6.1 Our Ancestors

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Kai sbuffò per l'ennesima volta, passandosi le mani tra i capelli.

Ormai era fisso da ore in quella posizione, chino sul tavolo del soggiorno mentre cercava inutilmente di comprendere come poter leggere quella mappa che lo tormentava ormai da mesi. Aveva tentato in ogni modo di recuperare la parte perduta, cercando di capire se dalla pergamena rovinata dal tempo potesse emergere qualche macchia di inchiostro o qualche segno, qualsiasi cosa pur di capire dove si trovava il tesoro.

"Prima o poi diventerai pazzo a causa di quella mappa" commentò Yeonjun, appoggiando una tazza di tè sul tavolo accanto a Kai. Il ragazzo biondo sospirò, rilasciando tutta la frustrazione che provava. "Siamo arrivati così vicini al tesoro, -sbottò- eppure questo ostacolo ci impedisce di raggiungerlo davvero. Mi sento bloccato in un vicolo cieco, senza via di fuga". Yeonjun sorrise, appoggiando una mano sulla sua spalla. "Lo so che c'è anche un altro motivo per cui sei così intenzionato a risolvere l'enigma" replicò.

Kai annuì, massaggiandosi le tempie con le dita. "È evidente che Beomgyu non può trascorrere troppo tempo nella foresta di Juknokwon- rispose- i ricordi di ciò che è accaduto tra le piante di bambù lo hanno ferito nel profondo e almeno per il momento è meglio che stia lontano dalla fonte che fa scaturire i suoi attacchi di panico". Yeonjun continuò a sorridere, intenerito dal modo in cui Kai si prendeva sempre cura di tutti loro, silenziosamente. "Sono sicuro che capiremo come completare quella dannata mappa, così Beomgyu non sarà costretto ad aggirarsi per la foresta troppo a lungo" lo rassicurò, assestandogli un'ultima pacca sulla spalla.

L'archeologo più grande proseguì verso il divano, dov'era seduto Soobin. "Tutto ok?" gli domandò, accomodandosi al suo fianco. Soobin si voltò verso il ragazzo, annuendo debolmente. "Stavo facendo dei calcoli. Sai, la mia laurea fallita in economia...-rispose, sorridendo piano- per il momento riesco ancora a pagare adeguatamente sia le spese di viaggio per Damyang sia i vostri stipendi. Ma temo che a breve dovrò iniziare a fare dei tagli e probabilmente anche a trovarmi un lavoro vero". Yeonjun scosse la testa "Puoi tenerti il mio stipendio, non mi serve". Soobin corrucciò la fronte "Jun hyung, -ribatté, in tono serio- lo so che ora io e te viviamo insieme e quindi condividiamo anche le spese economiche, ma tu hai il diritto di percepire il tuo stipendio per il lavoro che hai svolto. Anzi, la paga è decisamente troppo poca per quello che fai".

Yeonjun sbuffò divertito. "Forse non ti sei accorto che tutta la questione degli Inanima non è più lavoro per nessuno di noi, da molto tempo- replicò- è diventata parte di noi, quasi un'altra identità da svelare al mondo. Gli Inanima sono la mia famiglia, studiandoli in questi mesi ho imparato a conoscerli meglio rispetto ai miei stessi parenti. Quindi no, non è più una questione di soldi, ragione per cui rifiuto il mio stipendio. Soprattutto se significa aiutarti".

Soobin non rispose, fece semplicemente scivolare la propria mano su quella di Yeonjun, intrecciando le loro dita. Era immensamente grato a quell'archeologo per essere entrato nella sua vita e soprattutto per aver deciso di rimanervi.

Taehyun dormiva disteso sul divano opposto, una leggera coperta appoggiata sopra il suo corpo. Respirava silenziosamente, rannicchiato in posizione fetale per difendersi dalla luce del sole che traspariva dalle finestre. Yeonjun si ritrovò a sorridere, pensando a quanto Taehyun fosse tenero e carino. Sicuramente non era quella l'impressione che aveva avuto quando si erano incontrati per la prima volta ad Ordos, anzi. Taehyun era apparso arrogante ed estremamente sicuro di sé, sempre pronto alla sfida. La presenza di Beomgyu però aveva aiutato a smussare gli angoli spigolosi del suo carattere, permettendogli di abbassare la guardia e mostrarsi anche nelle sue fragilità.

Yeonjun si accorse in quel momento di provare un forte e sincero affetto per quei ragazzi. Si ritrovò a desiderare di poter trascorrere con loro tutto il resto della sua vita.

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