò, ridacchiando. Taehyun sbatté le palpebre, continuando a guardarsi attorno. "Cosa ci fai qui" sibilò, mantenendo il tono di voce basso. Beomgyu, tuttavia, non sembrò affatto accorgersi che l'altro ragazzo non sembrava per niente a suo agio. "Soobin ha prenotato una camera per me in un hotel qui vicino. Non potevo tornare a casa, non quando dobbiamo rimanere a disposizione nel caso emergano nuove informazioni per la ricerca del tesoro. A proposito, come procedono le trattative dei reperti? Sei riuscito a bloccare la vendita e rintracciare chi ha acquistato la tavola con il codice? E cosa ci fai in questo posto, tu? Abiti vicino?".

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