Halloween è in assoluto la mia festa preferita.
In realtà, non sono sicura che si possa davvero definire festa, perché personalmente non ho mai capito cosa si festeggia o si celebra in questo giorno, ma poco mi importa.
Ogni anno attendo il trentuno di ottobre più del venticinque di dicembre, lo aspetto con gioia ed eccitazione, anche più del mio compleanno.
Amavo questo giorno anche da bambina, e lo aspettavo trepidante ogni anno, mentre le mie compagne attendevano il Natale.
Il perché me l’hanno chiesto tante volte, era bizzarro per una bambina attendere questa festività quasi macabra con tale gioia.
Ma, a dire la verità, la colpa o il merito è riservato ad una sola persona.
Una persona che è entrata nella mia vita quando avevo sette anni, e che senza neppure saperlo mi ha teletrasportata in un mondo meraviglioso. Un mondo che da bambina mi impediva di perdermi, che mi teneva compagnia quando tra mamma e papà c’era troppo silenzio, e che sovrastava le loro urla quando invece tra loro c’era troppo rumore.
Timothy Walter Burton, Tim per gli affezionati.
Il regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, nonché animatore e disegnatore, a parer mio più bravo dell’intero mondo.
Le sue ambientazioni mi hanno sempre ricordato le favole, ma mi sono sempre piaciute perché diverse dalle solite. I suoi paesaggi gotici o quasi lugubri, potrebbero trasmettere inquietudine a molti, ma io li ho sempre trovati estremamente affascinanti. Quei posti hanno un non so che di magico, i suoi colori, le forme bizzarre, gli strani esseri lontani dalla realtà, sono un agglomerato di meraviglia per me. La cosa che più amo delle sue storie, però, è il fatto che siano spesso incentrate sul tema della solitudine e dell’emarginazione. So cosa significa sentirsi soli, esclusi, diversi, e il racconto di quei personaggi da bambina mi faceva pensare che c’è qualcosa di speciale dentro ognuno di noi, anche nei tipi più singolari. Tutto questo mi faceva sentire meno sola.
Amo halloween perché da quando gestisco io gli eventi e l’organizzazione al Saudade’s posso trasformare casa mia in un film di Tim Burton, una volta l’anno.
In più, da quando Betty e Daniel sono entrati a far parte della mia vita, ad halloween ho qualcuno con cui travestirmi e trascorrere la notte più misteriosa e divertente dell’anno.
Il Saudade’s ospita una serata all’insegna della musica e dei costumi ogni anno, partendo dalle partite di poker per finire a ballare fra i tavoli.
Ogni anno curo ogni cosa nei minimi dettagli, ogni angolo della grande sala del casinò è addobbato, ogni ospite è travestito, e ricerco sempre i migliori talenti per fornire agli invitati spettacoli che sono un perfetto mix tra terrore, lussuria e divertimento. Ogni anno non tollero che mi si distragga dall’organizzazione di questo evento, e non ammetto sviste da parte di nessuno dei miei piccoli aiutanti. Forse, è l’unico momento dell’anno in cui mi trasformo in un vero capo, uno di quelli che fanno un po' paura.
<Allora, da cosa ti travestirai quest’anno?>
Danny sta lucidando ogni singolo bicchiere del bar, sotto mio ordine, mentre io me ne sto ingobbita su uno sgabello, con la testa sull’agenda in cui ho appuntato tutte le cose da fare prima di domani sera.
<Prooonto, Mandy, mi senti?>
Alzo la testa un po’ confusa, non ho ascoltato una sola parola di tutto ciò che ha detto prima di questo momento.
<Cosa?>
<Ti ho chiesto da cosa ti travestirai quest’anno. L’anno scorso il tuo costume era davvero pessimo, non ho neanche capito chi saresti dovuta essere.>
Aggrotto le sopracciglia e chiudo gli occhi ispirando a fondo.
<Ero Sally.>
<Chi?>
<Sally.>
<Dovrei sapere chi è?>
Apro la bocca per urlargli contro, perché non conoscere Nightmare Before Christmas è davvero oltraggioso secondo me, ma ci sono anche abituata. Quel magnifico mondo non è per tutti, ahimè.
<Lascia perdere.>
Chiudo l’agenda per osservare a che punto sono i preparativi con gli addobbi, e cerco di resistere all’istinto di urlare contro Greg, che sta camminando nel modo più goffo che abbia mai visto con un finto fiore-mostro gigante in mano.
<Ogni anno esageri sempre di più.>
Rigiro lo sgabello verso il bar e guardo Daniel, chiudendo gli occhi a fessura.
<Sai che non devi irritarmi in questo periodo dell’anno, vero? So essere pericolosa.>
<Oh, lo so eccome. Veneri halloween come se fosse una divinità, e ti fai risucchiare completamente.>
Alzo le spalle e prendo un sorso del drink che mi ha preparato.
<Perché ti piace così tanto?>
Butto giù il liquido che sa di limone e lascio che mi rinfreschi la gola.
<Non lo so, mi piace e basta.>
Daniel fa spallucce e inarca le labbra verso il basso, io sorrido tenendo la cannuccia tra i denti. Anche se provassi a spiegargli perché amo così tanto questo giorno, non capirebbe.
<Oh, ecco la star, lei di sicuro fa più paura di quelle piante-mostro giganti.>
Ci voltiamo entrambi a guardare Betty che cammina verso di noi, ed io vorrei tanto scoppiare a ridere per la battuta che Danny ha appena fatto ma so che poi dovrei spiegare a Betty perché sto ridendo, e la risposta non le piacerebbe.
<Che si dice, piccole stronze?>
Betty arriva avvolta in una sciarpetta rosa, che si abbina perfettamente alla sua borsa e alle sue scarpe rosa barbie. I suoi capelli biondi sono sempre ordinati, le ricadono sulle spalle in perfette onde lucide, e il suo lipgloss non è mai (e dico mai) sbavato di una virgola.
<Sai che sono un maschio, vero?>
<Ah, davvero? Non me n’ero mai accorta.>
Soffoco una risata bevendo un altro sorso del mio drink, mentre Daniel versa un bicchiere anche a Betty, porgendoglielo con una smorfia.
<Allora, da cosa vi travestite domani sera?>
Betty prende un sorso dal suo bicchiere e arriccia il naso, di sicuro Daniel ha esagerato con la vodka per farle un dispetto.
<Io pensavo di travestirmi da vampiro.>
<Sul serio, Danny? Da vampiro? Che fantasia.>
<Ho dei denti finti e un mantello già in casa, li ho acquistati qualche anno fa e non li ho indossati mai, perché tu cambi il mio travestimento ogni anno.>
Io e Betty ci scambiamo un sorriso complice.
<E sarà così anche quest’anno, Danny bello. Devi farti notare, non essere l’ennesimo vampiro ad halloween.>
<Non voglio farmi notare.>
Inizia la solita lotta tra i miei migliori amici, e io li guardo ridendo, saltellando con lo sguardo da uno all’altro.
Poi i miei occhi cadono su un dettaglio del tutto fuori posto, su qualcosa che non dovrebbe stare al Saudade’s, ma che invece è in piedi sulla soglia con le mani in tasca.
<Tu da cosa ti travesti, Mandy?>
<Gliel’ho già chiesto io, ma non mi ha risposto, sarà un altro di quei personaggi dei cartoni animati che le piace tanto guardare.>
<Allora, Mandy?>
Ignoro completamente gli sguardi dei miei amici su di me, o le domande che mi stanno porgendo. Mi alzo dallo sgabello e cammino dritta verso quel soprammobile che è sullo scaffale sbagliato, mentre le loro voci si zittiscono di colpo e seguono i miei passi con lo sguardo.
<Che cosa ci fai tu qui?>
Il serpente, con i suoi soliti occhi velenosi e il suo sorriso beffardo che mi affascina e mi innervosisce allo stesso tempo, concentra la sua attenzione su di me.
<Che sta succedendo qui dentro? Sembra di stare dentro un film di Tim Burton.>
Sgrano gli occhi d’istinto e smetto di respirare per un attimo, se è possibile il mio cuore ha appena perso un paio di battiti.
Lui, la mia nemesi, il serpente velenoso dei miei incubi, è l’unico che ha capito a cosa sono ispirati i miei addobbi di halloween.
Non so come questo mi faccia sentire, in realtà.
<Lo ripeto, nel caso in cui tu non abbia sentito, che cosa ci fai qui?>
Cerco di mostrarmi normale, fingo che quel nome pronunciato dalle sue labbra non abbia appena accesso un piccolo fuoco dentro di me.
<Ho bisogno del tuo aiuto.>
Incrocio le braccia al petto ed evito di battere la punta del piede ritmicamente sul pavimento, gesto che compio spesso quando qualcosa mi innervosisce.
<Non ho firmato il contratto, come tu già sai, non ti devo niente.>
<Oh andiamo, asso.>
Avanza di un passo verso di me, con quel suo dannato sorrisetto.
<Lo firmerai quel contratto prima o poi, stiamo solo anticipando il tutto. Dopo questo favore mi dovrai altri ventotto giorni.>
D’istinto, chissà perché, faccio un piccolo passo all’indietro e alzo il mento verso di lui.
<Di che hai bisogno?>
<Che tu venga con me ad un evento, una specie di festa.>
<Quando?>
<Domani sera.>
Sbuffo una risata, mi volto dandogli le spalle e inizio a camminare verso i miei amici.
<Non se ne parla, domani è halloween.>
Arrivo al bancone, dove Daniel e Betty ci stanno fissando attenti. Betty mastica la cannuccia tra i denti, mentre con gli occhi punta il serpente che mi ha seguita fin lì. Danny, invece, lo sta fissando come un cane fisserebbe un altro cane che si trova troppo vicino al suo osso.
<Devi fare dolcetto o scherzetto?>
Il serpente sputa quella battuta di poco gusto spostando lo sguardo da Betty a Daniel e viceversa.
<No, coglione, ho da fare qui.>
<Qui? In mezzo alle sceneggiature di Tim Burton?>
<Oh, ecco cos’era.>
Fulmino Daniel con lo sguardo, e Betty si strozza con il suo drink.
<Si da il caso, serpente testa di cazzo, che amo Tim Burton e ogni sua creazione. Perciò, si, preferisco starmene qui piuttosto che con te ad una festa con altri ricchi stronzi.>
<Io adoro i ricchi stronzi.>
Vorrei dare una gomitata a Betty e farle inghiottire la cannuccia che sta masticando come un coniglio farebbe con la sua carota, ma mi limito a guardarla e a sorriderle.
<Domani sera abbiamo degli impegni.>
Concludo, guardando di nuovo Logan.
<Proprio così.>
Sottolinea Betty, tornata con i piedi per terra.
<Loro sono i tuoi amici?>
<Si, ciao, io sono Betty.>
Si sporge sullo sgabello e gli allunga una mano come se non vedesse l’ora di toccarlo, quasi le cola la bava sul mento. Logan indossa uno dei suoi sorrisi da ricco stronzo super sexy, ed io intuisco subito il suo piano.
<Non mi avevi detto di avere un’amica così dannatamente bella, Amanda.>
Le prende la mano e le bacia il dorso, come se questo fosse un fottuto romanzo e lui fosse il mr. Darcy di turno. Alzo gli occhi al cielo.
<Perché non porti anche lei alla festa?>
Gli occhi di Betty si illuminano, e la sua bocca si piega in sorriso smagliante.
<Oh, cavolo si. Porta anche me, Mandy.>
<Abbiamo già dei piani per domani sera.>
Danny interviene per ristabilire l’ordine, ma io conosco fin troppo bene la mia migliore amica, e ormai conosco anche le tattiche del mio avversario. Il suo intervento, pertanto, è inutile.
<Puoi portare chi vuoi, asso, i tuoi amici saranno miei ospiti.>
<Nessuno di noi vuole essere tuo ospite.>
Rigetto, fredda.
<Betty non la pensa affatto così.>
<No,no, affatto.>
Ma che cavolo le prende? Sembra ipnotizzata.
<In fondo> il serpente lascia la mano della mia amica e si sporge verso di me, verso il mio collo lasciato scoperto dai capelli legati in uno chignon alto.
<un patto è un patto, Amanda, con o senza contratto.>
Quasi rabbrividisco quando mi sussurra queste parole all’orecchio, ma non mi scompongo.
Si allontana da me e torna a sorridere ai miei amici.
<Allora a domani sera, un’auto verrà a prendervi qui alle nove.>
<Ci saremo sicuramente.>
Sorride a Betty per l’ultima volta, poi si volta e inizia a camminare verso l’uscita. Fiero, come solo l’avvocato del diavolo farebbe, dopo aver vinto con l’inganno l’ennesima arringa.
<Non ci andremo sul serio, vero?>
Danny attira la mia attenzione, ma i miei occhi rimangono fermi su Logan finché non lo vedo uscire dal mio casinò.
Poi, mentre il cuore inizia a battermi veloce per la rabbia, torno a guardare il mio amico dietro al bancone.
<Un patto è un patto.>
Concludo, con la consapevolezza di non avere scelta.
Il veleno del serpente è ovunque sul pavimento, ed io mi trovo sull’unico spicchio ancora non sommerso. Tuttavia, so di non avere via di scampo, prima o poi il veleno arriverà a me, e io diventerò una sua vittima.
Non ho modo di scappare da questo accordo, da lui, devo solo cercare di non farmi mordere tanto presto.
In ogni caso, il mio halloween è appena stato rovinato.
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Bluff
RomanceLa vita a volte somiglia ad una partita di poker, e Amanda lo sa bene. Per questo motivo ogni giorno mette in pratica gli insegnamenti di Ethan, il suo primo amore. Ethan le ha insegnato tutto sul poker, regole e trucchi, e Amanda custodisce le su...