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Giovedi alle 8.45 del mattino ero a Shanghai. Carlo era venuto a prendermi con la navetta dell'albergo. Ero distrutta e avevo l'ossigenoterapia alle 14 al centro medico del circuito.
In albergo avevo fatto il check in e stavo andando in camera quando mi ero imbattuta in Kika "Franci ci sei? Come stai?" Mi aveva chiesto lei con il suo tipico sorriso.
I suoi messaggi mi erano stati di enorme aiuto in quei giorni in ospedale e dopo la rottura con Charles.
L'avevo abbracciata "sto bene" avevo detto "sei troppo magra" aveva detto Pierre dietro di lei "fatti abbracciare anche tu" avevo detto sorvolando su quanto mi aveva appena rimproverato.
Tra la rottura con Charles e la polmonite ero dimagrita, me ne rendevo conto ma avrei recuperato. Non mi piacevo cosi scarna.

Avevo parlato con loro del viaggio e delle mie condizioni e loro erano stati cosi gentili con me. Non avevano accennato a Charles e gliene ero grata.
Ero andata in stanza a prepararmi per andare al circuito. Fortunatamente avevo dormito in aereo e quindi ero pronta per la giornata.

Ero andata al paddock con Carlo che mi aveva gentilmente aspettata. Sulla navetta eravamo soli.
"So della fine della tua storia con Charles" aveva detto lui serio "si" avevo solo detto "so che siete due persone mature quindi non voglio che ci siano battibecchi o scenate tra di voi. Fuori dal circuito siete liberi di fare quello che volete ma qui no. È lavoro e bisogna essere professionali" aveva detto lui e avevo annuito. Non mi sarei mai permessa di comportarmi in modo sconveniente con Charles solo perché avevamo chiuso la nostra storia.

Nell'ufficio Sky ero stata accolta con una torta dai ragazzi, si erano tutti preoccupati per me ed ero contenta di avere dei colleghi cosi.
Alle 14 ero andata a fare la terapia al centro medico e alle 15.40 ero fuori.
Alle 16 iniziavano le interviste e io ero leggermente preoccupata mentre camminavo con Mara. Non vedevo Charles da quella mattina in Bahrain e non sapevo che cosa avrei provato trovandomelo davanti.
Avevamo intervistato tutti i piloti.
Per la prima volta avevo condotto le interviste anche io. Solo ad Albon, Pierre, Lando e George ma ero enormemente soddisfatta.

Ero due passi dietro Mara che mi torturavo le unghie. Era il turno dei piloti Ferrari e non sapevo chi mi sarei trovata davanti entro un paio di minuti poi avevo sentito la sua voce e il cuore si era fermato.
Non ero riuscita a controllare il movimento della mia testa che attirato da quella voce aveva reagito subito cercandola e quindi ora stavo guardando Charles camminare verso di noi mentre parlava con Mia, la sua addetta stampa.
Aveva rivolto lo sguardo a Mara quando era arrivato davanti a lei sorridendole e poi il suo sguardo era caduto su di me.
Era rimasto a bocca aperta e i suoi occhi erano diventati tristi all'istante.
Mi ero torturata le dita incapace di dire qualsiasi cosa.
"Ciao Franci, come stai?" Mi aveva chiesto lui prima che le telecamere iniziassero a registrare "bene grazie" avevo detto accennando un leggero sorriso e poi Mara aveva attirato la sua attenzione iniziando con le domande.
Ero rimasta li in silenzio con il registratore in mano a guardare un qualsiasi punto che non fossero gli occhi di Charles.
Era dannatamente bello ed era un ragazzo dolce e buono, perché mi aveva tradita? Avevo iniziato a pensare e gli occhi erano diventati lucidi senza poterli controllare.
L'intervista era finita e io ero tornata normale, o quasi.
Mara mi aveva mandato a scrivere come sempre e mi ero rintanata dietro al portatile cercando di non pensare.

Le pubblicazioni erano state fatte ed eravamo tornati tutti in albergo.
Ero in camera, indecisa se andare a cenare o meno. Non avevo fame, lo stomaco si era chiuso all'istante quando avevo visto Charles e il solo pensiero di vederlo ancora a cena mi turbava troppo.

Ero rimasta in stanza con la tuta e qualcuno aveva bussato alla porta.
Avevo paura di aprire perché sapevo chi potevo trovarmi davanti.

Dall'occhiello sulla porta, infatti avevo visto Charles. Avevo fatto un respiro profondo appellandomi a tutte le mie forze e avevo aperto.
"Ciao" avevo detto e mi ero resa conto che aveva un piatto in mano coperto da un tovagliolo "scusa se ti disturbo ma non ti ho vista a cena e ti ho portato qualcosa" aveva detto dolce come sempre "grazie ma non eri obbligato a farlo" avevo detto cercando di essere gentile come lui "sei troppo magra, devi mangiare qualcosa" aveva detto e avevo afferrato il piatto che mi stava porgendo. Aveva sorriso quando lo avevo preso "mi manchi" aveva detto cosi piano che non ero sicura che lo avesse detto veramente. Volevo urlargli contro che anche lui mi mancava e che l'amore per lui era cosi forte che lo perdonavo ma non potevo farlo. Non volevo una relazione cosi. Non volevo avere paura di essere tradita ogni volta. Preferivo soffrire ora ma non in ogni weekend avere mille dubbi. Avrebbe comunque distrutto la nostra storia.
"Charles" avevo detto e i suoi occhi erano nei miei. Erano tristi e mi faceva male "non ti ho tradita" aveva detto, era la prima volta che me lo diceva in faccia. Era la prima volta che parlavamo di persona in realtà dopo tutto quello che era successo.
"Non riesco a crederti, vorrei farlo davvero. Vorrei che questo dolore finisse ma non ci riesco. Ti amo, ti amo ancora cosi tanto che pagherei oro per tornare indietro ma non si può" avevo detto e avevo chiuso la porta in lacrime.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora