3.10 Farewell, Grande Mela

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Beomgyu sbadigliò, stiracchiandosi lentamente nel letto.

Sorrise, tenendo ancora gli occhi chiusi. Sentiva i raggi del sole accarezzare dolcemente il suo volto, attraversando le tende sottili della camera d'albergo. La sua mente era ancora avvolta dal sonno, impedendogli di ritrovare velocemente il contatto con la realtà. In quel momento si sentiva in pace con sé stesso e il mondo intero, anche se non riusciva del tutto a comprenderne il motivo. Forse aveva solo dormito meglio del solito?

Beomgyu si mosse piano sotto le lenzuola, cambiando posizione. Spalancò gli occhi improvvisamente, sentendo un dolore acuto trafiggerlo nella parte bassa della schiena. Di colpo tutti i ricordi della notte precedente gli tornarono in mente, colpendolo come uno schiaffo. Beomgyu deglutì a fatica, cercando di sedersi sul letto. Sibilò, imprecando a bassa voce per il dolore. Forse avrebbe dovuto prendere un antidolorifico.

Si guardò attorno, notando la camera completamente vuota. Taehyun probabilmente se n'era già andato, senza dire nulla. L'archeologo sbuffò, passandosi una mano tra i capelli scuri. Non è che non se lo aspettasse in realtà, ma sperava che almeno quella volta il ragazzo biondo si comportasse in modo diverso. Beomgyu non pretendeva di certo che Taehyun gli portasse la colazione a letto, però che dimostrasse un po' più di empatia. Beomgyu sospirò, lasciandosi scivolare tra le lenzuola, non senza sobbalzare di nuovo a causa del dolore pungente. Sperava solo che quella decisione non portasse troppo imbarazzo tra loro.

La porta del bagno di spalancò di colpo, rivelando Taehyun. Il ragazzo aveva un asciugamano bianco avvolto attorno ai fianchi e i capelli biondi bagnati e appiccicati alla fronte. Probabilmente era appena uscito dalla doccia. "Sei già sveglio?- domandò, sorridendo verso Beomgyu- non volevo disturbarti, preferivo lasciarti dormire per riposare un po'". L'archeologo ricambiò il sorriso, cercando di soffocare il senso di sollievo provato nel petto nel vedere Taehyun ancora nella sua stanza. Non era fuggito, non lo aveva lasciato solo. Era rimasto lì, pronto ad assumersi le sue responsabilità e condividerle con lui senza alcuna vergogna.

"Non ti preoccupare, mi ha svegliato la luce del sole" rispose Beomgyu, sedendosi di nuovo. Sibilò tra i denti, stringendo gli occhi per qualche istante. Non voleva in alcun modo mostrarsi sofferente, ma davvero Taehyun non era stato affatto gentile con lui quella notte. Il ragazzo biondo intercettò immediatamente la sua espressione di dolore. "Hyung, tutto ok?" domandò preoccupato, avvicinandosi a lui. Beomgyu si sforzò di sorridere, per rassicurarlo. "Sì, è solo che è stato davvero intensivo ieri sera" ribatté. Taehyun rimase a fissarlo qualche istante, poi capì a cosa si stesse riferendo l'altro ragazzo. Ridacchiò leggermente, scuotendo la testa. "Vorrei poter dire che mi dispiace, ma non sarebbe vero- replicò, guardando Beomgyu- sicuramente non mi piace che tu stia male ora, tuttavia non cambierei nulla di quello che è successo ieri". "Nemmeno io, fidati- ribatté l'archeologo- ma devi darmi del tempo per ristabilirmi". Taehyun continuò a ridacchiare soddisfatto, recuperando i propri vestiti dalla sedia e iniziando a indossarli.

"Non male comunque per uno che è abituato a fare sesso con persone che non rivedrà più, mi sono dovuto ricredere. La tua decisione non riguarda affatto le tue prestazioni" commentò Beomgyu, alzandosi dal letto lentamente. Taehyun sbuffò divertito, mentre un velo di rossore tingeva le sue guance. Certo, non era sicuramente la prima volta che qualcuno gli faceva un complimento sulle sue performance sessuali, ma con Beomgyu era diverso. A dire il vero, con Beomgyu era sempre tutto diverso e Taehyun stava iniziando seriamente a preoccuparsi di essere ad un passo dal cadere in una trappola pericolosa. Il ragazzo si sedette sul letto per allacciarsi le scarpe più comodamente. Fingeva di non dare ascolto ai suoi pensieri, tuttavia stava diventando impossibile per lui trattenersi. Le parole scivolarono fuori dalla sua bocca senza pensarci ulteriormente.

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