57 - Charles

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Avevo vinto a Monza, di nuovo.
Che emozione stupenda e forte.
Tutta quella marea rossa li per me. Era la gratificazione più grande per tutto il duro lavoro.
Ero riuscito a vedere anche Francesca, sorrideva e cantava l'inno guardandomi dritto negli occhi, aveva sulle spalle la bandiera della Ferrari come aveva detto.

Era cambiata, qualcosa in lei si era smosso. Non capivo perché mi tenesse tanto a distanza, certo avevo sbagliato ma anche lei non era stata una santa.
Non sapevo più come farle capire che ero serio con lei, che non era stata solo una scopata ma pareva essersi messa in testa questo.
Mi ero anche confrontato con la ragazza di mio fratello Lorenzo e le dava ragione. Aveva perso fiducia e dovevo riconquistarla.
Io volevo solo stare con lei quindi avrei fatto quello che serviva. Stavo pensando di farle una piccola sorpresa domenica sera. Volevo farle arrivare i girasoli a casa ma mi serviva l'indirizzo e avevo bisogno dell'aiuto di Mara dato che abitavano insieme.
Ero andato alle interviste post gara contento e sorridente, volevo dire a Franci che avevo vinto, come mi aveva chiesto lei ma non c'era. Capitava spesso che fosse già andata a trascrivere le interviste quindi non ci avevo dato peso.
"Mara?" Avevo chiesto quando avevo finito le interviste "dimmi Charles"
"Puoi dirmi il tuo indirizzo di casa?" Mi aveva guardato male "che ci devi fare? Vuoi venire a farmi un'imboscata?" Ero scoppiato a ridere.
"No, volevo mandare dei fiori a Franci per il suo compleanno" avevo detto un pò in imbarazzo "oh che gesto dolce però non so quando tornerà" aveva detto lei "perché? Dov'è andata?"
"Sua madre l'ha chiamata subito dopo la gara, suo padre si è fatto male ed è corsa a casa per vedere le condizioni" aveva detto lei "ma sta bene?" Avevo chiesto preoccupato, quando c'erano di mezzo i genitori le mie ansie andavano alle stelle "sisi, pare una gamba rotta e qualche livido" aveva detto lei e mi ero calmato.
"Ok grazie. Le manderò un messaggio allora" avevo risposto e l'idea del gesto romantico era svanita, per ora.

Appena salito in auto per tornare a Monaco le avevo scritto "hei Franci, ho saputo di tuo padre. Tutto ok?" Avevo in inviato sperando di ricevere una risposta ma avevo aspettato parecchie ore prima di riceverla "ciao Charles, tutto bene grazie, solo un pò di spavento. Comunque bravo oggi. Grazie per il regalo" avevo sorriso.
L'avevo chiamata e al secondo squillo aveva risposto "hei" aveva detto "ciao" avevo detto io ed ero rimasto in silenzio.
Quante cose avrei voluto dirle ma non per telefono "bravo oggi, sei stato fantastico con Max" aveva detto lei interrompendo il silenzio "grazie ma sono un ragazzo che mantiene le promesse e ne avevo fatta una ad una ragazza stupenda" avevo detto "ah si? Beh spero che almeno sia contenta" aveva detto lei sarcastica "spero anche io, ci sto mettendo tutto il mio impegno per farle capire che ci tengo veramente"
"Probabilmente questa ragazza avrà qualche problema di fiducia. Dalle tempo e se saranno rose fioriranno" aveva risposto lei "io preferisco i girasoli" avevo detto "perché tu sei il sole" aveva detto lei lasciandomi senza parole.
Era la prima volta che mi diceva una cosa del genere "anche tu per me lo sei" avevo detto serio "Charles..." aveva detto lei quasi a bassa voce ma qualcuno ci aveva interrotti chiamandola in sottofondo, sua madre probabilmente, "devo andare Charles, buona serata" aveva detto e aveva riattaccato.

Era stata la nostra prima vera conversazione in cui ci dicevamo qualcosa di importante. Non si era mai lasciata andare a tanto e se avessi continuato cosi probabilmente sarei riuscito a conquistarla.
Avremmo avuto tre settimane di stop prima della gara di Austin.
Come avrei fatto a non vederla per quasi tre settimane? Lei non sarebbe venuta a Monaco e a Milano era difficile incontrarla casualmente. Avrei dovuto organizzare qualcosa facendomi aiutare da Pierre.

Avevo passato tutta la settimana a sentire Francesca. Messaggi o chiamate ma avevamo parlato davvero tanto.
Venerdi sera dopo il lavoro era rientrata dalla sua famiglia per dare una mano a sua madre in negozio. Non potevo organizzare molto.
La settimana dopo aveva il weekend libero. Era l'occasione perfetta.

Avevo sentito Pierre, volevo farle una sorpresa.
Avevamo organizzato una cena con anche la torta di compleanno dato che non avevamo avuto modo di festeggiarlo.
Lui le aveva detto che sarebbero stati solo lui e Kika ma in realtà sarei arrivato anche io.

Alle 8 di sabato sera Pierre e Kika erano andati a prendere Francesca a casa per andare al ristorante.
Ero già seduto al tavolo quando erano arrivati. L'avevo vista entrare e la stavo osservando mentre lei non sapeva della mia presenza.
Indossava un abito blu scuro con i capelli sciolti che le cadevano sulla schiena.
Aveva il rossetto rosso e le stava benissimo.
Quando il cameriere li aveva accompagnati al tavolo e mi aveva vista era rimasta senza parole "voi lo sapevate?" Aveva chiesto a Pierre e a Kika che stavano ridendo "ha organizzato tutto lui" aveva detto Pierre.
Mi ero alzata e ci eravamo abbracciati. Adoravo il suo profumo e sentirla tra le mie braccia.

Mentre cenavamo continuava a guardarmi incredula che avessi fatto tutto per lei, forse era la volta buona.
Dopo la cena e la torta avevamo deciso di fare una passeggiata. Avrei voluto prenderle la mano come aveva fatto Pierre con Kika ma lei non era la mia ragazza e non sapevo se avesse apprezzato.
"Hai ricevuto altri fiori dal tuo fan?" Le avevo chiesto.
Eravamo distanti qualche metro da Pierre e Kika in modo da avere un pò di privacy.
"In realtà non era un fan" aveva detto lei seria ma senza guardarmi in faccia "e chi allora?" Avevo chiesto curioso, forse la sua famiglia.

"Pietro" aveva risposto lei e il sangue mi si era gelato nelle vene "come Pietro?" Avevo chiesto "si mi ha chiesto scusa e mi ha fatto gli auguri" aveva risposto lei "e come ha fatto? Non è ai domiciliari?"
"Probabilmente avrà chiesto a qualcuno di aiutarlo" aveva risposto lei "e tu?" Avevo chiesto leggermente irritato "io cosa?" Aveva risposto senza capire "lo hai perdonato?" Aspettavo quella risposta da qualche secondo "è complicato ma diciamo di si" aveva detto e non ci avevo più visto dalla rabbia.
"Perdoni lui che ti ha quasi ammazzata di botte e non riesci a perdonarmi un bacio con una sconosciuta mentre non stavamo neanche insieme?" Ero incazzato, molto.
"Charles non è cosi semplice come lo fai sembrare tu" aveva detto "no basta, io mi arrendo. Mi sono stufato dei tuoi giochetti Franci" avevo detto e mi ero voltato per andarmene "Charles" aveva chiamato Francesca ma ero cosi arrabbiato che non mi ero voltato.

Avevo guidato dritto fino a casa fregandome della prenotazione in albergo per la notte.
Ma che persona era? Una che perdona un uomo che l'ha quasi uccisa ma non può perdonare in bacio? Manco se fossimo stati una coppia.
Avevo frainteso tutto, mi stava solo illudendo.
Non volevo più saperne. Ci avevo già perso troppo tempo.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora