Il Saudade’s è tutto per me.
Papà è partito per il weekend, e ha deciso che meritavamo tutti un po' di riposo, così ha chiuso il casinò per due giorni.
Sono quasi del tutto sicura che stia frequentando una donna, anche se lui ha detto di essere partito per affari.
Non so come questo mi faccia sentire.
So che i miei genitori hanno preso la giusta decisione divorziando, tra loro era un continuo susseguirsi di litigi, la mamma soffriva e papà non se ne accorgeva neppure.
Ho sempre sognato la famiglia perfetta, avrei voluto un fratellino e magari anche un cane, mamma e papà che si abbracciano sul divano, e i regali sotto l’albero a natale.
Io però non ho mai avuto nulla di tutto questo, ho avuto urla e insulti, porte che sbattono, lacrime e silenzi.
Mamma ha trovato Robert, e sembra felice, anche papà merita lo stesso. Però l’idea di avere qui la sua fidanzata mi manda fuori di testa.
Siamo sempre stati io, lui, e il Saudade’s, e siamo stati felici.
A me, in tutta onestà, basterebbe rimanere così, vorrei restare per sempre l’unico amore del mio papà, ma so che sarebbe sbagliato.
Lui merita di trovare qualcuno, qualcuno che comprenda il suo cuore come la mamma non ha fatto mai, qualcuno che approvi il suo amore per il casinò e che non cerchi mai di frapporsi tra loro.
Merita qualcuno che lo ami esattamente come faccio io: da sempre, per sempre, e con tutta l’anima e il cuore.
Forse ci spero, o forse vorrei rimanere per sempre la principessa di papà, senza una regina, solo noi e il nostro castello.
Forse è per questo che sono scesa giù al casinò un paio d’ore fa, forse erano questi i pensieri che mi tormentavano mentre me ne stavo stesa sul letto a mangiare caramelle, forse non c’entra niente il serpente e il suo stupido contratto.
Forse, e dico forse, è tutta colpa di papà e della sua fidanzata fantasma se mi sembra di impazzire, sarebbe davvero un’ottima ragione in fin dei conti.
Sarà sicuramente per colpa sua se sono scesa qui giù, al casinò chiuso e silenzioso, e ho messo della musica ad alto volume.
Questo è il mio metodo anti-stress: musica a tutto volume, cantare e ballare con la piena certezza che nessuno può vederti o sentirti.
In realtà qualcuno potrebbe sentirmi visto che al piano di sopra ci sono delle camere con degli ospiti, ma poco importa.
Funziona sempre, almeno per la prima ora, dopo finisco sempre per inserire la riproduzione casuale dei brani di Ludovico Einaudi, mi siedo per terra e fisso il vuoto.
Chissà perché i nostri pensieri alle volte sono così dannatamente aggressivi, è come se fossero un piccolo folletto dentro la nostra testa che si mette a martellare e a inveire contro l’umanità.
A volte i miei pensieri mi fanno paura, a volte sento delle unghia invisibili che grattano sulla superficie del mio cervello, e provocano un rumore così fastidioso che mi fa desiderare di tapparmi le orecchie.
Tapparsi le orecchie però non servirebbe, perché i cattivi pensieri resterebbero sempre lì, a urlare e scalciare. Non puoi scappare dalla tua testa, e io ci ho messo un bel po' per capirlo. Tante volte avrei voluto farlo, tante volte ci ho provato.
Un po' di musica, un buon libro, un film dalla trama contorta e avvincente, l’alcol, gli amici. Forse funziona, per un po', poi torni dentro alla tempesta.
Certe volte penso così tanto, e a così tante cose, che vorrei un interruttore per spegnere tutto. I pensieri sono pesanti, opprimenti, sono mostri mascherati.
Fanno paura, a volte, quasi sempre.
Da quando avevo nove anni papà mi chiama piccola pensatrice, perché ho sempre pensato troppo.
Quello che lui non sa però, è che io sono stata costretta a pensare così tanto, perché da bambina nessuno pensava a me.
Mamma e papà erano persi nel tornado che era il loro matrimonio, ed io ero una bambina che cresceva con solo un peluche come amico.
Ho imparato ad allacciarmi le scarpe da sola, a prepararmi la merenda, a mettermi i cerotti sulle dita quando il coltello si spostava di colpo sulla mia pelle.
Ho imparato a leggere da sola, e poi sono andata dai miei genitori per mostrarglielo. Ma loro stavano urlando più forte del solito quella sera, ed io mi ritrovai rannicchiata sul pavimento con le mani sulle orecchie.
La mia testa è sempre stata troppo affollata, c’erano sempre troppe cose dentro, cose che non mi lasciavano in pace.
Finché non è arrivato Ethan.
Poi c’è stato solo lui, ha spazzato via ogni cosa. E da quel momento i pensieri non erano più fastidiosi, non grattavano più con le unghia sulle pareti, non erano più mostri mascherati.
Erano farfalle, fiori colorati, nuvole soffici.
Forse per questo mi ero innamorata di lui in un attimo, perché con un solo sguardo aveva cacciato via tutti i miei mostri, e mi aveva mostrato i colori del mondo.
<Einaudi, sul serio?>
Riconosco subito la voce, per questo scatto e mi metto seduta sul tavolo da poker da cui stavo guardando il soffitto, sdraiata come una stella marina.
<Che ci fai qui? Oggi siamo chiusi.>
Danny sorride e si avvicina a me, poi con un piccolissimo salto si siede sul bordo del tavolo.
<Ho provato a chiamarti e non hai risposto, ho capito subito che ti avrei trovata qui. Mi aspettavo di trovarti con una bottiglia di vodka in mano e della musica techno ad alto volume, ma fa lo stesso.>
<Sai che mi piace Einaudi.>
Faccio il broncio e Danny sorride.
<L’ascolti solo quando sei triste, lo sei adesso?>
<No.>
Alza le sopracciglia e io mi perdo per un attimo nel marrone dei suoi occhi.
Li ho sempre trovati bellissimi, ogni volta che li guardo mi vengono in mente montagne senza neve. Quando conobbi Daniel, al primo anno di liceo, sviluppai una piccola cotta per lui. Ogni volta che mi guardava il mio stomaco faceva una capriola, e sognavo spesso il momento in cui finalmente avrei potuto affondare le dita fra i suoi capelli ramati.
Con il tempo ho trovato un amico però, un amico d’oro che non cambierei mai per nulla al mondo, e ho capito che l’amore non fa per noi.
Danny è davvero un bel ragazzo, questo è innegabile, chiunque vorrebbe vantarsi di essere la sua ragazza, ma per noi è diverso.
Tra noi c’è sempre stato qualcosa di speciale, qualcosa che non è amore ma neppure amicizia. C’è una connessione, una connessione troppo potente per essere rovinata da un sentimento comune come l’amore.
Quello che c’è tra noi va oltre ogni cosa.
Lui mi legge dentro, è come il mio grillo parlante, sa sempre come mi sento anche prima che lo sappia io. Sa cosa voglio sentirmi dire quando sono triste, e cosa non dire assolutamente quando invece sono arrabbiata.
Sa come calmarmi e come rallegrarmi, e soprattutto, è in grado di farmi sempre sentire la persona migliore del mondo, anche quando io mi sento la peggiore in assoluto.
Non posso vantarmi per quanto riguarda l’autostima, ci sono tante cose che non mi piacciono di me, a livello fisico e caratteriale.
Però lui mi fa sentire sempre bella, mi riempie di complimenti e mi fa credere di essere la più intelligente dell’intero globo.
Auguro a chiunque un amico come il mio, perché è la miglior medicina che esista contro questo mondo di merda.
<Non sono triste, solo pensierosa.>
Con un sorriso di mezzo lato scende dal tavolo e si avvicina al bancone, ci sparisce dietro per un secondo e poi torna con una bottiglia di vodka in mano. Si risiede sul tavolo e toglie il tappo senza preoccuparsi di raccoglierlo da terra, ruba un sorso dalla bottiglia e me la porge, socchiudendo gli occhi per il bruciore che il liquore deve avergli provocato alla gola.
<Dimmi tutto.>
Gli sorrido e afferro la bottiglia, prendo un lungo sorso e mi godo la sensazione di calore che sento scendere fino allo stomaco.
<È colpa del serpente.>
Non lo avevo aggiornato di recente, non sapeva ancora del contratto e di tutto il resto, perciò gli faccio un piccolo riassunto mentre beviamo a turno dalla bottiglia.
<Credo di aver bisogno di un attimo per elaborare il tutto.>
<Fai pure.>
Gli passo la bottiglia, ormai a metà, e lo guardo mentre ne prende un lungo sorso e fissa il vuoto per un paio di secondi.
<È folle.>
Dice, guardando ancora davanti a sé.
<Lo so.>
Tira un lungo sospiro e finalmente mi guarda.
<Vuoi farlo?>
Apro la bocca per parlare ma mi blocco, perché una risposta per questa domanda non esiste. Non si tratta di volerlo oppure no, ma di doverlo farlo. È ben diverso.
<Faresti di tutto per questo posto, non è così?>
<È così.>
Prende un altro sorso dalla bottiglia e me la passa, io l’appoggio sul tavolo in mezzo a noi.
<Allora fallo, non pensarci troppo.>
<Non posso credere che sia tu a dirmi una cosa del genere, è una frase più alla Betty.>
Entrambi ci lasciamo andare ad una rumorosa risata, colpa della vodka più che della battuta.
<Tutti noi amiamo questo posto Mandy, non possiamo rischiare di perderlo.>
Salta giù dal tavolo e si avvicina alla consolle da cui proviene la musica.
<Che vuoi che succeda, in fin dei conti? Al massimo ti innamori del serpente e diventi d’improvviso vergognosamente ricca.>
<Perché credete tutti che io possa innamorarmi di lui?>
Alza la testa di scatto dal computer e mi guarda.
<Cosa? Dannazione, no.>
Dalle casse della consolle inizia a suonare della musica techno eccessivamente rumorosa, e lui mi si avvicina porgendomi la mano.
<Non innamorarti di lui, mai. Dico sul serio.>
Gli sorrido e afferro la sua mano, scendo dal tavolo e ci ritroviamo uno di fronte all’altra.
<Non accadrà, è uno schifoso serpente velenoso, ricordi?>
Lui ricambia il mio sorriso e stringe appena un po' di più la mia mano.
<E poi lo sai, sei tu l’unico uomo della mia vita.>
<È la vodka a parlare.>
Aggrotto le sopracciglia nascondendo un sorriso.
<Hai promesso che mi sposerai, se tra dieci anni non avrò ancora trovato un uomo degno di chiamarsi mio marito.>
<E lo farò, puoi starne certa.>
Sorridiamo entrambi e resisto alla tentazione di abbracciarlo forte, Danny non è tipo da abbracci.
<Come diciamo sempre?>
Si avvicina un’altra volta alla consolle e alza al massimo il volume della musica, che ora si propaga per tutto il Saudade’s.
<Balla e non ci pensare.>
Dico, sorridendo e iniziando a ballare, ripetendo il motto che abbiamo inventato al terzo anno di liceo.
Io, lui, e Betty. I miei migliori amici, la mia medicina.
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Bluff
RomanceLa vita a volte somiglia ad una partita di poker, e Amanda lo sa bene. Per questo motivo ogni giorno mette in pratica gli insegnamenti di Ethan, il suo primo amore. Ethan le ha insegnato tutto sul poker, regole e trucchi, e Amanda custodisce le su...