Tutto per questo posto

4.8K 142 7
                                    

Tornare a casa dopo tutto quello che è successo fa strano.
È un po' come risvegliarsi da un sogno, quando ti guardi intorno e ti rendi conto che sei nel tuo letto, nella tua camera, non ti sei mai mosso da lì.
Da una parte questo mi provoca un calore nel petto, una sensazione di calma interiore, la stessa pace che si sente quando si torna a casa dopo una lunga giornata.
Dall’altra parte però…
Vorrei voltarmi e correre, ripercorre tutta la strada all’indietro e tornare lì.
Non so perché, non so per quale motivo vorrei non essermi svegliata da quel sogno che era al tempo stesso fatto di incubi.
Ma ormai eccomi qui, alla solita vita, al solito posto che ho sempre amato tanto.
Anche se adesso c’è Maverick che mi segue ovunque.
Però non mi dispiace per niente, averlo vicino mi tranquillizza, e mi ricorda che non è stato tutto un sogno.
Reale, è stato tutto reale.
<Per quanto rimarrai con me?>
Domando a Maverick, mentre lui mi apre le porte del Saudade’s.
<Finché non saremo sicuri che sia tutto finito.>
<E quand’è che sarà tutto finito?>
Mi guarda da sopra la spalla, e il suo sguardo sembra dire “forse mai”.
Decido di non chiedere oltre, non adesso.
Cammino spedita verso la hall, quasi corro perché non vedo l’ora di chiudermi alle spalle la porta della mia camera e farmi una doccia infinita.
<Ciao, Dotty.>
Saluto la receptionist, mentre lei squadra prima me e poi Maverick, masticando una chewing gum come una capra mastica l’erba.
<Ben tornata, Mandy.>
Finge un sorriso, ma in realtà credo di non starle granché simpatica.
Una volta, qualche anno fa, ha provato a chiedere a Daniel un appuntamento, ma lui l’ha liquidata inventando che io non avrei mai approvato una relazione tra i miei dipendenti.
Da quel momento mi guarda sempre con le sopracciglia aggrottate, e non rivolge la parola a Daniel.
L’unica che sembra starle simpatica è Betty.
<Puoi darmi la chiave di una camera libera?>
Senza dire una parola controlla la lista delle camere, poi prende la chiave di una libera e la poggia sul bancone accanto alle mie mani.
<Non c’è di che.>
Dice, liquidandomi immediatamente.
Prendo la chiave senza neppure risponderle e la passo a Maverick, lui se la infila in tasca e torna a camminarmi affianco.
Mi dirigo verso il casinò, ben consapevole di chi ci troverò.
Betty e Daniel chiacchierano a tono alto, senza preoccuparsi del fatto che le loro voci si riescono a sentire dalla hall.
Danny sta poggiato al bancone del bar con i gomiti, mentre Betty ci sta seduta sopra, con le gambe accavallate e i morbidi boccoli biondi che le ricadono sul viso.
Quando li vedo il mio cuore si scalda un po' di più, e mi rendo conto solo adesso di quanto mi siano mancati.
Betty mi nota per prima, e Daniel si zittisce di colpo quando la vede sorridere e allargare le braccia.
<Amica!>
Urla, mentre io gli vado in contro.
Quando li raggiungo lei non salta giù dal bancone, ma si abbassa quanto basta per posarmi un morbido bacio sulla guancia, che io accolgo volentieri.
Danny mi sorride soltanto, e mi osserva attento mentre io mi lascio cadere su uno sgabello, come se volesse assicurarsi che sia tutta intera.
<Allora, com’è andata la tua vacanza romantica?>
Daniel alza gli occhi al cielo, mentre io sorrido lievemente alla mia amica che intanto osserva Maverick, fermo a qualche passo da noi.
<Nessuna vacanza romantica, B.>
Daniel fa rimbalzare lo sguardo da me a Betty, per poi finire su Maverick.
<Puoi per favore spiegarci che diavolo ti è successo in questi giorni?>
Parla a nome di entrambi, ed io capisco che gli devo proprio una spiegazione, nonostante non ne abbia nessuna voglia.
<Siamo scappati da un’asta di beneficenza, il serpente mi ha esiliata in casa sua, abbiamo fatto una lotta corpo a corpo su un materassino, e li ho guardati mentre sparavano a dei bersagli.>
I loro occhi si posano su di me, perfino quelli di Betty si sono decisi a lasciare andare Maverick. Anche la guardia del corpo adesso mi guarda, con le sopracciglia aggrottate, proprio come i miei amici.
<Ah, quasi dimenticavo.>
Aggiungo, muovendo la mano per sottolineare la mia dimenticanza.
<Poi un uomo è entrato in casa, mi ha seguita per i corridoi, ha aggredito Logan e io gli ho sparato.>
Betty mi guarda sbattendo gli occhi in maniera frenetica, mentre Daniel ha  spalancato la bocca.
<Stai scherzando?>
Mi chiede quest’ultimo.
<Lo vorrei, amico mio, lo vorrei davvero.>
Loro due si guardano, chiedendosi chi dovrebbe dire qualcosa e cosa dovrebbe dire, ma io non ho voglia di prolungare questa conversazione.
<Vado a buttarmi sotto la doccia.>
Concludo, scendendo dallo sgabello e dando le spalle alle loro espressioni scioccate.
<Mandy.>
Daniel mi richiama, e io mi volto in attesa che dica quello che deve dire.
<Tuo padre lo sa.>
Dice alla fine, spiazzandomi.
<Sa che non sei stata da noi.>
Grandioso.
Prendo un lungo respiro, fingo un sorriso, e me ne vado senza dire una parola.
Raggiungo l’ufficio di papà, e resto per un attimo a contemplare la porta.
<Mi proteggeresti anche se fosse mio padre a volermi uccidere?>
Mi rivolgo a Maverick, che si fa scappare un sorrisino.
<Questo non posso prometterlo.>
Gli sorrido anche io, ma a stento, poi giro la maniglia ed entro in ufficio, mentre lui si apposta fuori la porta.
<Ciao, papà.>
Lui alza la testa dai fogli su cui stava piegato, e proprio come Daniel, mi squadra dalla testa ai piedi per assicurarsi che io sia tutta intera.
Dopo aver fatto questo, il suo sguardo passa da preoccupato a terribilmente incazzato.
<Stai bene?>
Chiede soltanto, riportando lo sguardo sui fogli.
<Si.>
Rispondo secca, perché ho già capito come ha deciso di punirmi.
<Ottimo.>
Si alza dalla sedia, sistemando i fogli sulla scrivania in modo perfettamente ordinato.
<I colloqui iniziano tra dieci minuti.>
<Quali colloqui?>
<Ci serve un nuovo croupier, ho licenziato Jonass.>
Sposto il peso da una gamba all’altra, perché mi sento piccola sotto il suo sguardo.
<Perché?>
<Perché non era affidabile, avresti dovuto farlo molto tempo fa, era una tua responsabilità.>
<Lo so, ma io...>
Stavo per dirgli che Jonass era uno dei migliori, nonostante la sua poca affidabilità.
Un coglione, certo, ma comunque uno dei migliori nel suo lavoro. Per questo ho sempre aspettato per licenziarlo, pur sapendo che avrei dovuto farlo prima o poi. Speravo in un suo cambiamento.
<Risolvi questa storia, Amanda. È una tua responsabilità.>
Conclude, aprendo la porta e andandosene senza neppure notare Maverick.
Avrei dovuto aspettarmi una simile accoglienza, sta cercando di punirmi.
Vuole mettere in evidenza il fatto che sono scappata via venendo meno alle responsabilità che ho nei confronti del Saudade’s.
Ma io non ho dimenticato le mie responsabilità, non ho dimenticato il Saudade’s.
Ho sempre fatto tutto per questo posto, tutto.

BluffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora