Il Saudade’s è il mio posto nel mondo. L’unico che abbia mai chiamato casa, l’unico in cui sto bene.
Per gli altri può essere solo l’ennesimo casinò di Las Vegas, ma per me è molto di più, è sempre stato molto di più.
È il gioiellino di papà, e con il tempo ho imparato ad amarlo quanto lo ama lui.
Amo i suoi rumori, il suono delle risate, la musica durante gli spettacoli. Amo il rumore delle fiches che sbattono tra di loro, il suono delle carte mentre il croupier le mischia, il tintinnio dei bicchieri. Amo i suoi colori, il suo calore, la gioia che emana.
È per questo che ho deciso di rimanere qui, con papà, quando i miei hanno divorziato e mamma è tornata in Spagna.
Vivere con Ines Hernandez è un incubo, per me. Amo la mia mamma, ma lei è un tornado, è caos allo stato puro, ed io voglio solo pace.
L’amore per papà e per il casinò ha superato tutto, per questo quando il giudice mi aveva chiesto con chi volessi vivere avevo risposto: al Saudade’s.
E non me ne sono mai pentita, neanche per un istante. Questo è il mio posto.
Quando ero bambina passavo ogni giorno qui, a guardare la gente giocare e ridere. Mi affascinavo ad ogni spettacolo, ad ogni esibizione, ad ogni artista.
Adesso sono io ad organizzare gli spettacoli, sono io a gestirli, e non c’è niente che mi renda più felice.
<Rosso, Greg. Ordina tutto ciò che trovi di rosso per questa sera, deve essere dappertutto.>
Greg corre in punta di piedi ed io sorrido, il suo modo di correre a destra e a sinistra dopo ogni mia richiesta mi fa sempre sbellicare. Mi avvicino al bar ancora ridendo, e Betty ovviamente sta facendo lo stesso.
<Smettetela di prenderlo in giro.>
Sbuffa Daniel, l’adulto del gruppo.
Noi tre siamo un trio dal liceo, quando ci siamo diplomati non concepivo l’idea di non vederli più ogni giorno, perciò ho convinto papà ad assumerli al casinò. Adesso Betty è la più bella delle cameriere, Daniel il barista più sexy di Las Vegas, ed io non sono per niente di parte.
<Allora, per stasera?>
Betty fa un salto e si siede sul bancone con i piedi a penzolone, io la imito, mentre Daniel mi passa una busta di patatine.
<Non lo so B, lo spettacolo potrebbe finire molto tardi.>
<Mandy, questo posto appartiene a tuo padre, non verrai licenziata se te ne vai prima.>
<Non vale lo stesso per noi però, biondina festaiola.>
Le ricorda Daniel.
<Christopher ci adora, guasta feste, non c’è problema.>
Io e Daniel scoppiamo a ridere mentre Betty ruba qualche patatina dal pacco che tengo in mano.
<D’accordo, fatemi avvisare papà.>
<Così mi piaci!>
Betty batte le mani entusiasta.
<Sapete dov’è?>
Scendo dal bancone e sbatto le mani l’una con l’altra per pulirle.
<In ufficio, c’è di nuovo quel tizio.>
Daniel si rabbuia.
<Chi?>
Chiede Betty.
<Di nuovo quel tizio con il tatuaggio?>
Chiedo.
<Uuuh, mi piace, che tatuaggio?>
Betty si illumina, la sua ossessione per i ragazzi non tarda a farsi viva. Lei è come una calamita, ovunque vada tutti si girano a guardarla, e lei si lascia guardare, ben consapevole della sua bellezza. Poi seleziona, sceglie quello che fa al caso suo, solitamente dipende dall’umore della giornata, se lo porta a letto e poi non richiama mai.
<Un serpente attorno alla clavicola.>
Le risponde Daniel.
<Sexy!>
Esulta lei.
<Perché viene così spesso? Non capisco.>
Era un ragazzo di qualche anno più di me, ventiquattro o venticinque anni al massimo. Non ero ancora riuscita a guardarlo attentamente, era venuto quasi ogni giorno nell’ultima settimana, ma io riuscivo solo a vederlo di sfuggita. Daniel invece ci aveva anche parlato, mi aveva detto del tatuaggio e dei suoi bei vestiti firmati.
<Tuo padre non ti ha detto niente?>
<Niente.>
Mi rabbuio per un attimo, io e papà non abbiamo mai avuto segreti.
<Va’ a chiederglielo,no?>
<Giusto B, come farei senza di te?>
Rido ironica, poi lascio Betty e Daniel a litigare per l’ultima patatina e mi avvio verso l’ufficio di papà.
Quando arrivo alzo la mano per bussare ma la porta si apre di scatto, facendo ricadere la mia mano chiusa a pugno su un petto scolpito. Prima di alzare lo sguardo sul viso attaccato a quel corpo, noto la testa di un serpente che esce dal colletto della camicia firmata.
Alzo lo sguardo, e vengo rapita da due occhi grigi, che mi osservano con un’intensità che mi fa quasi tremare.
<S-scusa.> balbetto.
Ma il ragazzo dai capelli neri sposta lo sguardo di scatto, quasi come se non volesse guardarmi, poi mi passa accanto frettolosamente e scompare.
Resto immobile davanti alla porta, come se avessi appena avuto una visione che nessun altro è in grado di vedere.
<Tutto okay, tesoro?>
La voce di papà mi strappa dallo stato di trance in cui ero caduta senza accorgermene. Entro e chiudo la porta alle mie spalle.
<Chi è quel ragazzo?>
<Un amico.>
Sbuffo una risata.
<Da quando hai amici così giovani?>
<Stai dicendo che sono vecchio?>
Sorride di mezzo lato, mi avvicino e mi siedo sulla sedia davanti alla scrivania.
<Sul serio papà, chi è? È venuto qui tutti i giorni di recente.>
<Mi piace gestire il locale con te, Mandy...ma ci sono affari che devo risolvere da solo, lo sai.>
<Ma è tutto okay?>
<Certo che si. Allora, era questo che volevi chiedermi?>
<In realtà no.>
Gli faccio i miei soliti occhi dolci, funzionano sempre.
<D’accordo, potete staccare prima stasera.>
Scatto in piedi e giro intono alla sua scrivania, lo abbraccio e gli stampo un sacco di baci sulla guancia.
<Grazie, grazie, grazie.>
Lo abbraccio un’ultima volta e poi esco per dare la notizia ai ragazzi.
Qualche ora più tardi, siamo vestiti di tutto punto e stiamo per entrare in discoteca.
Ci dirigiamo prima verso il bar per prendere da bere, non riuscirei a sciogliermi altrimenti.
In fila, mentre aspettiamo il nostro turno, io e Betty ci guardiamo intorno mentre Daniel se ne sta con le braccia conserte, come se fosse la nostra guardia del corpo.
<Rilassati 007, siamo al sicuro.>
Lui si concentra su di me e sorride.
<Sei molto bella stasera, Mandy.>
<Lo hai già detto almeno tre volte.>
Lo rimprovera Betty.
<Sei gelosa? Posso dirlo anche a te, se ti fa piacere.>
<Non serve, io lo so già.>
Ridiamo e avanziamo in fila.
<Ehi, guardate, c’è il tizio che viene troppo spesso al casinò.>
Io e Betty ci giriamo verso la direzione in cui sta guardando Daniel, e noto anch’io il ragazzo dagli occhi grigi.
<È davvero lui.>
Dico, osservandolo da lontano.
<Vi riferite a quel figo laggiù?>
Betty sorride di mezzo lato, come se avesse appena avvistato la sua preda della serata.
<Se vuoi posso convincerlo a dirmi perché viene così spesso, sai quanto posso essere persuasiva.>
Si morde il labbro, come se stesse già assaporando la sua carne.
<Che eleganza B, davvero.>
<Taci, Danny.>
Li lascio bisticciare tra loro, e senza pensarci due volte inizio a camminare verso il ragazzo. Quando arrivo dietro di lui tocco per due volte la sua spalla, per attirare la sua attenzione.
Lui si gira e mi guarda dall’alto, questa volta non distoglie lo sguardo e non scappa, ma sento i suoi occhi su di me che scavano in profondità.
<Posso esserti utile?>
La sua voce sovrasta la musica, all’improvviso mi sembra di essere in una stanza silenziosa, solo noi due. Il suo sguardo mi inchioda al pavimento, facendomi sentire piccola e in imbarazzo, il mio stomaco fa una capriola. Il mio corpo urla restando zitto, come se avesse aspettato per tutto questo tempo di essere guardato da questi occhi.
<Posso sapere il tuo nome?>
Chiedo, supplicando al mio cuore di calmarsi.
Sono sempre stata una ragazza abbastanza sicura di sé, perché adesso mi sento così insignificante?
<Logan>
dice, avvicinandosi al mio orecchio per permettermi di sentire meglio. Io trattengo il respiro senza volerlo.
<Logan Harris.>
Si allontana da me ed io torno a respirare, mentre il mio sguardo si posa di nuovo sul suo viso e lo studio. Ho la sensazione che mi ricordi qualcosa che è ormai sepolto nella mia mente.
<Bene, Logan Harris>
dico, schiarendomi la voce e riprendendo il controllo del mio corpo.
<Adesso ti dispiacerebbe dirmi per quale motivo vieni ogni santo giorno al mio casinò? Sei per caso uno di quelli che chiede il pizzo alla povera gente? Stai minacciando mio padre? Se è così io giuro che...>
Scoppia a ridere ed io mi zittisco di colpo.
<Calmati, asso, non sto minacciando nessuno.>
Si avvicina un’altra volta al mio orecchio, ed io per istinto chiudo gli occhi, percependo una carezza fantasma sul viso.
<Faccio solo affari.>
Si stacca dal mio orecchio e mi supera, sparendo tra la folla.
Una mano tocca la mia spalla ed io mi giro di soprassalto.
<Tutto okay? Che ti ha detto?>
Mi chiede Daniel, preoccupato.
<Dobbiamo odiarlo? Un po' mi dispiacerebbe, è così sexy.>
Betty si alza in piedi per cercarlo tra la folla, mentre io resto incantata a fissare il pavimento.
Si, forse dobbiamo odiarlo, ma non ne sono ancora sicura.
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Bluff
RomanceLa vita a volte somiglia ad una partita di poker, e Amanda lo sa bene. Per questo motivo ogni giorno mette in pratica gli insegnamenti di Ethan, il suo primo amore. Ethan le ha insegnato tutto sul poker, regole e trucchi, e Amanda custodisce le su...