'Charles Leclerc è considerato uno dei migliori piloti degli ultimi anni.'
Queste erano le uniche parole che avevo scritto in mezz'ora, mi ero alzata e avevo preso una boccata d'aria fresca sul balcone, il sole stava tramontando e il cielo si era colorato di rosso e arancione.
Ero tornata al pc, avevo l'ispirazione.'Charles Leclerc è considerato uno dei migliori piloti degli ultimi anni.
Ha avuto parecchia sfortuna, se cosi possiamo chiamarla, negli anni precedenti ma questa è un'altra storia.
Io sono qui per parlare di un giovane uomo di 26 anni.
Un ragazzo gentile e premuroso. I suoi occhi sono cristallini ed è facile capire quale emozione stia provando in quel momento.
Un ragazzo che alcuni definiscono "Il Predestinato" soprannome che non rende giustizia a quello che è veramente il pilota con il N. 16.
Predestinato, come se fosse già deciso e non dipendesse da lui, ma è davvero cosi?Il suo è talento puro, impegno, dedizione e amore per questo sport che lo ha portato a correre nella massima categoria.
Lo ha fatto da solo Charles, ha perso il padre in uno dei momenti più importanti della sua carriera ma non si è abbattuto.
Ha alzato la testa e ha continuato, nonostante il dolore di una perdita così importante e forse è questo che lo ha reso cosi forte.Lottare è nel suo DNA, non si arrende, lui si accende.
Spinge e non lascia niente a nessuno.
Non una traiettoria sbagliata, non una sbavatura e lotta ancora.Ora che è finalmente in lizza per il mondiale la pressione è tanta, è cosi quando si guida per la Scuderia Ferrari.
Ce chi si farebbe intimorire da tutte queste aspettative e chi invece, come Leclerc, si lascia motivare.Quindi no, non chiamatelo Predestinato, il suo lavoro per arrivare fin qui è molto, molto di più.
Testa, cuore e piede, questo è Charles.
Ho avuto la fortuna di ossevarlo da vicino in questi mesi e quando guida la sua Ferrari solo una cosa mi viene in mente: I call it magic.'
Ci ero riuscita. Lo avevo scritto di getto e mi sembrava buono ma l'ultima parola spettava a Carlo, glielo avrei fatto leggere la mattina dopo.
Ero scesa a cenare e avevo un timido sorriso, non riuscivo a nasconderlo.
"Un sorriso!" Aveva urlato Mara vedendomi arrivare al tavolo "shhh" le avevo detto e si era messa a ridere "posso sapere come mai sorridi?"
"Ci sono riuscita, ho scritto l'articolo su Charles" le avevo spiegato che mi risultava difficile e che avevo il blocco con lui "lo voglio leggere" aveva detto "lo leggerai giovedì insieme a tutti gli altri" le avevo detto "sei una stronza" aveva detto e aveva ragione.La mattina di domenica avevo messo l'articolo di Charles sulla scrivania di Carlo. Stava parlando al telefono con la moglie ma mi aveva fatto cenno di aspettare. Mi ero seduta e una volta terminata la conversazione al telefono aveva iniziato a leggere in silenzio.
Aveva sorriso poi annuito e poi nuovo sorriso "hai fatto a pezzi il soprannome che gli ho dato" aveva detto, merda. Sapevo che non avrebbe apprezzato "però merita tanto come pezzo e ti do l'ok alla pubblicazione" aveva concluso.
Un sorriso si era stampato sul mio viso. Ero uscita dall'ufficio sky soddisfatta diretta a prendere un caffè in Ferrari.La gara era iniziata e io ero seduta con Roberto al mio fianco, ormai avevo il posto prenotato.
La gara era andata bene per tutta la prima parte ma poi da dopo il pit stop qualcosa era cambiato. Le Ferrari non avevano il passo e le Red Bull le avevano passate entrambe.
Era la gara di casa di Carlos e meritava di andare a podio almeno.
Avevano fatto il secondo pit stop mettendo nuovamente la gomma soft per provare a recuperare il tempo perso. Le Red Bull erano avanti di 4 secondi ma le Ferrari non mollavano.
Charles era negli scarichi di Perez da qualche giro ma non riusciva a passarlo considerata la velocità in rettilineo della Red Bull.
Alla fine ci era riuscito tirando una staccata in curva 1 e lo aveva passato all'interno.
Ero saltata in piedi con tutti i meccanici.
"Vai Carlos" avevo urlato per incitarlo a passare a sua volta Perez per tornare a podio e come se mi avesse sentito aveva sorpassato anche lui.Ora Charles stava provando a prendere Max. Era sotto al secondo da qualche giro e provava in tutti i modi a passare. Ogni curva era un tentativo. Stavo iniziando a sudare e avevo male alle costole.
Il salto di prima non era stato un'idea geniale e Andrea mi aveva guardato male ma consapevole che non lo avrei ascoltato.Alla fine le Ferrari erano arrivate seconde e terze.
Non il risultato sperato ma pur sempre buoni punti.Quella sera ero andata a letto stanca e mi ero addormentata quasi subito ma un sogno, anzi un incubo, mi aveva svegliata.
Avevo sognato Pietro, il suo sguardo arrabbiato.
Mi ero messa a sedere nel letto cercando la luce più vicina a me. La stanza era vuota e silenziosa.
Solo il battito accellerato del mio cuore nelle mie orecchie. Avevo provato a calmarmi ma le lacrime avevano iniziato a scorrere senza poterle fermare.
Erano le 3 del mattino e sapevo che non sarei più riuscita a dormire.Probabilmente avevo provato a ingannare la mia testa facendole credere che stavo bene, che tutto era stato dimenticato ma a distanza di sole due settimane era impossibile. Un trauma del genere lo avrei portato dentro per sempre.
Il fatto che avevo anche iniziato a diminuire le medicine aveva influito.
Prendendo tanti antidolorifici ero sempre stanca e assonnata ma ora che il dolore iniziava a passare e io avevo meno bisogno delle medicine avevo anche meno sonno.
Ero rimasta sveglia con la lucina sul comodino accesa e la televisione a farmi compagnia.
Volevo andare a correre verso le 6.30 ma non potevo farlo. Nessuna attività per almeno sei settimane, il medico era stato chiaro.Alle 8 ero scesa a fare colazione. Sarei dovuta partire per Monaco con l'auto quel giorno ma ero già stanca e pensare di dover affrontare un viaggio di 7 ore mi faceva paura.
Ero seduta sui divani della reception. Mara e gli altri del gruppo sky erano partiti alle 7 quella mattina. Mara aveva insistito a fare il viaggio in macchina con me ma l'avevo obbligata a prendere l'aereo con gli altri.
Non volevo mai pesare su nessuno ma forse avevo bisogno di aiuto.
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Love me - Hate me - Kiss me
ChickLitNon c'era nessuno in giro, solo un netturbino che svuotava i pattumi. Nelle cuffie era iniziata Another Love di Tom Odell. Una delle mie canzoni preferite del momento. La stavo ascoltando quando qualcuno si era seduto di fianco a me e voltandomi av...