31 - Charles

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"Ma che cazzo è successo?" Aveva chiesto Carlo "non lo so, io stavo andando in camera e l'ho trovata nell'ascensore in quelle condizioni" aveva risposto Andrea.
Avevo la maglia sporca del suo sangue.
Era passata la polizia con un ragazzo in manette e vedendo la sua stazza avevo capito che era un miracolo se Franci fosse ancora viva. Era enorme e lei era piccola e minuta.
Eravamo rimasti tutti li, sconvolti dai fatti appena accaduti e incapaci di dire qualsiasi cosa. Volevamo solo sapere come stava.
Federica, l'unica insieme a Mara a sapere qualcosa era in silenzio e ogni tanto tirava su col naso.
"Vado a cambiarmi" avevo detto, non potevo pensare di tenere addosso quella maglietta sporca di sangue per altri 5 minuti "si anche io" aveva detto Andrea e insieme ci eravamo avviati all'ascensore. Quello che aveva preso Francesca era occupato dalle donne delle pulizie per togliere il sangue dalla pulsantiera e dalla parete. Evidentemente si era pulita la ferita con la mano e avendo toccato aveva lasciato le sue impronte.
Ero arrivato al secondo piano e anche nel corridoio c'era del sangue lungo la parete di sinitra. In quel momento me l'ero immaginata camminare a rilento lungo quel corridoio deserto sostenendosi al muro e mi era venuta la nausea, come si poteva fare questo alla donna che si dice di amare? Come ci si può sentire forti a ridurre così una persona? E se non fosse scappata? L'avrebbe uccisa?

Mi ero cambiato ed ero sceso subito in reception perché volevo avere aggiornamenti ma al mio arrivo tutto era come lo avevo lasciato, eccetto l'odore dell'alcool nell'ascensore ripulito.
"Non si sa niente?" Aveva chiesto Roberto preoccupato che si era unito al gruppo appena saputa la notizia "no" aveva solo detto Carlo tenendo il telefono costantemente sotto controllo mentre aspettava informazioni da Mara.
"Quindi da quanto andava avanti questa storia?" Si era poi voltato Carlo verso Federica "come avete potuto tenermelo nascosto?" Era arrabbiato "non spettava a me o a Mara dirtelo" aveva risposto Federica "da quanto lo sai?" Aveva chiesto ancora "da lunedi" aveva risposto, erano passati pochi giorni "si è presentato sotto l'ufficio e le ha detto che non sarebbe andato via fino a che non avrebbero parlato. Io e Mara l'abbiamo aiutata a passare dal retro e poi l'ho portata a casa con la mia macchina cosi che lui non la vedesse salire nella sua" caspita era andato persino sotto al suo posto di lavoro "e da quanto vanno avanti i messaggi?"
"Dalla prima gara, lui ha iniziato a scriverle solo dopo le gare perché vedeva le foto di Franci insieme ai piloti o meccanici e poi è diventato quotidiano. Tutti i giorni più volte al giorno"
"E non avete pensato di dirle di denunciare?"
"Lo ha denunciato!" Aveva replicato Federica alterata "lunedi siamo andate con lei io e Mara e ha sporto denuncia. Abbiamo stampato tutti i messaggi che aveva ricevuto e li abbiamo portati e sai cosa le hanno detto? Che erano solo messaggi e che se dovevano arrestare tutti quelli che mandano messaggi non avrebbero più posto in carcere" era arrabbiata perché sapeva che si poteva evitare tutto ciò.
Carlo non aveva più risposto. Avevano fatto tutto quello che si poteva per proteggerla ma non era bastato.

Eravamo rimasti in silenzio, il gruppo di presenti era aumentato mano a mano che la notizia era circolata.
Dopo due ore Mara era entrata dalla porta, gli occhi gonfi per le lacrime e il viso stanco.
"Come sta?" Aveva chiesto subito Carlo andandole incontro e lei lo aveva guardato ed era scoppiata a piangere abbracciandolo "Mara mi sto preoccupando" aveva detto Carlo "ha tre costole rotte, un trauma cranico e le hanno dato 7 punti in testa" aveva risposto lei e si era seduta cercando di ricomporsi "la tengono in osservazione stanotte per via del trauma cranico" nessuna osava parlare, c'era un silenzio assordante.

Mara continuava a scoppiare a piangere per poi provare a ricomporsi.
I più estranei a Francesca si stavano dileguando ma io volevo rimanere li.
Mara era una cara amica e Francesca, beh era Francesca.
Era passato qualche minuto in quel silenzio "non ti hanno fatto restare?" Aveva poi chiesto Filippo "no, non sono sua parente e poi l'hanno imbottita di farmaci per farla calmare e dormire. Con tre costole rotte il dolore è atroce, le hanno dovuto mettere l'ossigeno perché fatica a respirare".
Non riuscivo ad immaginarla, non potevo immaginarla cosi. Avevo ancora ben impresso il suo sguardo quando l'avevo presa in braccio.
Era terrorizzata.
Non lo avrei dimenticato quello sguardo.

"E la sua famiglia?"
"Non vuole che chiamiamo nessuno, me lo ha fatto giurare" aveva risposto.
"Allora potevano però farti restare considerando che non ce la sua famiglia, solo per farle sapere che non è sola" aveva detto Andrea e concordavamo tutti con lui.
"Mi hanno fatto storie perché l'ho aiutata a cambiarsi..." era scoppiata a piangere ancora "non potete capire come l'ha massacrata, il suo corpo è distrutto" aveva detto tra un singhiozzo e l'altro.
Mi faceva male il petto, sapevo che non sarebbe stata più la stessa.
Quel sorriso timido e quella sua voglia di vivere se ne erano andati per sempre.
Ne ero sicuro. Non l'avrei più sentita ridere di gusto mentre si scambiava qualche battuta con i miei meccanici.
"Scusate ma io vado a letto, ho bisogno di fare una doccia e di togliermi l'odore dell'ospedale di dosso" aveva detto Mara alzandosi e con lei Federica che le era andata dietro per starle vicino.
Piano piano anche gli altri se ne erano andati, tutti sgomenti per quello che era accaduto quella sera.

Ero rimasto con Pierre e la sua ragazza Kika "io non ho parole" aveva detto lei "come si può fare una cosa del genere, ma poi lo avete visto lui? Era enorme. È un miracolo che non l'abbia ammazzata!" Aveva espresso quello che anche io pensavo e infatti avevo annuito "come stai tu?" Mi aveva chiesto Pierre e in quel momento mi ero reso conto che tra tutte le emozioni che provavo, c'era anche la rabbia e in quel momento era venuta a galla tutta insieme "poteva dirmelo! Cazzo l'avrei potuta aiutare e invece no, mi ha escluso come chiunque altro. Sono chiunque secondo te per lei? Tu che le sei amico dimmi se sono solo uno stronzo di passaggio per lei perché allora vuol dire che io non ho capito un cazzo".
Pierre non mi avrebbe mai rivelato cosa le aveva detto Francesca, era un ottimo amico, lo sapevo bene, era il mio migliore amico "non sei uno stronzo qualunque" aveva detto lui "probabilmente non pensava che sarebbe arrivato a tanto".
Aveva sempre le parole giuste al momento giusto "però ha avuto un coraggio pazzesco" aveva detto Kika "ce ma voi potete immaginare quello che ha passato? Alzarsi e scappare con tre costole rotte non sapendo dov'era lui. Poteva trovarselo davanti e.." aveva lasciato la frase in sospeso ma avevamo capito e Pierre le aveva stretto la mano.
Ero tornato in camera e mi ero messo sul letto a pensare a lei.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora