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La mattina dopo ero andata a lavoro e avevo parlato con la responsabile, le avevo solo spiegato che avrei avuto bisogno di ferie e me le aveva accordate, non ne facevo mai e non era un problema per lei.
Bene, il lavoro era sistemato.

Avevo finito di lavorare alle 3 ed ero andata a casa a fare una doccia e verso le 6 sarei uscita con Pietro.
Lo avevo aspettato fino alle 7 ma non aveva risposto ai messaggi o chiamate e alla fine ero andata a cambiarmi.
Ero incazzata, mi aveva dato buca senza nemmeno avvisare.
Presa dalla rabbia avevo iniziato a pensare a cosa portare in Bahrain. Sarei partita senza permettergli di intromettersi, quella era la mia vita e se non voleva appoggiarmi doveva rimanerne fuori.

Insieme alla mamma avevo fatto shopping online comprando pantaloncini, gonne e vestitini, sapevo che avrei indossato la maglia di Sky durante i weekend ma nel tempo libero potevo vestirmi come volevo.
"Prendi questo!" Mia madre aveva indicato un costume bianco stupendo "non penso che avrò il tempo di andare a fare il bagno" avevo risposto ma non sapevo come sarebbe andata in realtà, quanto tempo libero avrei avuto "vabbe se lo compri e non lo usi questa volta lo userai altre volte e poi magari in albergo ce la piscina e puoi farti il bagno" aveva ragione e alla fine lo avevo preso.
Ero tornata di buon umore.

Non avevo sentito Pietro nemmeno il giorno dopo e non era mai successo. Era venerdi e di solito lui usciva con i suoi amici mentre io mi organizzavo con Clara ma lei quella sera era impegnata con un ragazzo che ultimamente le stava prendendo parecchio tempo.
Ero contenta per lei, la vedevo sorridere molto più spesso.
Io sarei rimasta a casa a vedere un film con i miei genitori.

Sabato sera Pietro mi aveva mandato un messaggio poco prima di cena "possiamo parlare?"
Ero arrabbiata e non volevo vederlo ma non avevamo ancora parlato della situazione, quindi gli avevo risposto di si e mezz'ora dopo era sotto casa.
Avevamo deciso di andare a mangiare una pizza.

In macchina eravamo rimasti in silenzio tutto il tempo e solo in pizzeria avevamo parlato. Gli avevo spiegato cosa sarebbe successo e come ero arrivata fino a Sky sport. Ascoltava in silenzio senza dire niente.
"Di qualcosa però" avevo detto poi stufa del suo comportamento
"Che ti devo dire?" Mi infastidiva, sembrava che non gli importasse nulla. Potevo capire che fosse un pò amareggiato perché non gli avevo detto nulla ma speravo anche che fosse contento per me. Stavo realizzando il mio sogno e non gliene fregava niente.
Dopo la cena mi stava portando a casa, la situazione era troppo tesa e non avevo voglia di continuare cosi.

Mentre parcheggiava sotto casa i miei occhi erano stati attirati da uno sbirluccichio sul tappetino, vicino ai miei piedi. Mi ero piegata e avevo raccolto un orecchino. Non era mio.
Io non portavo gli orecchini.
"Di chi è questo?" Ero già partita per la tangente, gli avevo messo l'orecchino davanti al naso e la sua espressione era cambiata, era pallido.
"Pietro cazzo!" Questa volta avevo urlato
"Ti sarà caduto a te, che ne so io" aveva risposto cercando di rimanere il più calmo possibile "Cristo santo! Dopo 2 anni non ti sei accorto che non porto gli orecchini? Non prendermi per il culo! Di chi cazzo è?" Avevo continuato a urlare, volevo delle risposte.
Continuava a non rispondermi e allora gli avevo lanciato l'orecchino addosso ed ero scesa dall'auto.
Mi era venuto dietro e mi aveva afferrato per un polso "calmati, non è come pensi" aveva detto e in quel momento tutti i pezzi del puzzle stavano andando al loro posto.

Aveva tenuto tutto il tempo la sciarpa, non era da lui. Non la portava quasi mai, neanche a febbraio e quella sera invece l'aveva tenuta anche al ristorante e mi aveva detto di avere mal di gola.
"Togli la sciarpa" gli avevo ordinato guardandolo negli occhi, avevo una teoria "no ho mal di gola" aveva risposto senza cedere.
"Se non hai nulla da nascondere togli la sciarpa" avevo continuato ma continuava a tenerla e allora avevo avuto la conferma.
Mi aveva tradito e la sciarpa serviva per coprire le prove.
Era sparito per due giorni e ora trovavo un orecchino nella sua auto e lui non toglieva la sciarpa perché probabilmente avrei notato un succhiotto sul collo.

"Mi fai schifo! Sapevo che la nostra storia era arrivata alla fine e che tu non mi ami e io non amo te ma il rispetto?" La rabbia era cosi tanta che non riuscivo a contenermi.
"Ma cosa stai dicendo? La nostra storia non è finita! Io ti amo e tu ami me!" Aveva risposto lui.
"No Pietro, questo non è amore, è solo abitudine, è solo paura di non rimanere soli, se tu mi avessi veramente amato non mi avresti mai tradito" dire quelle parole a voce alta era stato quasi liberatorio. Le emozioni che provavo per lui erano passate da tempo ma non lo avevo lasciato per paura.
"Tu non mi lasci, non hai capito proprio niente! Tu rimani qui e col cazzo che parti per fare la giornalista, ma chi ti credi di essere?" Si era avvicinato a me e il suo sguardo era diverso, quasi un'altra persona.
"Tra noi è finita e che ti piaccia o no io partirò e tu non puoi fermarmi. Non sei nessuno per tenermi qui!"

E poi uno schiaffo, forte sulla mia guancia sinistra.
Mi aveva colpito.
Non era mai successo.
Istintivamente avevo coperto la guancia con la mia mano perché bruciava per l'impatto. Lui era molto più forte di me e quello schiaffo lo avevo sentito molto bene.
Mi ero voltata ed ero corsa nel palazzo chiudendomi le porte alle spalle. Era rimasto fuori dal cancello e potevo vederlo dalle porte dell'ascensore fino a quando si erano chiuse.

Non volevo che la mia famiglia scoprisse qualcosa quindi entrando in casa ero rimasta impassibile.
"Sei tornata presto, tutto bene?" Mia madre era seduta sul divano accanto a mio padre e io mi stavo togliendo la giacca nell'ingresso al buio.
"Si tutto bene, Pietro non sta bene e sta andando a casa" avevo detto per giustificare il fatto che fossi tornata molto presto a casa "vado a letto anche io, forse mi ha attaccato qualcosa" avevo detto cercando di raggiungere il più velocemente camera mia.

La mia guancia era ancora arrossata, si notava bene nello specchio, fortunatamente i miei genitori avevano le luci soffuse e non avevano notato niente.
Il telefono continuava a vibrare. Pietro mi aveva chiamato già 3 volte ma non avevo risposto.
Non volevo vederlo mai più. Non avrei raccontato niente a nessuno ma lui doveva starmi lontano.
"Ho sbagliato, non succederà mai più, ti prego parliamo" mi aveva mandato un messaggio ma lo avevo ignorato e mi ero messa il pigiama infilandomi nel letto e mettendo gli auricolari.
Avevo bisogno di staccare i pensieri.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora