<Entra.>
Urlo dall’interno della mia camera, mentre finisco di allacciarmi i piccoli bottoni della camicia color cipria.
Maverick entra come una furia, ma si assicura di non sbattere la porta quando se la richiude alle spalle. La sua gentilezza nei confronti degli oggetti mi fa quasi paura.
<Spiegami.>
Dice, incrociando le braccia al petto, i suoi bicipiti che si gonfiano sotto la camicia nera. Oggi non porta la giacca, e i pantaloni gli stringono al punto giusto i glutei sodi e allenati. Capisco perfettamente perché si girano tutti nella mia direzione quando mi aggiro per il Saudade’s con un’ombra appresso.
<Buon giorno anche a te.>
Gli rivolgo un sorriso, mentre infilo una mano nella manica della giacca color pesca.
<Spiegami perché lo hai fatto.>
<Fatto cosa?>
In realtà so esattamente a cosa si riferisce, e mi stupisce che abbia aspettato tutto questo tempo prima di parlarmene. Non l’avrò mica spaventato con la mia minaccia di ieri?
<Sai benissimo a cosa mi riferisco.>
<No che non lo so.>
Gli sorrido ancora, consapevole della perfidia che mi illumina il viso, e del fastidio che accende il suo sguardo.
<Al fatto che hai assunto quel Callum, e mi hai chiesto di mentire al mio capo, nonché il mio migliore amico.>
Mi fa sorridere il fatto che finalmente si riferisce a Logan con il titolo che davvero gli spetta.
<Si chiama Colin, non Callum.>
<A chi importa come si chiama?>
Mi do un’ultima occhiata allo specchio, poi mi volto verso di lui e incrocio anche io le braccia al petto.
<Non ti ho chiesto di mentire a Logan, ti ho solo chiesto di omettere un minuscolo dettaglio.>
<Minuscolo?>
Sbotta lui, sciogliendo le braccia che teneva al petto.
<Non c’è niente di minuscolo quando c’è di mezzo Ade.>
<Perché?>
Faccio un passo verso di lui, che in risposta si porta una mano ai capelli.
<Come sarebbe a dire perché?>
<Lui c’entra con tutta la storia del pericolo e bla, bla, bla?>
Mi guarda storto, sforzandosi probabilmente per non urlarmi contro, dato che ho appena sminuito una situazione per niente irrilevante.
<Si.>
Risponde secco.
<No.>
Si corregge, e io quasi scoppio a ridere.
<Non ne siamo ancora sicuri.>
<Capisco.>
Mi incammino verso la porta, superandolo. Adotto un atteggiamento di apparente strafottenza, solo perché questo è l’unico modo che conosco per gestire le situazioni che mi spaventano, o che non posso controllare.
<Perché lo hai assunto, allora?>
Non mi volto per guardarlo, appoggio una mano sulla maniglia e prima di aprire la porta gli do la verità che merita.
<Colin ha una fama che lo precede, così tanto che conoscevo il suo nome ma non il suo volto. Ha lavorato nelle migliori sale da gioco, e non solo a Las Vegas.
Ade ha ragione, è il meglio a cui possa ambire, e amo troppo questo posto per lasciarmi scappare un’occasione simile.>
Maverick non proferisce parola, mentre io apro la porta ed esco nel corridoio, lui subito dietro di me.
Quando entriamo nell’ascensore si ferma al mio fianco, e io premo il tasto sulla pulsantiera.
<Quindi glielo dirai?>
Gli chiedo, mentre le porte si chiudono e l’ascensore inizia a scendere.
<Per il momento no.>
Lo guardo rivolgendogli un sorriso, lui butta fuori l’aria dal naso.
<Spero di non pentirmene.>
Decido di non rispondere, perché in cuor mio spero tanto anch’io la stessa cosa.
<Buon giorno, truppe!>
Saluto i miei dipendenti riuniti al casinò, Betty e Daniel compresi.
<Non urlare, è mattina.>
Mi rimprovera Betty, massaggiandosi le tempie con due dita.
<Sono le dieci passate.>
La corregge Daniel, mentre lei lo guarda male.
<Allora>
Inizio, mentre Greg mi affianca, pallido. Mi porge la mia agenda su cui appunto tutte le liste delle cose da fare quando c’è un evento da organizzare, e io gli sorrido per rassicurarlo. Non sembra funzionare però, questo ragazzo è terrorizzato da me, impossibile chiarire il perché.
<Sembra ieri che il casinò era decorato per Halloween, eppure è quasi Natale.>
Sorrido fiera, abbracciando la mia agenda color mare.
<Ma è ancora novembre.>
Parla un ragazzo seduto in disparte, probabilmente uno dei nuovi camerieri che mio padre non fa che assumere.
<Le grandi feste richiedono grandi organizzazioni, mio caro. Meglio iniziare con largo anticipo.>
Inizio a camminare avanti e indietro, sotto lo sguardo dei dipendenti che ho convocato. Tutti quanti. Dai camerieri ai baristi, le ballerine, i tecnici delle luci, l’impresa di pulizie e anche i cuochi. Non ho escluso assolutamente nessuno, perché per Natale il lavoro abbonda al Suadade’s.
<Come i veterani già sapranno, il Saudade’s è famoso anche per le sue grandi feste di Natale. Niente di troppo eccentrico per la vigilia, ma il giorno di Natale il casinò apre di mattina presto e chiude a notte fonda. Del resto, ogni famiglia ha le sue tradizioni per Natale, no?>
Sorrido alle facce stanche dello staff.
<Per di più, a Natale abbiamo un maggior numero di prenotazioni per le camere al piano di sopra, e in via eccezionale serviamo anche del cibo nella sala da gioco. Perciò ognuno di noi avrà un ruolo per nulla scontato, niente può essere lasciato al caso o trattato con superficialità. Ma bisogna anche divertirsi.>
Betty batte le mani sorridendo, l’unica a mostrare un minimo di entusiasmo.
<Insomma, è una grande festa per tutti.>
<Non per chi lavora, però.>
Mi volto verso la voce che ha appena parlato, e poco dietro Danny trovo Colin che mi sorride. Lo guardo torva, mentre lui non smette di sorridere, e tutti si voltano ad osservare il viso sconosciuto. Betty mi fa un segnale di approvazione.
<È una festa per tutti.>
Ribadisco, smettendo di camminare avanti e indietro.
<Infatti, il giorno dopo Natale rimarremo chiusi, per festeggiare tutti insieme. Un omaggio da parte nostra, per tutti voi che lavorate con passione e dedizione.>
Stavolta rivolgo anch’io un sorriso a Colin, che in risposta china il capo, simulando un inchino informale.
<Bene, abbiamo finito.>
Concludo, e la folla si disperde senza degnarmi di un ulteriore sguardo.
Colin, al contrario, mi si avvicina. Betty e Daniel rimangono immobili alle sue spalle ad osservarci, mentre Maverick sbuca al mio fianco, subito sull’attenti.
<Oh, mi scuso tanto.>
Mi dice il nuovo croupier dagli occhi di ghiaccio, fermandosi a qualche passo da me e alzando le mani sopra le spalle, dopo aver notato Maverick.
<Non mi ero accorto del cane da guardia.>
Maverick quasi gli ringhia contro, e Colin gli sorride, proprio come farebbe Logan al suo posto. Logan…
per un attimo i suoi occhi d’argento si sostituiscono a quelli di Colin, e nel mio stomaco si forma una voragine enorme, che mi spinge a portami una mano al petto.
Chissà cosa sta facendo in questo momento, chissà se sta bene.
Chissà se...chissà se mi pensa come io penso a lui. O se mi rivede nei suoi sogni, così come io lo rivedo nei miei.
<Ti serve qualcosa?>
Mi rivolgo a Colin con freddezza, tamburellandomi il petto con le dita, come scossa dallo sguardo che ho rivisto nei suoi occhi.
<Posso parlare?>
Si rivolge a Maverick con sguardo divertito, di sfida, ed io sbuffo.
<Puoi iniziare, ma chissà se riuscirai a finire.>
Maverick gli restituisce il ghigno, ed io lo guardo alzando gli occhi al cielo, Betty e Daniel se la ridono alle spalle di Colin.
<Non ho tempo da perdere.>
Taglio corto, e finalmente i due maschi alfa smettono di guardarsi in cagnesco.
<Quale sarà il mio tavolo?>
Giusto, non gli ho spiegato minimamente niente riguardo al lavoro.
<Quello lì.>
Indico il tavolo più vicino al bar, nonché quello sempre più affollato.
<Il migliore, suppongo.>
Mi rivolge un sorriso di mezzo lato.
<Il casinò apre alle sette, ti voglio qui alle cinque.>
<Okay, capo.>
Mi rivolge di nuovo quel pietoso inchino informale.
<Per qualsiasi cosa chiedi a Daniel, ne sa quanto me.>
Gli rivolgo le spalle e prendo a camminare verso l’uscita.
<E chi è Daniel?>
<Il manichino dietro di te.>
<Gentilissima.>
Mi urla Daniel, mentre Betty prende a sghignazzare e io continuo a camminare.
<Figurati.>
Gli rispondo, uscendo dalla sala del casinò con Maverick al seguito.
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Bluff
RomanceLa vita a volte somiglia ad una partita di poker, e Amanda lo sa bene. Per questo motivo ogni giorno mette in pratica gli insegnamenti di Ethan, il suo primo amore. Ethan le ha insegnato tutto sul poker, regole e trucchi, e Amanda custodisce le su...