4.7 Ancient map

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Yeonjun aprì il quaderno con gli appunti davanti a sé, appoggiandolo sul terreno sabbioso.

"In questo modo dovremmo essere più veloci nella traduzione" disse, indicando a Kai di sedersi accanto a lui. Era vero che Yeonjun ormai conosceva il linguaggio degli Inanima a memoria, ma in alcuni casi preferiva comunque essere sicuro dell'interpretazione, soprattutto quando si trattava di reperti così importanti.

Kai annuì, stendendo la fragile mappa vicino agli appunti. L'avevano trovata quella mattina inserita in un vaso di terracotta, sepolta sotto vari strati di terra. E, nonostante fosse chiaro che si trattava di qualcosa legato agli Inanima, non avevano ancora compreso cosa ci fosse scritto.

"È come se stessero parlando in codice- mormorò Yeonjun, lo sguardo fisso sulla pergamena- osserva in questo punto. L'unione di queste parole non ha senso. Per quale motivo dice che un flauto è la chiave di tutte le ricchezze?". "Forse amavano la musica?" propose Kai, ridacchiando. Yeonjun gli rifilò un'occhiata di fuoco, tornando poi a concentrarsi sulla mappa. Tuttavia, dopo solo qualche istante rilasciò un sospiro di frustrazione, scuotendo la testa. "Non sono nemmeno sicuro che stiano parlando del tesoro che noi cerchiamo" replicò. Kai si strinse nelle spalle "In realtà il fatto che è così difficile decriptare il vero messaggio può indicare che siamo sulla strada giusta. Se dovessi scrivere alcune indicazioni per recuperare un grande tesoro di certo non userei un linguaggio chiaro e preciso".

"Hai ragione- si lamentò Yeonjun, massaggiandosi le tempie- dobbiamo lavorare di fantasia, cercare di capire che cos'è in realtà questo flauto a cui loro fanno riferimento". Kai guardò il ragazzo seduto accanto a lui, lasciandosi sfuggire un sorriso intenerito. "Hyung, da quanto non dormi?" gli domandò, improvvisamente. Yeonjun sollevò lo sguardo su di lui, corrucciando la fronte "Cosa intendi" borbottò. Kai continuò a sorridere. "Da quanto tempo non dormi almeno sette ore a notte" spiegò. "Da quando sono nato- ribatté Yeonjun sbuffando ironicamente, poi aggiunse- in realtà è da qualche giorno che dormo male in effetti, ho la costante impressione di essere osservato o inseguito". "È la stanchezza, ti rende paranoico" scherzò Kai, colpendolo con il gomito. "È la stessa cosa che mi ripete Soobin" rispose Yeonjun, anche se in realtà non appariva affatto convinto di quella versione.

"Forse è meglio prenderci una pausa, ho visto un piccolo bar non distante dall'ingresso del sito archeologico" propose Kai. Yeonjun annuì immediatamente, alzandosi in piedi. "Effettivamente ho proprio bisogno di un caffè" disse, stirando i muscoli indolenziti. Kai sorrise, soddisfatto di essere riuscito a far riposare un po' l'archeologo. "Questi appunti possono aspettare il nostro ritorno" ribatté, chiudendo il quaderno e riponendolo insieme alla mappa in una sacca di tela. Si diresse poi con Yeonjun verso l'entrata degli scavi.



"Devo ammettere che hai avuto proprio una buona idea- esclamò Yeonjun, terminando di bere il suo iced Americano- avevo bisogno di reintegrare caffeina nel mio organismo". Kai sorrise, felice di vedere il suo amico più attivo e rilassato. Trascorrere troppo tempo all'interno degli scavi archeologici non gli faceva bene.

I due ragazzi tornarono nel punto che avevano lasciato una decina di minuti prima per poter ricominciare la traduzione. "Sono carico, sento che riusciremo a comprendere dove si trova il tesoro,- disse Yeonjun, sedendosi nel terreno e fischiettando allegramente- del resto la mappa sembra indicare comunque un perimetro vicino al posto in cui ci troviamo noi ora". Kai annuì, aprendo la sacca di tela per recuperare appunti e mappa.

Il suo cuore perse un battito.

Aprì con maggiore forza la borsa, quasi infilandosi al suo interno per controllare meglio, ma il risultato non cambiò.

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