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"Hei Franci" mi ero voltata sentendo Kika chiamarmi "Buongiorno" le avevo detto più cupa del solito "tutto bene? Hai una faccia"
"Si tutto bene, a che ora avete il volo?" Le avevo chiesto cambiando discorso "noi non abbiamo il volo" non riuscivo a capire "in realtà ci chiedevamo se ti andasse un pò di compagnia in auto" era sbucato fuori Pierre "volete venire con me in auto?" Avevo chiesto come se non avessi capito "siamo simpatici" aveva detto Kika "e ce chi dice che sono anche bravino a guidare" aveva detto Pierre facendomi sorridere.
Sapevo che lo facevano per me. Avevano sicuramente un volo in programma ma avrebbero rinunciato per me. Mi commuoveva la loro dolcezza "come dirvi di no?" Avevo detto "bene allora prepariamo tutto cosi partiamo va bene?" Aveva continuato Kika e io avevo annuito.

Mezz'ora dopo eravamo alla mia auto per caricare i bagagli "andate in macchina?" Mi ero voltata sentendo Charles alle mie spalle "hanno insistito" avevo detto facendo spallucce "ce posto anche per me?" Aveva chiesto lui.
Avrei voluto dire di no. Era meglio se lo avessi tenuto lontano ma non volevo cacciarlo, a differenza sua "se non hai troppe borse ci stiamo" avevo risposto ed era andato a recuperare il suo bagaglio.

A fatica tutto era entrato nel baule della mia Peugeot ed eravamo partiti.
Io e Kika sedute dietro, Pierre alla guida e Charles sceglieva la musica.

Dopo mezz'ora di viaggio mi ero addormentata. Ero stanca dopo la notte in bianco e mi sentivo al sicuro con loro in auto.
"Franci svegliati, Franci" avevo aperto gli occhi e mi ero trovata davanti Kika che mi guardava spaventata "stavi sognando qualcosa e hai iniziato ad urlare" sapevo bene cosa stavo sognando, lo stesso sogno fatto la notte prima.
"Tutto bene?" Pierre mi guardava preoccupato attraverso lo specchietto "si scusate" avevo detto vergognandomi per quanto appena accaduto.
Charles aveva allungato la mano dalla parte esterna al suo lato passeggero e l'avevo stretta. In quel momento ne avevo bisogno.

Il viaggio era continuato e Charles mi aveva lasciato la mano solo quando era stato il suo momento di guidare dopo una sosta in autogrill.
"Stai bene?" Mi aveva chiesto mentre Pierre e Kika stavano comprando delle schifezze per il viaggio "si" avevo risposto automaticamente "hai sognato lui?" Ero scattata guardandolo "no" avevo mentito "lo so che lo hai sognato, per come eri agitata puoi aver sognato solo quello stronzo" aveva detto ma poi vedendo arrivare Pierre e Kika aveva lasciato perdere ed eravamo ripartiti.

Dopo tre ore finalmente eravamo arrivati a Monaco, Charles aveva lasciato Pierre e Kika al loro albergo "vuoi che accompagno te e poi ti riporto la macchina o mi accompagni tu?" In quel momento mi ero resa conto di non avere un albergo prenotato. I programmi erano di rientrare a Milano e di ripartire mercoledi sera quindi per lunedi e martedi non avevo la prenotazione "tutto ok?" Mi aveva chiesto lui dato che non avevo risposto "aspetta" avevo detto e lui mi guardava sempre più interdetto.
Avevo trovato la mail con il nome dell'albergo e lo avevo chiamato chiedendo se avessero posto per due notti, fortunatamente era libero e potevano darmi la stanza in anticipo rispetto alla prenotazione fatta da Sky. Ero salva.
"Beh potevi venire da me" aveva detto Charles e lo avevo guardato male "non fraintendermi, ho una stanza per gli ospiti"
"Fortunatamente sono a posto" avevo detto ma l'ansia di due notti da sola in un albergo aveva iniziato a farmi contorcere lo stomaco.

Sapere che nessuno delle persone che conoscevo era con me, anche se in altre stanze, mi terrorrizzava.
Charles aveva guidato fino a casa sua e aveva scaricato la sua valigia mentre io mi sedevo al volante della mia auto e impostavo il navigatore fino all'albergo.
"Tieni, questo è il mio numero, chiamami se hai bisogno di qualcosa o se ti va di parlare a qualsiasi ora del giorno e della notte" aveva detto e non ero stata in grado di dire nulla se non grazie. Era un gesto semplice ma fatto con il cuore.

Ero arrivata in albergo e dopo il check in avevo fatto una doccia e ordinato la cena in camera. Non mi piaceva l'idea di mangiare sola.
Dopo cena ero uscita a fare una passeggiata. Monaco era stupenda e volevo vedere il porto con i suoi fantastici yacht.
Era già tutto in festa e la gente era tantissima per il weekend di F1. Avevo provato a pensare razionalmente per auto calmarmi mentre rientravo ma la paura è una brutta bestia.
Continuavo a ripetermi che Pietro era in Italia agli arresti domiciliari in attesa di processo. Non poteva raggiungermi e non sapeva dove fossi. Anche se avesse saputo che ero già a Monaco non conosceva il nome del mio albergo.
E se mi avesse hackerato le mail e avesse visto tutto? La prenotazione confermata e la ricevuta del pagamento per due notti aggiuntive?
Stavo vagando troppo con la testa.
Avevo fatto un ultimo giro a controllare di aver chiuso bene la porta e controllato che il bagno fosse vuoto.
Mi ero infilata nel letto con la luce sul comodino accesa e la televisione per compagnia.
Avevo preso il telefono, avevo ancora il bigliettino di Charles infilato nella cover.
Lo avevo preso e avevo salvato il suo numero nella rubrica e poi mi ero stesa per provare a dormire.
Ero rimasta sveglia fino alle 5 del mattino poi una tiepida alba si era infilata sotto alle tende oscuranti, le avevo aperte per far entrare la luce del sole e perché cosi sapevo che la notte stava finendo e io potevo provare a dormire davvero e infatti ero crollata stremata.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora