Love me - Hate me - Kiss me

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Lunedi mattina ero arrivata in ufficio puntuale insieme a Mara. Avevamo avuto una riunione più lunga del solito perché avremmo avuto tre weekend di gara consecutivi, SPA, Zandvoort e poi Monza.

Avevo passato i giorni pre partenza a studiare i tracciati e a scrivere gli articoli di Stroll e Daniel e giovedi mattina avevamo preso il volo per Spa, ero contenta di tornare. Adoravo il mio lavoro e mi era mancato durante le ferie.

Al circuito avevo trovato subito Pierre, Kika non era presente per impegni di lavoro. Ci avrebbe raggiunti solo in Olanda, non prima.
Ci eravamo aggiornati sulle vacanze davanti ad un pessimo caffè e poi eravamo andati alle interviste.
Mara aveva intervistato Charles mentre io ero accanto a Filippo.
Non aveva distolto lo sguardo da Mara per tutto il tempo, eravamo tornati ad essere freddi e distanti ma andava bene cosi.
Quella sera era stato pubblicato l'articolo su Alonso e io ero andata a correre per le stradine di quel paesino disperso del Belgio. Sembrava essere rimasto fermo nel tempo.
Alla fine aveva iniziato a piovere forte ed ero tornata in albergo completamente fradicia.

"Non hai visto il meteo prima di uscire?" Daniel mi stava guardando e faticava a nascondere il sorriso "non dava pioggia" avevo risposto e poi avevo starnutito, fantastico, mi ero presa pure il raffreddore.

La notte tra giovedì e venerdi era stata un incubo. La pioggia insieme alle temperature che erano scese all'improvviso mi aveva fatto venire la febbre. Non avevo grandi medicinali con me e tanto meno per l'influenza, era fine agosto mica novembre.

Avevo aspettato un orario decente prima di scendere per andare in cerca di una farmacia. Ne avevo trovava una a pochi metri dall'albergo e mi ci ero fiondata appena aveva aperto.
Ero rientrata con il sacchetto in mano "stai male?" Carlos era seduto sulle poltroncine "stai lontano" avevo detto con la voce roca "tranquilla che non mi avvicino, hai un'aspetto di merda, scusa te lo dico" aveva detto lui "grazie per la sincerità" avevo risposto tornando in camera per prendere le medicine e una felpa.

Nel tragitto fino al circuito ero stata isolata dagli altri. Ero stata definita lebbrosa, nessuno voleva ammalarsi e mi avevano obbligato ad indossare una mascherina per contenere i germi.
"Non ho l'influenza, ho solo preso freddo ieri sera" avevo protestato, d'accordo starmi lontano ma la mascherina mi sembrava eccessiva.

Al circuito mi ero trascinata fino al box della Williams, era in fondo alla pit lane e avevo dovuto passare prima tutti gli altri.
"Stai bene?" Alessandro, il capo meccanico di Charles mi guardava perplessa mentre camminavo sotto al sole di 28 gradi con la felpa e il naso che colava "ho la febbre, stammi lontano" avevo risposto e aveva indietreggiato.
Ero rimasta in piedi fuori dal box Williams tutto il giorno, mi avevano invitato ad entrare ma non volevo attaccare qualcosa a qualcuno e quindi ero rimasta li.
Avevo un mal di testa fotonico.

In albergo mi ero fatta una doccia lunga e calda e mi ero lanciata nel letto per dormire sperando di sentirmi meglio il giorno dopo.

Fortunatamente sabato mattina la febbre era quasi sparita ma ero afona. Una gioia dato che la voce mi serviva per comunicare con Mara.
"Meglio stamattina?" Mi aveva chiesto Carlos mantenendo almeno a due metri di distanza da me "si" avevo detto ma la voce usciva a stento "si sente" aveva detto prendomi in giro e andandosene.

Tra tutti i piloti avevo notato una certa distanza da parte di George.
Dopo la vacanza ad Ibiza mi aspettavo di tornare e di trovare un amico e invece si era eclissato completamente.
Volevo chiedergli se fosse tutto ok ma non volevo rischiare di attaccargli qualcosa e allora gli avevo mandato un messaggio "tutto bene? Non ci siamo nemmeno salutati" avevo scritto e la risposta era stata quasi immediata "si tutto bene. Tu piuttosto come stai? Non sembri in forma" aveva scritto "la pioggia mi ha messo ko" avevo scritto "ti riprenderai" aveva risposto lui ma sembrava distante.