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Dopo cena eravamo usciti per una passeggiata. Pochi metri ma alla fine avevo convinto Charles a farmi vedere i luoghi della sua infanzia, la sua scuola, la sua casa e il bar in cui si ritrovava con i suoi amici. Alcuni ragazzi gli avevano chiesto la foto e mi ero prestata a fare da fotografa.
Era stata una serata tranquilla ma Charles mi sembrava distratto.
"Tutto bene?" Avevo chiesto mentre ci infilavamo nel letto "si tutto bene" aveva risposto "mi sembri strano, è per quello che è successo?" Avevo detto riferendomi all'aborto "no, assolutamente, non pensarlo neanche" aveva detto lui "è solo che ho discusso con mio fratello"
"Vuoi parlarne?" Avevo chiesto "non ora, voglio solo dormire" aveva detto e lo avevo assecondato.
Mi aveva stretto e ci eravamo addormentati cosi.
I giorni seguenti erano passati noiosamente. Charles usciva tutte le mattine per allenarsi e io non sapevo più che cosa inventarmi.
Avevo chiamato Mara in ufficio e l'avevo pregata di darmi qualcosa da fare anche a distanza.
Alla fine l'avevo convinta e mi aveva dato alcuni compiti che avevo eseguito lavorando al mio portatile.
Avevo lavorato tutti i giorni qualche ora cercando di alleggerire lei, mi sentivo in colpa a non essere a lavoro anche se mi sentivo bene.
Charles era stato super diligente. Non si avvicinava troppo e avevo capito che avesse molta voglia di fare l'amore, era reciproco ma dovevamo aspettare.

Venerdi pomeriggio ero in doccia ma il bagnoschiuma era finito.
"Charles" avevo chiamato ma senza ricevere nessuna risposta "Charles" avevo urlato più forte e qualche istante dopo era in bagno "che succede?" Aveva chiesto preoccupato "è finito il bagnoschiuma, me ne prendi uno nuovo?"
Lo avevo visto aprire il mobile e passarmi il nuovo prodotto.
La doccia era in vetro e mi stava guardando "devo uscire da qui sennò impazzisco" aveva detto facendomi sorridere.
Finita la doccia avevo infilato un perizoma bianco e una delle sue magliette ed ero andata in salotto con i capelli bagnati.
"Hai visto il mio caricabatterie?" Avevo chiesto piegandomi sul tavolino, sapevo che aveva il mio sedere a pochi centimentri dal viso "credo sia in cucina" aveva detto con un tono roco. Sapevo che era eccitato, era quello che volevo.
Mi ero voltata e la sua espressione era cosi sexy che non avevo resistito.
Mi ero messa a cavalcioni su di lui "no Franci, non si può" aveva detto cercando di farmi alzare.
Avevo iniziato a baciarlo e poi ero passata alle sue orecchie. Sentivo il suo respiro cambiare, diventare sempre più incostante per l'eccitazione.
"Lasciami fare" gli avevo sussurrato all'orecchio prima di mordicchiare il lobo.
"Franci" aveva detto attaccandosi alle sue ultime forze.
Lo avevo baciato ma era trattenuto "voglio farti godere" gli avevo detto "no" aveva risposto secco, avevo iniziato a strusciarmi sulla sua erezione "Franci alzati" aveva detto e avevo eseguito ma mi ero messa in ginocchio davanti a lui.
"Ora ti tolgo i pantaloni e i boxer" avevo detto "no" aveva continuato "perché?" Avevo chiesto seria "perché non voglio godere io se tu non puoi" aveva detto capendo le mie intenzioni "decido io" avevo detto e avevo iniziato a prendere il bordo del pantalone della tuta.
Inizialmente era contrariato ma poi mi aveva assecondato.
Era nudo dalla vita in giù e avevo iniziato a giocare con la lingua, aveva sospirato rumorosamente lanciando la testa all'indietro.
Il ritmo dolce che avevo avuto inizialmente ora era diventato più veloce.
Sentivo che era vicino al punto del piacere e avevo continuato imperterrita "Franci" aveva sussurrato lui e allora era esploso nella mia bocca.
Mi ero alzata pulendomi un angolo della bocca con un dito soddisfatta mentre lo guardavo.
"Wow" aveva detto lui sorridendo "sei stata fantastica ma mi sento in colpa" aveva detto "goditi il momento, mi ricompenserai" avevo detto ed ero andata ad asciugare i capelli lasciandolo sul divano ancora nudo.

La voglia dentro di me era tanta, dopo il pompino mi ero accesa e volevo fare l'amore con lui.
La dottoressa aveva detto che prima di avere l'ok per tornare ad avere rapporti dovevo fare una visita.
Di nascosto da Charles l'avevo chiamata.
Le avevo spiegato di essere a Monte Carlo ma che volevo fare una visita. Mi sentivo bene e volevo sapere se tutto fosse a posto.
Mi aveva dato il nome di una sua collega che visitava in zona.
L'avevo chiamata e mi avrebbe visitata il giorno dopo.
L'appuntamento era alle 8.30 a pochi km da casa di Charles.

Sabato mattina lo avevo lasciato dormire e gli avevo mandato un messaggio mentre ero in taxi avvisandolo che sarei tornata presto e di non preoccuparsi.

Ero nella sala d'attesa della Dottoressa Longoni che aspettavo, ero agitata.
Speravo che il mio utero stesse bene e che non ci fosse qualcosa che potesse darmi problemi.
"Setti?" Aveva chiesto la segreteria, mi ero alzata ed ero l'unica presente "prego" aveva detto e l'avevo seguita.
La Dottoressa aveva ricevuto la mia cartella dalla mia ginecologa e mi aveva visitato "qui è tutto in ordine, non ci sono residui" aveva detto "quindi sto bene? Perché mi sento bene" avevo risposto "si, probabilmente essendo avvenuto nelle prime 4 settimane l'utero si è completamente ripulito" aveva detto lei e avevo un tarlo che mi assillava da quando era successo "Dottoressa ma potrebbe succedere ancora? Se io rimanessi incinta potrei avere altri aborti?" Avevo chiesto "potrebbe capitare ma può capitare a chiunque, diciamo che nel momento in cui si cerca una gravidanza, sapendo di quello che è successo, ci vuole un occhio di riguardo ma le prime settimane sono a rischio per tutti" aveva detto lei "non bisogna lasciarsi influenzare da quello che è successo perché ogni gravidanza è a se, magari l'aborto c'è stato perché l'embrione non era sano o semplicemente doveva andare cosi" aveva detto e mi aveva tranquillizzata.
Mi aveva dato l'ok per avere dei rapporti e aveva aggiornato la mia scheda dichiarandomi completamente guarita.
Stavo uscendo quando mi aveva richiamata "Francesca?" Mi ero voltata "ecco tieni questi, la pillola non basta, meglio avere una doppia protezione" aveva detto allungandomi una scatola di preservativi.
Ero in imbarazzo ma l'avevo accettata.

Ero tornata a casa e Charles era in cucina "dove sei stata?" Mi aveva chiesto mentre toglievo la giacca e gli ero andata incontro baciandolo "hei buongiorno anche a te" aveva detto contro le mie labbra "sto bene" avevo detto "ma dobbiamo aspettare" aveva detto lui capendo dove volessi andare a parare "no, sono stata dal medico e mi ha dato l'ok e questi" avevo detto tirando fuori dalla borsa i preservativi.
"Sei sicura?" Aveva chiesto lui quasi incredulo "si" avevo detto e allora mi aveva presa di forza facendomi sedere su di lui "ti desidero" aveva detto e mi aveva baciata.
Aveva iniziato a toccarmi il seno "sono in debito con te" aveva detto riferendosi al giorno prima "basta che facciamo l'amore, ti voglio" avevo detto. Mi aveva fatta sedere sul tavolo e si era infilato tra le mie gambe baciandomi il collo mentre trafficava con i miei jeans.
Solo a sentire le sue mani in quella zona ero eccitata.
Avevo alzato il sedere permettendogli di togliermeli, ero con le mutande seduta sul tavolo della cucina.
"Apri" aveva detto mettendomi le mani sulle ginocchia e avevo eseguito.
Aveva iniziato a leccare il pizzo della mia brasiliana e poi l'aveva spostata facendo in modo che non ci fosse niente ad ostacolarlo.
La sua lingua mi faceva impazzire "oddio" avevo ansiamato, ero sul punto di venire grazie alla sua lingua e lui aveva continuato, sapevo cosa voleva fare.
Avevo stretto il tavolo con le mani e mi ero abbandonata all'orgasmo.
"Finalmente" avevo detto sorridendo ad occhi chiusi "ho appena iniziato" aveva risposto lui tornando a baciarmi. Gli avevo messo le mani intorno al collo e con le gambe lo avevo stretto a me.
La sua erezione bussava alle mie mutande e quindi si era spogliato e mi aveva aiutato a togliere gli ultimi indumenti che avevo addosso.
"Andiamo in camera?" Aveva chiesto ma mi sembrava una distanza troppo grande "qui" avevo detto e aveva preso un preservativo dalla scatola e lo aveva indossato. Mi ero voltata stendendo il busto sul tavolo "che visione paradisiaca" aveva detto lui e aveva affondato un dito dentro di me facendomi gemere. Aveva continuato "amore ti prego" avevo detto in preda al piacere. Mi aveva baciato una spalla e poi aveva tolto il dito penetrandomi con il suo pene. Era rimasto fermo qualche istante a godersi quel piacere ritrovato e poi aveva iniziato con un ritmo che mi aveva fatto perdere il fiato "ti amo" aveva detto lui mentre mi teneva per i fianchi "ti amo anche io" avevo detto quasi urlando e dopo aver dato voce ai miei sentimenti ero venuta, di nuovo.
Charles mi aveva seguito dopo qualche spinta.
Eravamo in pace.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora