1.10 Fidati di me

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"Si può sapere dove sono?".

Yeonjun sbatté le palpebre, lamentandosi a bassa voce per l'improvvisa luce solare che colpiva i suoi occhi. Si raddrizzò, sentendo ogni parte del suo corpo indolenzita. Soffocò un lamento, accorgendosi di essere ancora nella grotta, seduto sul terreno di roccia. Ogni centimetro del suo corpo gridava sofferenza, non era stata di certo una grande idea addormentarsi in un posto simile.

Yeonjun si alzò in piedi, domandandosi perché Soobin non lo avesse svegliato, lasciandolo invece dormire in quel luogo umido e isolato. Si voltò, notando il ragazzo addormentato a pochi centimetri di distanza da dove si era svegliato lui. Stava usando la giacca come cuscino ed era sdraiato sul duro suolo roccioso, con gli appunti di traduzione del codice accanto a lui. Yeonjun sorrise, stregato dalla dolcezza di Soobin, che assomigliava ad un bambino piccolo mentre il suo petto si sollevava ritmicamente, avvolto nel sonno. L'archeologo si chinò su di lui, appoggiando delicatamente la propria giacca sul ragazzo, per coprirlo. Soobin mormorò qualcosa, continuando a dormire, ma sul suo volto comparve un piccolo sorriso.

"Choi, per caso sai dove sono finiti?".

L'attenzione di Yeonjun fu catturata da delle voci che provenivano dall'esterno della grotta, riconoscendo le stesse persone che lo avevano svegliato poco prima. Si passò una mano tra i capelli scuri, cercando di darsi una sistemata. Stava quasi per emergere dalla grotta quando udì la voce di Beomgyu rispondere a tono "Yeonjun mi ha avvisato che sarebbe andato in perlustrazione questa mattina e che sarebbe tornato il prima possibile". L'archeologo si bloccò, rimanendo immobile e in silenzio. "Dovevamo chiedergli delle precisazioni importanti per gli scavi ed era assente a colazione, -continuò uno dei lavoratori, polemico- abbiamo provato anche a rivolgerci a Soobin, ma la sua tenda è completamente deserta".

Yeonjun trattenne un'imprecazione, sentendo il panico risalirgli le viscere. La squadra stava già per caso mettendo in dubbio i suoi comportamenti con Soobin? Yeonjun si voltò verso il ragazzo, notando che Soobin si stava progressivamente svegliando, probabilmente sentendo a sua volta le voci provenire al di fuori della grotta. I suoi occhi assonnati trovarono presto quelli di Yeonjun e l'archeologo gli intimò di rimanere in silenzio, prima che l'altro potesse parlare.

Yeonjun tornò a concentrarsi sui colleghi che stavano parlando con Beomgyu, esattamente sopra di loro. "E quindi?- domandò proprio il migliore amico di Yeonjun- probabilmente sono andati a svolgere un sopralluogo insieme. Niente di straordinario, Soobin è il responsabile del sito archeologico e sappiamo bene tutti come Yeonjun sia il miglior archeologo tra noi, tanto da essere il nostro capo squadra. Non comprendo come mai vi stupiate che non siano qui ora, soprattutto con tutti i nuovi ritrovamenti che abbiamo fatto".

"Non pensate anche voi che quei due siano sospetti? -ridacchiò uno degli archeologi, interrompendolo- ultimamente sono molto uniti, quasi intimi oserei dire. Mi chiedo seriamente che cosa sia accaduto tra loro a questo punto". "Non sono affari vostri, impiccioni!- insorse Beomgyu, acidamente- Soobin e Yeonjun sono due professionisti che stanno collaborando insieme e voi dovreste solo imparare da loro a lavorare dignitosamente senza sosta, invece che perdere tempo con assurde e ridicole insinuazioni di basso conto. Non voglio più sentire una singola parola a proposito, oppure firmerò io stesso i moduli per il vostro ritorno a casa. Tornate immediatamente a lavorare". Yeonjun udì gli archeologi borbottare qualche lamentela sul fatto che stessero solo scherzando, poi calò il silenzio. Probabilmente si erano allontanati.

"È il momento di uscire da qui" esordì Soobin, raggiungendo il ragazzo e premendo leggermente una mano sulla sua schiena per intimargli di procedere. Yeonjun annuì prontamente, uscendo dalla grotta. "Ringrazia il tuo amico- sbottò Soobin, seguendolo- ha saputo rispondere a tono agli altri della squadra, è una persona leale". Yeonjun annuì ancora, la mente invasa dai pensieri. Era ancora terrorizzato dal fatto che qualcuno potesse capire che lui era gay, ma sicuramente doveva molto a Beomgyu che lo aveva difeso.

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