<Ehi, amica.>
Guardo alle mie spalle attraverso il riflesso dello specchio del bagno comune del casinò, e Betty mi sorride, appoggiata alla porta.
<Va tutto bene?>
Mi sono alzata dal grande tavolo in cui sta seduto tutto lo staff del Saudade’s subito dopo il pranzo, credevo mi servisse solo una pausa per usare il bagno, ma mi sbagliavo. In realtà avevo solo bisogno di un attimo di quiete, e l’ho trovata quando entrando ho percepito il silenzio che rimbombava tra le pareti dei bagni vuoti.
<Sto bene.>
Le dico, aprendo il rubinetto e infilando le mani sotto l’acqua fresca. Lei fa qualche passo e mi raggiunge, poggiandosi con il fondo schiena sul marmo dei grandi lavandini.
<A me non sembra.>
La guardo di sbieco, mentre lei mi osserva e mi studia con attenzione.
<È tutto okay, B, dovevo solo andare in bagno.>
<Non mi riferisco solo ad oggi.>
Chiudo l’acqua e faccio su e giù con le mani per asciugarle un po', poi mi avvicino alla pila di asciugamani pulite che lasciamo sempre a disposizione e ne prendo una.
<È da un po' che non trascorriamo del tempo insieme, neppure con Danny.>
Si gira verso gli specchi e inizia ad aggiustarsi le morbide onde dorate.
<Ci vediamo tutti i giorni.>
Le ricordo, posando l’asciugamano e posizionandomi al suo fianco. La osservo dallo specchio, mentre lei continua a giocare con i suoi capelli, gli occhi blu che brillano sotto la luce soffusa del bagno.
<Ci vediamo perché lavoriamo tutti qui.>
Precisa, prendendo a pizzicarsi le guance per arrossarle appena.
<Arriva al punto.>
Il suo sguardo si fa serio, e così anche il mio. Mi posiziono dando le spalle agli specchi, poggiandomi ai lavandini con le braccia incrociate.
<Daniel dice che ci stai tagliando fuori.>
Aggrotto le sopracciglia, mentre i suoi occhi si macchiano di una strana tristezza.
<Lo dice Daniel, oppure tu?>
Inclino appena la testa, assumendo un atteggiamento quasi ostile.
<Entrambi.>
Smette finalmente di osservarsi allo specchio, e posa i suoi occhi color cielo su di me.
<Insomma, Mandy, mentirei se dicessi che non mi piace avere Maverick attorno.>
Sbuffo una risata, ed anche le sue labbra si curvano appena.
<Però, da quando Logan e la sua banda sono sbucati fuori dal nulla, tu sei diversa.>
Stringo la presa delle mani intorno alle braccia, perché i tasti che stiamo toccando non mi piacciono affatto.
Si, forse sono stata trasportata dagli eventi che né lei né Danny possono neppure immaginare, ma io sono sempre io. Sono sempre Mandy, sempre la stessa.
<E in cosa sarei diversa?>
<Tu...>
Si allontana da me, andando ad appoggiarsi alla parete di fronte, tra una porta e l’altra delle toilette.
<Fai cose strane, sparisci, non ci dai notizie. Rubi l’auto di Daniel e torni come se fossi appena uscita da una miniera, parli di pistole, e spari, e uomini che ti inseguono.>
Abbasso lo sguardo, elaborando gli atteggiamenti a cui i miei amici hanno dovuto assistere negli ultimi tempi.
Probabilmente avrei dovuto dargli più spiegazioni, raccontargli cosa mi stava succedendo intorno. Ma c’erano così tante cose da elaborare, così tante che anch’io ho sempre fatto fatica.
<Che cosa succede, Mandy? Tu...>
Rialzo lo sguardo verso di lei di fronte all’esitazione nella sua voce, e il suo sguardo adesso mi pare colmo di angoscia.
<Sei nei guai?>
Si. No. Forse?
Vorrei tanto saperlo anche io, eppure come lei sono schiava degli eventi, incapace di comprendere.
<Qualunque cosa sia, noi possiamo aiutarti. Noi...noi siamo il trio, siamo una squadra. Lo siamo sempre stati.>
Tira un lungo respiro, e adesso vorrei solo inginocchiarmi ai suoi piedi ed alzare le mani sopra la testa. Mi sento colpevole.
È colpa mia se la mia amica ha quello sguardo d’angoscia e di paura, colpa mia se adesso sta mettendo in dubbio il legame che c’è sempre stato tra noi.
<Non è così?>
Mi chiede alla fine, come un ultimo colpo al cuore.
<Certo che è così.>
Muovo un passo verso di lei, con le mani protese, ma mi blocco a metà strada.
<Io...>
Inizio, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi, mentre lei mi concede il tempo che mi serve.
<Mi sono ritrovata in un gran casino, B.>
Riprendo a guardarmi i piedi, cercando le parole giuste.
Però non le trovo, non so da dove iniziare, e non so come spiegare il macigno che da giorni mi pesa sul cuore.
<Ti sei innamorata?>
Alzo di scatto la testa verso di lei, come se mi avesse appena accoltellato con un colpo inaspettato.
<Ti sei innamorata di lui, non è vero?>
Il mio battito accelera, e la parola innamorata mi rimbomba nella testa, somigliando ad una parola proibita.
<No.>
Rispondo secca, lasciando uscire quelle due lettere come se la mia lingua si fosse mossa da sola.
<Oh, andiamo, Mandy.>
Si scosta dalla parete e muove un paio di passi verso di me, ma lasciando ancora una notevole distanza tra di noi.
<Lo vedo, ti si legge negli occhi.>
Scuoto la testa, e mi giro per sfuggire al suo sguardo.
<Lo vedo come lui sembra essere qui anche quando non c’è, come se ti restasse attaccato addosso.>
<No.>
Ribadisco, allontanandomi ancor di più da lei. Torno vicino ai lavandini, e quando ci poggio sopra i palmi delle mani il freddo del marmo mi pizzica. Inclino la testa verso il basso, e continuo a scuoterla, come se quel movimento possa zittire le sue parole.
<Dici di no perché è la verità, o perché non vuoi accettarlo?>
<Dico di no perché è sbagliato.>
Rialzo la testa e osservo il mio riflesso allo specchio. Le occhiaie scure mi ricordano la notte insonne che ho trascorso, ore perse ad osservare quell’arcobaleno dentro la bolla di vetro.
Ho osservato la finta neve danzargli attorno, e l’ho stretta così tanto tra le mani che avrei potuto scheggiarla. Ho letto e riletto quella frase, quelle parole che sono entrate dentro di me e si sono depositate su una collinetta del mio cuore.
Ho preso in mano il cellulare, per due volte, ed entrambe le volte sono rimasta ferma a fissare il suo nome sullo schermo.
Poi però altre parole mi rimbombavano nella testa.
Sei patetica, Amanda.
Hai questa smania di salvarmi, ma non hai ancora capito che io non voglio essere salvato da te.
Parole che, senza che me ne accorgessi, mi hanno marchiata in modo irreversibile.
<Lui...>
Inizio, mentre guardo il riflesso di Betty sullo specchio, immobile e in attesa alle mie spalle.
<È un egoista, narcisista, ed egocentrico stronzo.>
Mi giro verso di lei, la resa stampata nello sguardo, ma anche la tristezza che ormai invade il mio sangue.
<Non gli importa di me, anzi forse non gli importa di nessuno, solo di sé stesso.>
Mi passo una mano tra i capelli, esausta ed esasperata, mentre lei assume un’espressione di dolcezza e compassione.
<Il caos si muove con lui, gli cammina alle spalle come un’ombra. Non c’è niente di buono nel suo cuore, la sua anima è dannata, e le sue mani sono sporche di sangue.>
Riprendo a scuotere la testa, mentre Betty inizia a muovere minuscoli passi verso di me.
<È arrogante, presuntuoso, sadico.>
Cammina ancora verso di me, ed io indietreggio fino a sbattere contro il marmo dei lavandini, sussultando.
<È stato un gioco, per lui è sempre stato un fottutissimo gioco.>
Betty si ferma di fronte a me, ed io trovo il coraggio per guardarla negli occhi.
La dolcezza che ci trovo dentro mi disarma, mi fa tremare il corpo e il cuore, e mi sento così fragile adesso.
<Tu però ti sei innamorata.>
Il cuore mi batte all’impazzata, schiavo di un’emozione che non so descrivere, non so riconoscere.
La mia migliore amica mi guarda come se fossi un uccellino ferito, ed io odio sentirmi così inerme, così logorata.
<Non posso, B.>
Dico, arrendendomi.
Lascio ricadere le braccia, e un nodo mi si forma in gola, mentre lacrime dolorose mi pungono gli occhi.
È un’emozione, mi dico. Dovresti esserne grata.
Però a me non piace, non la voglio questa emozione che mi fa sentire facile da spezzare, debole. Non voglio sentirmi così.
<Manca solo un ultimo colpo.>
La guardo con occhi bagnati di pioggia, e deglutisco per liberarmi la gola da singhiozzi a cui non permetterò di uscire.
<Un ultimo colpo, e poi il mio cuore sarà distrutto per sempre.>
<Mandy...>
In un soffio Betty mi getta le braccia al collo, mi stringe forte ed io mi arrendo definitivamente.
Mi nascondo tra il suo collo e la sua spalla, chiudo gli occhi, e lascio che il mio corpo trovi la pace in quell’abbraccio.
<Non posso lasciare che mi uccida.>
Sussurro, mentre il suo profumo si mischia al mio.
Lei si stacca dall’abbraccio e mi prende il viso tra le mani, disegnando piccoli cerchi sulle mie guance.
<Reprimerlo ti sta già uccidendo, però.>
Le parole mi arrivano dritte al cuore, e quella verità si fa spazio dentro di me seminando radici.
Quando è successo? Mi chiedo, tra i tuoni nella testa.
Quand’è che è passato dall’essere il serpente velenoso a Logan, solo Logan.
Non me ne sono accorta…
Non mi sono accorta del sentimento che cresceva in me, del fiore che sbocciava, delle nuvole che passavano dal nero al grigio.
<Che cosa devo fare, allora?>
La guardo supplichevole, implorandola in silenzio di aiutarmi ad uscire dal labirinto in cui mi sono persa.
<Devi rischiare.>
Rischiare.
Quanto coraggio ci vuole, per rischiare di perdere il cuore?
Se non rischi, se non ci provi, il dubbio di come potrebbe essere farà marcire la tua anima. Ma se, rischiando, il tuo cuore dovesse andare incontro al colpo di grazia?
E allora che fare, morire rischiando, o morire arrendendosi?
<A volte ci attendono cose meravigliose oltre l’orizzonte, ma se non ci avventuriamo nel mare in tempesta, se ci lasciamo spaventare, non le raggiungeremo mai.>
Tiro un lungo respiro, con la gola tremante colma di angoscia.
<E se poi va male?>
Le chiedo, come un bambina impaurita.
<Se poi ci perdi il cuore?>
Lei mi sorride come farebbe una madre, e mi accarezza i capelli con cura e dolcezza.
<Vorrà dire che lo annaffierai ancora, facendolo ricrescere più forte e più scaltro, affinché possa ripartire per un nuovo viaggio.>
Torno a poggiare il viso sul suo petto, e lei mi accarezza ancora con delicatezza.
<Io però ho paura.>
<Lo so.>
Mi stringe a sé, ed io mi lascio cullare dal suo tocco, dal sapore di casa che emana, e dall’amore che mi dona ricaricando la batteria del mio cuore.
<Tutto quello che senti, Mandy, tutte queste emozioni che adesso non ti piacciono, servono solo a ricordarti che sei viva.>
Mi posa un caldo bacio sulla fronte, sciogliendo di poco il nostro abbraccio.
<Non reprimerle, perché anche queste emozioni ti servono, anche queste ti nutrono.>
Annuisco debolmente, sbattendo gli occhi per lasciar scende una sola, unica, lacrima.
<Naviga, Mandy, naviga in questo mare agitato e poi gettati tra le onde. Vedrai...>
Sorride, e anche se non la imito con le labbra lo faccio con il cuore.
<Vedrai che alla fine ne varrà la pena. La vita riserva grandi cose alle persone che sono disposte a rischiare.>
<Perciò?>
Chiedo infine, piena di nuove emozioni che mi fanno vibrare l’anima.
<Perciò rischia, naviga, nuota. Va’ a prenderti la felicità che ti spetta, anche a costo di strapparla a morsi dal mondo.>
Mi prende le mani e le stringe forte, sorridendo.
<Te la meriti, la meriti tutta.>Nota autrice: so che questo capitolo è un po' corto, ma fidatevi, per ciò che verrà dopo vale la pena aspettare.
Mary❤️🌈
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Bluff
RomanceLa vita a volte somiglia ad una partita di poker, e Amanda lo sa bene. Per questo motivo ogni giorno mette in pratica gli insegnamenti di Ethan, il suo primo amore. Ethan le ha insegnato tutto sul poker, regole e trucchi, e Amanda custodisce le su...