3.3 Hacker

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Taehyun arrestò la moto a qualche isolato di distanza, in un posto isolato.

Erano soli, nessuno sembrava averli inseguiti. Apparentemente erano davvero riusciti a fuggire dal grattacielo. Beomgyu sospirò, scendendo dalla moto. Si sfilò il casco, scuotendo i capelli. Sul suo volto era apparso ora un sorriso luminoso. Si sentiva più leggero e spensierato ora che sapeva che tutti erano al sicuro.

"È stato quasi divertente- ridacchiò Beomgyu, passandosi una mano tra i capelli scuri- non so se lo vorrei rifare, ma è stato adrenalinico". Taehyun si mosse così rapidamente che l'altro ragazzo non riuscì nemmeno a reagire, né ad accorgersi di cosa stesse accadendo. Beomgyu sbatté le palpebre confuso, mentre il fiato gli si dimezzava nei polmoni a causa dell'improvviso contatto della sua schiena con il muro di una casa.

"Taehyun..." mormorò Beomgyu, ma si ammutolì nel momento esatto in cui guardò negli occhi scuri del ragazzo. Le iridi del ragazzo lampeggiavano di rabbia mentre appoggiava le mani sul muro, ai lati della testa di Beomgyu, imprigionandolo sotto il suo corpo. Nonostante Taehyun non avesse un fisico più prestante di quello dell'altro ragazzo, Beomgyu rabbrividì, sentendosi rimpiccolire sotto lo sguardo di Taehyun.

"Si può sapere cosa pensavi di fare?" ringhiò il ragazzo, avvicinando il suo volto a quello di Beomgyu. L'archeologo deglutì a fatica, spostando lievemente la testa all'indietro per guadagnare qualche centimetro di distanza. "Cosa intendi..." sussurrò. Non riusciva davvero a comprendere il motivo della rabbia così forte che Taehyun stava provando in quel momento.

"Per quale motivo sei entrato in quel grattacielo!- esclamò il ragazzo, sbattendo lievemente il palmo della mano sul muro- ti avevo detto di non farlo, era troppo pericoloso" "Dovevo aiutare Yeonjun e Kai" si giustificò Beomgyu, sollevando il mento. "Sarebbero riusciti a fuggire in ogni caso, anche senza di te- ribatté Taehyun- si sono salvati solo perché io li ho contattati tramite Soobin. Se avessero dovuto attendere il tuo intervento a quest'ora sarebbero già stati catturati dagli addetti alla sicurezza di quel pazzo". "Ho solo cercato di rendermi utile- replicò Beomgyu, scrollando le spalle- non potevo rimanere lì immobile sapendo che i miei migliori amici erano prigionieri in quel grattacielo". "La prossima volta ascolterai quello che ti dirò io- continuò Taehyun, avvicinando maggiormente il volto a quello del ragazzo- non ti metterai più in pericolo in modo inutile. Abbiamo rischiato di dover intervenire per salvare te, non Yeonjun e Kai".

Beomgyu deglutì ancora, sentendo il proprio cuore battere più forte nella cassa toracica. Non riusciva a capire se Taehyun fosse consapevole della posizione in cui erano oppure se fosse troppo accecato dalla rabbia per accorgersene. Beomgyu trattenne il respiro, cercando di non pensarci. Poteva sentire il fiato di Taehyun sul proprio volto da quanto erano vicini, le loro labbra che potevano entrare in contatto se solo si fossero spinti un po' più avanti.

"E da dove nasce questa tua preoccupazione?" sussurrò Beomgyu, acquistando coraggio. Sollevò lo sguardo su Taehyun, annegando nelle sue iridi scure. Sbatté le palpebre un paio di volte, vedendo chiaramente Taehyun vacillare leggermente. "Stavi rischiando di rovinare l'intero piano e metterti in pericolo" rispose il ragazzo, perdendo però un po' di sicurezza in sé stesso.

Beomgyu inclinò la testa da un lato. "Non è che forse eri più preoccupato per me che per il piano?" infierì, accennando un piccolo sorriso. Taehyun distolse lo sguardo per qualche istante, probabilmente per riprendere il controllo di sé, poi tornò a fissare Beomgyu. "Anche tu sei parte del piano" ribatté. Beomgyu si strinse nelle spalle. "Forse, -replicò- eppure non eri così preoccupato per Yeonjun e Kai. Sei letteralmente impazzito quando ho minacciato di entrare in quel grattacielo. Qualcosa deve pur significare, no?". Taehyun trattenne il fiato, poi si sporse maggiormente verso Beomgyu. Ora le loro labbra erano davvero ad un soffio di distanza.

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