4.6 In the shadow

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Beomgyu sbadigliò, entrando in cucina.

Si passò una mano tra i capelli disordinati, cercando di sistemarli, ma ci rinunciò un attimo dopo. Forse avrebbe dovuto tagliarli, anche se in realtà gli piaceva la sua immagine riflessa nello specchio, era convinto che i capelli leggermente lunghi fossero davvero adatti a lui.

Beomgyu posizionò un pentolino sul fornello, accendendolo per riscaldare l'acqua e prepararsi un the. Sbadigliò ancora, stropicciandosi gli occhi per cercare di risvegliarsi il prima possibile. Aveva sempre faticato a tornare rapidamente cosciente dopo aver dormito a lungo.

"Kai, potresti preparare la colazione anche per me? Ho un'importante call di lavoro e...".

Beomgyu si voltò, vedendo Taehyun entrare nella cucina con un computer portatile sottobraccio. Il ragazzo più piccolo si zittì all'istante, irrigidendosi. "Sto preparando il the, ne vuoi una tazza?" domandò Beomgyu, non ancora del tutto sveglio. Taehyun non rispose, limitandosi semplicemente a scuotere la testa. "No, sono di fretta" borbottò. Beomgyu si strinse nelle spalle. "Come vuoi" ribatté in tono assolutamente piatto, come se non gliene importasse poi molto.

Quando vide l'acqua bollire nel pentolino, spense il fuoco e vi versò dentro le foglie per l'infusione. Sentendosi osservato si voltò ancora, notando chiaramente lo sguardo di Taehyun fisso su di lui. "Che c'è?" domandò, forse anche troppo bruscamente. L'altro ragazzo scosse la testa, come per negare qualcosa che non gli era stato nemmeno chiesto, evidentemente a disagio. La verità era che non era pronto ad affrontare Beomgyu di prima mattina. E soprattutto, quel Beomgyu, ossia la sua versione migliore.

Capelli scuri scompigliati, espressione vagamente imbronciata a causa del sonno, voce roca e pigiama grigio con un grande fiore giallo stampato sulla maglia.

Taehyun deglutì, faticando a spostare lo sguardo. Quello era il Beomgyu che preferiva, quello che aveva trascorso ore ad ammirare dopo la loro prima notte a New York. Un Beomgyu estremamente tenero e indifeso, ben distante dal suo solito carattere irriverente ed estroverso. Le guance di Taehyun si tinsero di rosso per l'imbarazzo, mentre nella sua testa non riusciva a pensare ad altro se non che l'altro ragazzo fosse davvero bellissimo. E probabilmente gli mancava anche avere con lui lo stesso rapporto di prima. Sesso a parte, parlare con Beomgyu era sempre stimolante. E Taehyun era riuscito a rovinare tutto quello solo per un'assurda paura. Ma ormai era troppo tardi per rimediare. Kang Taehyun non tornava mai indietro, soprattutto se si trattava del suo orgoglio personale.

"Devo andare" borbottò il ragazzo, stringendo più forte il computer contro il suo petto e volando letteralmente via dalla cucina. Beomgyu corrucciò la fronte, non riuscendo del tutto a comprendere il suo comportamento. Era da giorni che lui cercava di trattare Taehyun il più normale possibile, mentre il ragazzo lo evitava di proposito oppure reagiva in modo strano come in quel momento.

"Cosa è successo? Ho quasi rischiato di scontrarmi con Taehyun che fuggiva via come se avesse visto un cadavere" sbottò Kai, entrando in cucina. "Eccomi, sono io il cadavere" ribatté Beomgyu, sbuffando ironicamente. Kai abbozzò un sorriso. Si domandò come fosse possibile per il ragazzo più grande riuscire a rimanere così sarcastico anche in un momento in cui di certo non aveva poi così tanta voglia di ridere.

"Mi dispiace ancora per quello che è successo, hyung- sussurrò Kai, sedendosi al tavolo- se io non fossi entrato in quel momento nella tua camera, tutto questo non sarebbe accaduto". Beomgyu si strinse nelle spalle, versando il the in una tazza e preparandone una anche per Kai. "Non è di certo tua la colpa,- ribatté- fidati che prima o poi sarebbe successo comunque. Taehyun mi aveva già avvisato, sapevo che si sarebbe stancato di me. È semplicemente avvenuto prima di quanto mi aspettassi, tutto qui. Ma era già una relazione destinata a concludersi prima ancora di iniziare". Kai scosse la testa "Non sono d'accordo, Gyu. Secondo me Taehyun prova davvero qualcosa per te, ma è solo troppo codardo per ammetterlo con sé stesso. Sai, tutte quelle idiozie del maschio alpha indipendente che non deve chiedere mai".

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