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Il mattino di sabato ero arrivata al circuito con gli altri ed ero andata a prendere un caffè in Pirelli, gli altri erano tutti in Ferrari ma sapevo che era meglio se non mi fossi fatta vedere per qualche giorno, in così poco tempo ero riuscita a farmi odiare da uno dei miei piloti del cuore.
Mentre tornavo al nostro ufficio qualcuno mi aveva chiamata, voltandomi avevo riconosciuto Pierre Gasly con la fidanzata e George Russell "tutta sola questa mattina?" Mi aveva chiesto Kika, la fidanzata di Pierre "sono andata a prendere un caffè italiano, ora raggiungo gli alti e iniziamo la giornata" avevo detto cercando di mostrarmi serena.
"Vieni davanti al mio box oggi?" Mi aveva chiesto George "no tu stai con Mara, a me tocca Pierre" avevo detto, ormai a forza di stare davanti al suo box ero diventata amica di Kika, non parlavamo molto ma ci facevamo compagnia.
Quella mattina però era stata più movimentata, ero saltata dal box Mclaren al box Alpine e poi Alpha Tauri, era un continuo muovermi perché tutti cercavano l'assetto migliore per la qualifica del pomeriggio e quindi dovevo capire chi provava cosa.

Intorno a mezzogiorno e mezzo ero rientrata alla postazione Sky e mi ero lasciata cadere sul divanetto distrutta "stasera non vengo a correre, ho già dato stamattina" avevo detto a Federica che si era messa a ridere vedendomi "hai 23 anni, dovresti mangiartelo il mondo" mi aveva risposto lei e aveva ragione.

Finalmente quel pomeriggio ci sarebbero state le prime qualifiche della stagione. Ero esaltata, non vedevo l'ora. Prima di iniziare avevamo avuto una riunione "allora Mara tu segui Red Bull e Mercedes, Franci tu fissa in Ferrari" aveva detto Carlo "Matteo tu sei di supporto per assetti e team radio e anche Davide e Federica ti aiuteranno" aveva distribuito i compiti e a me era toccata Ferrari.
Ero contenta ovviamente ma molto turbata e, probabilmente, Mara lo aveva percepito perché mi stava guardando.

"Non dargli questo potere" mi aveva detto Mara quando eravamo rimaste sole mentre ci dirigevamo verso la pit-lane "di cosa parli?" le avevo chiesto senza aver effettivamente capito a cosa si riferisse "hai scritto un articolo, uno bello e in cui non sei stata cattiva o stronza, sei stata obbiettiva e forse anche romantica quindi non può prendersela con te e tu non puoi permettergli di farti sentire come se avessi sbagliato" si riferiva a Charles "e poi se vuoi scrivere e pubblicare devi iniziare a fare i conti con questa cosa. Non a tutti può piacere quello che scrivi e non tutti possono essere d'accordo con te. Tu esprimi un tuo pensiero e una tua opinione e quasi sempre il diretto interessato non è d'accordo e quindi smetti di scrivere? Non esiste" se Mara non esistesse avrebbero dovuto inventarla. Era brutalmente sincera nell'esprimere i suoi pensieri ma mai fuori posto. Iniziavo seriamente a pensare che insieme a lei sarei potuta arrivare lontano.
Mi aveva dato la forza di cui avevo bisogno e molto su cui riflettere. Era vero, se volevo scrivere dovevo fare i conti con le opinioni altrui senza lasciarmi abbattere da esse.
Non avevo risposto a Mara ma sapeva che avevo recepito il messaggio.
Mi ero presentata al box Ferrari sicura di me, quasi del tutto, e mi ero sistemata nell'angolo esterno del box con il numero 16. Ero rimasta in attesa qualche minuto prima che Leclerc entrasse nel box. Aveva fatto tutti i suoi rituali prima di salire in macchina e mi ero gustata quella routine, prima aveva parlato con alcuni meccanici e con il suo ingegnere di pista e poi insieme ad Andrea, il suo preparatore, si era tolto i vari bracciali e anelli e aveva indossato tuta e casco prima di salire in macchina. Pensavo mi avesse visto mentre si preparava e invece, dal suo sguardo, avevo capito di no.
Appena salito in macchina il suo sguardo aveva incrociato il mio e aveva sbarrato gli occhi. Era rimasto un paio di secondi in quel modo e poi aveva tirato giù la visiera del casco ed era uscito dal box per andare ad affrontare le qualifiche.

Ero rimasta tutto il tempo davanti al box ascoltando i team radio dei due piloti Ferrari e riferendo a Mara se c'era qualcosa di interessante.
Alla fine del Q2 Verstappen era in prima posizione e Leclerc in quarta, secondo Perez e terzo Hamilton. Charles doveva fare la magia per stare davanti.

Mara mi aveva spiegato che nell'ultimo tentativo di qualifiche non dovevo assolutamente dire o fare niente con la squadra che mi ospitava. Dovevo stare al mio posto, erano momenti di altissima tensione.
Come da sue indicazioni ero rimasta in un angolo in silenzio a sentire i team radio e la cronaca di Carlo dalle cuffie mentre seguivo i tempi sui monitor del box.
Mancava solo 1 minuto e mezzo al termine del Q3 e Carlos e Charles stavano finendo l'out lap prima di lanciarsi. Ero tesa. Tifavo per loro ovviamente e potevo sentire l'agitazione di tutto il box Ferrari.
Stavo torturando il cavo delle cuffie quando uno dei meccanici mi aveva invitato ad avvicinarmi per vedere meglio. Non avevo esistato e mi ero avvicinata a lui che mi aveva fatto mettere davanti per permettermi di vedere essendo più bassa degli uomini presenti. Avevo stretto i pugni ad ogni curva, trattenuto il respiro fino all'ultimo secondo, fino a che entrambi i piloti non avessero finito il giro e poi era esplosa la gioia, Leclerc pole e Sainz secondo posto.
Il box era in festa, tutti avevano iniziato a saltare e anche io con loro, il meccanico che mi aveva invitata ad entrare mi aveva battuto il cinque "la nostra nuova lucky girl" aveva detto e io avevo solo sorriso, non credevo di essere la lucky girl di nessuno e tanto meno credevo in questo genere di cose.
Mara mi aveva richiamata all'attenzione tramite le cuffie "sei viva o gli uomini della Ferrari ti hanno asfaltata?" Aveva detto ridendo "sto benissimo" le avevo risposto euforica "dai raggiungimi che andiamo alle interviste" e avevo eseguito salutando e ringraziando il box Ferrari.

"Com'è andata?" Mi aveva chiesto Mara mentre aspettavamo i primi piloti per le interviste "che adrenalina! Mamma mia!" Le avevo risposto con un sorriso da ebete "si la Ferrari è magica" aveva detto lei "uno dei meccanici mi ha invitata ad entrare e io mi sono avvicinata e poi mi ha chiamata Lucky girl" le avevo detto "nooooo!!! Se Roberto ti ha battezzata ora vorranno sempre te per qualifiche e gare!" Non sapevo chi fosse Roberto "chi è Roberto?" Le avevo chiesto confusa "il meccanico che ti ha invitata, pochi capelli e barba lunga? Assomiglia un pò a Helsinki della Casa di Carta?" Avevo annuito, era effettivamente la descrizione dell'uomo "ecco, se lui ti ha battezzata cosi ora sei la lucky girl e tutti ti vorranno nel proprio box".
Ero sconvolta, non credevo che veramente potessero credere a queste cose, certo un pizzico di fortuna faceva sempre comodo ma non potevano definirmi lucky girl solo perché Leclerc e Sainz erano stati i più veloci in pista e io ero nel loro box. Il merito era dei piloti non mio.
Alla fine mi ero dovuta concentrare sulle interviste e quando mancavano i primi tre classificati Mara mi aveva spedito a scrivere per metterci avanti. Ero convinta che mi avesse spinta ad andare via prima dell'arrivo di Charles per evitare qualche incomprensione e a me stava bene cosi.
Avevo scritto quasi tutto e Mara e Carlo leggevano e davano l'ok per la pubblicazione. Quella sera Mara aveva scritto lei gli articoli su Max, Carlos e Charles dato che io non avevo assistito alle interviste.

"Ah comunque Francesca è stata battezzata da Roberto" aveva detto Mara nel pulmino sulla strada di rientro all'albergo "seriamente?" Aveva chiesto Carlo mentre si puliva gli occhiali da vista e Mara aveva annuito.
"Non è una cosa importante" avevo detto cercando di far passare in secondo piano il discorso "non è importante? Sai che Roberto è in Ferrari dal 1998? E sai chi ha battezzato lui come Lucky girl la prima e unica volta? Gina Maria Schumacher" aveva detto ed ero rimasta in silenzio, quel cognome era cosi importante da togliere le parole "quindi quando dici che non è importante sappi che ora sei una nuova dea per Ferrari, Gina aveva 4 anni quando ha iniziato ad andare a vedere le gare del padre e da allora lui ha iniziato a vincere con Ferrari" ero rimasta in silenzio, forse non avevo dato importanza a quel nuovo titolo che mi era stato affidato perché non ero a conoscenza della storia che c'era dietro ma ora mi sentivo onorata.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora