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Carlos era in pista, era appena passato vicino al luogo dell'incidente.
Era Charles. Mi veniva da piangere ma mi ero trattenuta.
L'ingegnere aveva chiesto a Charles se stesse bene ma non aveva ricevuto risposta.
Fa che stia bene, ti prego fa che stia bene continuavo a ripetere nella mia testa pregando un Dio in cui non credevo molto.

Non era ancora sceso dall'auto.
Era stata esposta bandiera rossa ed erano entrati i soccorsi.
Gli stuart avevano tirato fuori Charles dall'auto. Dal modo in cui aveva la testa avevo capito che non era cosciente, pendeva in avanti anziché stare dritta.

Nessuno parlava nel box, regnava il silenzio. Tutti stavano pregando per lui.
L'ambulanza era partita "Franci" avevo sentito nelle cuffie la voce di Mara "Franci" aveva ripetuto, avevo risposto con un mugugno "corri Franci, vai da lui" aveva detto.
In fretta e furia mi ero tolta tutta l'attrezzatura ed ero corsa fuori dal box.
Charles era al centro medico del circuito.
Era dall'altra parte rispetto alla Ferrari.
Avevo corso il più velocemente possibile.
Quando ero arrivata mi ero infilata subito "dov'è?" Avevo chiesto alla ragazza che era li "solo i parenti possono entrare" aveva detto lei "io non me ne vado" avevo detto "allora chiamo la sicurezza" era irremovibile "la prego" avevo detto con gli occhi pieni di lacrime "non posso" aveva detto lei ammorbidendosi un pò "puoi aspettare qui fuori" aveva detto ed ero uscita.

Avevo iniziato a chiamare Charles al telefono, non avevo il numero di nessuno dei suoi familiari ma speravo che qualcuno rispondesse al suo telefono e mi facesse sapere qualcosa.
Avevo chiamato almeno 10 volte ma poi era partita la segreteria, era spento.
Aveva iniziato a piovere ed ero fradicia.
Di fronte alla porta d'ingresso c'era una finestra con un incavo. Mi ero seduta li e avevo iniziato a piangere.
Non osavo pensare al peggio ma la testa mi portava sempre li.
Se fosse morto io come avrei fatto? Come sarei andata avanti senza di lui? Era diventato il mio tutto.
Ero incinta di suo figlio e non lo sapeva. Dovevo dirglielo prima, magari avrebbe avuto un motivo in più per combattere contro la morte.
Come avrei fatto a crescere nostro figlio da sola? Che destino crudele, Charles senza padre e suo figlio anche.

Avevo scacciato quei pensieri tristi e cercato di capire se qualcuno sapeva qualcosa.
Mi ero collegata a tutti i social e portali per capire ma non c'era nessuna notizia.

Erano arrivati parecchi giornalisti e si erano radunati in attesa di notizie.
Anche Mara era arrivata ed era corsa da me "Mara" avevo detto scoppiando a piangere mentre mi abbracciava "shhh tesoro, vedrai che sta bene" aveva detto lei cercando di calmarmi "hai visto la sua testa? Era senza sensi" avevo detto quasi urlando "si ho visto ma non pensare al peggio, la botta è stata forte e forse è solo svenuto" aveva detto lei.
Si era seduta accanto a me e mi teneva la mano. Era passata un'ora e nessuno aveva detto nulla "non ti fanno entrare?" Mi aveva chiesto Mara "no solo i familiari" avevo detto "immaginavo" aveva risposto contrariata.

Avevo provato a chiamare ancora Charles ma partiva subito la segreteria. Era spento, forse la batteria scarica o forse qualcuno lo aveva spento per non riaccenderlo mai più.
Le lacrime avevano ripreso a scendere sulle guance.
"Franci io vado, vieni con me in albergo, ti asciughi e lo aspetti li, è inutile che rimani qui al freddo e sotto la pioggia" aveva detto lei "no, io non mi sposto da qui finché non so qualcosa" avevo detto.
Aveva insistito parecchio ma alla fine si era arresa ed era andata via.
Piano piano tutti i giornalisti erano andati via ed ero rimasta di nuovo sola.

Erano passate tre ore. Pioveva a tratti ma ero bagnata e avevo freddo.
Si era alzato un pò di vento e io avevo iniziato a tremare.
Sicuramente erano anche i nervi ma stavo congelando ma non mi sarei mossa di li per nessun motivo al mondo.

Erano le 9.45 di sera. Ero li da sei ore. Non avevo più sensibilità a braccia e gambe per il freddo. Indossavo solo la gonna di jeans e la maglietta di Sky sport e c'erano 12 gradi. I capelli bagnati non aiutavano.
Continuavo a cercare notizie ma nessuno aveva detto niente. Ero pronta al peggio.
Charles era morto, ne ero sicura altrimenti sarebbero andati in ospedale o la Ferrari avrebbe fatto un comunicato stampa in cui informava delle sue condizioni e invece silenzio.

Improvvisamente le porte si erano aperte e Charles era li, in piedi con la sua tuta da corsa. Ero scoppiata a piangere.
Ero scesa dalla finestra e gli ero corsa incontro "Franci" aveva detto lui sorpreso di vedermi li.
Lo avevo abbracciato e stretto cosi forte, era vivo, stava bene.
Continuavo a piangere "Franci sto bene" aveva detto lui "pensavo fossi morto" avevo detto tra un singhiozzo e l'altro "non ho saputo niente per ore" avevo continuato "nessuno ti ha detto nulla?" Aveva chiesto "no, ti ho chiamato ma non rispondeva nessuno"
"Potevate avvisarla" aveva detto rivolgendosi alla sua famiglia "non abbiamo il suo numero e quando abbiamo pensato di chiamarla con il tuo era spento, non sapevamo fosse qui sennò l'avremmo fatta entrare" aveva detto Lorenzo.
"Sei congelata e bagnata" aveva detto Charles "da quanto sei qui?" Aveva chiesto provando a staccarmi da lui "da quando è successo" avevo detto "ma sono passate ore!" Aveva detto lui "si lo so" avevo risposto.

Tremavo come una foglia e Arthur mi aveva dato la sua giacca. Charles non ne portava una essendo ancora in tenuta da corsa.
Lo avevo ringraziato e Charles mi aveva messo un braccio intorno alle spalle per provare a scaldarmi.
Eravamo saliti in auto. Mi aveva tenuto la mano per tutto il tempo.
"Come stai? Ti fa male qualcosa?" Gli avevo chiesto "sto bene, solo un pò male al collo" aveva risposto e avevo stretto la sua mano.
"Ho avuto paura come mai" gli avevo detto "mi dispiace" aveva detto lui con lo sguardo tenero "sei svenuto?" Avevo chiesto "penso di si, mi sono svegliato che ero in ambulanza quindi devo aver perso i sensi per qualche istante" aveva detto "la testa era a penzoloni" avevo detto "sto bene" aveva detto lui abbracciandomi.

Mi ero asciugata una lacrima mentre l'auto ci portava davanti all'albergo "vai prima tu, io provo ad entrare da un'altra parte" avevo detto per evitare che si capisse che stavamo insieme. Non mi importava più nulla sinceramente. Dopo quella paura volevo solo stare con lui.
Era sceso dall'auto e aveva fatto il giro venendo ad aprirmi lo sportello "sei la mia ragazza, basta nascondersi".
Era come se mi avesse letto nel pensiero.
Mi aveva allungato la mano e l'avevo presa scendendo.
La sua famiglia era dietro di noi mentre entravamo in albergo.

Tutti i piloti erano li, ad aspettare Charles. Tutti i meccanici della Ferrari e alcuni team principal erano presenti.
Charles mi stringeva forte la mano e io non l'avevo mollata "Charles stai bene?" aveva chiesto Carlos e poi il suo sguardo era sceso sulle nostre mani "si sto bene" aveva detto "ci hai fatti preoccupare tutti" aveva detto Pierre "si lo so, purtroppo hanno voluto fare dei controlli e sono andati per le lunghe ma sto bene" aveva sorriso.
"Hai capito tu Leclerc?" Aveva detto Daniel e Charles mi aveva stretta a se.

Eravamo tornati in camera.
"Stai davvero bene? Domani avrai male ovunque" avevo detto "sto bene, voglio solo fare una doccia calda e stendermi" aveva detto "vieni con me" mi aveva allungato la mano.
Non avevo voglia di fare l'amore. Avevo troppe emozioni dentro e non ero dell'umore ma avevo accettato comunque.
In doccia eravamo rimasti abbracciati tutto il tempo. Eravamo in silenzio e ogni tanto ci baciavamo.
Avevo pensato di dirgli che ero incinta ma dopo quella giornata era meglio evitare. Ne avremmo parlato la mattina seguente.

Ci eravamo messi a letto e mi ero addormentata dopo di lui, lo avevo osservato dormire. Lo amavo.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora