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Avevo passato il lunedi in viaggio e martedi ero rimasta a casa dei miei genitori. Mi mancavano e dato che non dovevo lavorare ne avevo approfittato andando nella loro ferramenta per aiutarli con l'inventario.
Mercoledi e giovedì ero tornata a lavoro e a casa a Milano, non ero ancora abituata a vivere con Mara.
"Che cuciniamo stasera?" Mi aveva chiesto lei aprendo la porta di casa "di cosa hai voglia?" Le avevo chiesto "non so, qualcosa di buono" aveva risposto "ok vai in doccia che alla cena ci penso io" le avevo detto, ero grata al fatto che mi avesse aperto le porte di casa sua e che fosse un'amica speciale. Eravamo ancora agli inizi del nostro rapporto ma sapevo che potevo contare su di lei.
"Alexa riproduci A sky full of stars" avevo detto ed erano partiti i Coldplay.
Avevo cucinato una ricetta siciliana di mia mamma, la parmigiana "ma che profumo!" Aveva detto Mara uscendo dal bagno con l'asciugamano in testa "mancano ancora 10 minuti" le avevo detto prendendo il telefono per controllare l'ora.
Avevo un messaggio, ultimamente avevo l'ansia di ricevere messaggi. Poteva essere mia madre o mio fratello eppure avevo sempre il terrore che fosse Pietro.

Avevo sbloccato e avevo già cambiato espressione "chi è?" Mi aveva chiesto Mara notando la mia faccia, non sapevo cosa dirle ma la situazione stava peggiorando.
Le avevo raccontato tutto, dei messaggi offensivi e del suo essere insistente.
"Cosa ti ha scritto ora?" Era il primo messaggio in cui mi minacciava "ti ammazzo se scopro che te la fai con qualcuno" avevo letto e gli occhi avevano iniziato a pizzicarmi, avevo paura "ti ha mai alzato le mani?" Mi aveva chiesto Mara e avevo annuito "come? Quando?"
"La volta che ci siamo lasciati, mi ha dato uno schiaffo bello forte" se ci pensavo ricordavo ancora la sensazione di bruciore sulla guancia "lo hai detto a qualcuno?"
"Solo a Clara prima di scoprire che ci scopava" avevo risposto "andiamo a denunciarlo allora domani" aveva detto lei "no, lascia perdere" le avevo risposto "non puoi fare finta di niente e lasciare stare" aveva detto lei, sapevo che aveva ragione ma erano solo messaggi, chi mai avrebbe fatto qualcosa?
"È pronto" avevo detto cambiando argomento e tirando fuori la parmigiana dal forno "non finisce qui" mi aveva detto lei e sapevo che non si sarebbe fermata.

Il weekend era passato lentamente, pioveva a Milano e non ero dell'umore di fare grandi cose. Mara era partita per un weekend fuori porta con le amiche, ovviamente mi aveva fatto mille raccomandazioni e si era resa disponibile a tornare in qualsiasi momento se avessi avuto bisogno o se Pietro si fosse fatto sotto.
Fortunatamente di Pietro nessuna traccia e domenica pomeriggio ero uscita per una corsetta dato che un tiepido sole era uscito sulla città.
Avevo corso in un parco non distante da casa e avevo incrociato un corridore con un viso familiare "Franci!" Mi aveva chiamato e allora ero certa "Pierre! Che ci fai qui?" Gli avevo chiesto fermandomi "io vivo a Milano"

"Si lo so ma non pensavo che fossi cosi vicino a dove vivo io" Non ne avevo idea "si abito poco lontano da qui" avevo uno dei piloti di F1 come vicino di casa e non lo sapevo.
"Che fai dopo?" Mi aveva chiesto "niente, doccia e divano"
"Andiamo a fare aperitivo" mi aveva proposto "e Kika?" Non volevo fare ingelosire nessuno, non sapevo che tipo di rapporto avessero ma io sarei stata gelosa se il mio ragazzo fosse uscito per un aperitivo con un'altra "cosa Kika?" Mi aveva chiesto "non si arrabbia?" Era scoppiato a ridere "ma va! Dai ci vediamo ai Navigli" mi aveva detto lui da vero milanese, io non sapevo nemmeno arrivarci, "lasciami il tuo numero" mi aveva detto e cosi avevo fatto.

Ero tornata a casa e mi ero preparata e con il navigatore ero arrivata, avevo faticato a trovare parcheggio ma ce l'avevo fatta.
"Dove sei?" Mi aveva chiesto Pierre al telefono "ho appena parcheggiato" avevo risposto scendendo dall'auto "si ti vedo, ti vengo incontro".
Ci eravamo salutati ed eravamo andati in un locale a bere uno spritz, avevamo chiacchierato di tutto, di come aveva conosciuto Kika e di quanto ne fosse innamorato, i suoi occhi brillavano a parlare di lei, avevamo parlato della sua carriera e dei suoi sogni e poi dei miei.
Era stata una piacevole serata "dobbiamo rifarlo anche con Kika ha detto che sennò si arrabbia" mi aveva detto Pierre mentre andavamo alle nostre auto "ci sto" gli avevo detto e lo avevo salutato salendo in auto prima di partire.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora