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Quella domenica ero nervosa. Poteva essere il mio ultimo giorno come inviata Sky ed ero tesa. Avrei dato tutto per poter restare in quel mondo il più a lungo possibile.
Al circuito come al solito avevamo sistemato le nostre cose prima di andare a prendere un caffè, volevo andare in Pirelli da Mario Isola ma alla fine Carlo mi aveva obbligata ad andare con loro in Ferrari, a detta sua era una mancanza di rispetto dopo quello che mi avevano detto il giorno prima.
Quando eravamo entrati mi ero trovata davanti proprio Roberto "ah la mia ragazza fortunata" aveva detto con un sorriso dolce. Ora che Mara lo aveva paragonato ad Helsinki della Casa di Carta notavo davvero la somiglianza. Tutti i meccanici mi guardavano speranzosi, come se ci fossi io nella monoposto e non i piloti. Sentivo pressione. E se non fosse andata bene? Sarei diventata la ragazza che porta sfiga? Non potevano darmi un soprannome del genere dopo solo una qualifica. Non era fattibile.

Avevamo preso il caffè velocemente ed eravamo corsi da una parte all'altra della pit lane per provare ad intervistare i piloti e i team principal.
Prima della gara ero andata a posizionarmi davanti al box Ferrari. Mara era tra Red Bull e Mercedes, la domenica non c'era bisogno di spostarsi tra un box ed un altro, ascoltavamo i team radio dalle cuffie e se qualche squadra aveva un problema andavamo a indagare.
Ero fuori dal box dal lato di Carlos mentre osservavo lui compiere i suoi rituali pre gara. Mi aveva sorriso e prima di salire in macchina era venuto a battermi il cinque. Avevo ricambiato il gesto imbarazzata.

"Lucky girl dove sei?" Avevo riconosciuto la voce di Roberto e lo avevo visto uscire dal box di Charles per cercarmi e quando mi aveva visto si era messo a sorridere facendomi segno di seguirlo.
Lo avevo seguito ma non dentro al box, ero rimasta li fuori "puoi entrare, non mordiamo" aveva detto lui riferendosi anche agli altri meccanici.
La monoposto di Charles era li parcheggiata in attesa del suo pilota e la stavo fissando mentre mi avvicinavo a Roberto "che bella" avevo semplicemente detto ammirando quel capolavoro di ingegneria.
"Ti brillano gli occhi" mi aveva fatto notare un meccanico. Dentro al box c'era caldo e mi stavo legando i capelli in una coda.
"Fa vedere un pò" il capo meccanico di Charles, Alessandro, mi stava invitando a mostrargli il tatuaggio sul mio braccio sinistro e cosi avevo fatto. Era interno al braccio e con la camicia a manica lunga di Sky non si notava ma quel giorno avevo arrotolato le maniche per il caldo ed era visibile "è molto bello" aveva detto lui riferendosi al tatuaggio di una F1 stilizzato accompagnato da una scritta "I call it magic" aveva letto e altri meccanici si erano avvicinati "io la chiamo magia" Roberto aveva tradotto la frase "non è una mia frase, è dei Coldplay" avevo spiegato anche se incarnava esattamente quello che per me era quello sport, pura magia.
"Come mai tutto questo baccano?" Charles era arrivato "guarda che bel tatuaggio che ha Francesca" lo aveva incitato Alessandro, avrei fatto di tutto pur di sparire dalla sua vista in quel momento, era la prima volta che me lo trovavo faccia a faccia dopo la sua sfuriata ed ero sola nel suo territorio "vediamo" aveva detto avvicinandosi e prendendo il mio polso per vedere "wow, è veramente stupendo, è la frase dei Coldplay quella sopra?" Avevo annuito imbarazzata "bello" aveva detto lui lasciando il mio polso e voltandosi per parlare con qualche meccanico.
"Vieni, mettiti qui" Roberto mi aveva fatta mettere in un angolo dove non davo fastidio, di li a breve la macchina sarebbe uscita dal box e avremmo avuto più spazio.

Avevo seguito l'intera preparazione di Charles, i movimenti erano gli stessi del giorno prima, come se fosse un rituale scaramantico, fare gli stessi gesti nello stesso ordine per avere lo stesso risultato ottimo, del giorno precedente.
Aveva infilato il balaclava ignifugo e mancava solo il casco e si era voltato verso di me, lo stavo fissando ma in quel momento non avevo distolto lo sguardo, non ne ero stata capace, come se qualcosa dentro mi dicesse di non farlo e quindi i nostri occhi si erano trovati gli uni dentro gli altri per la prima volta e avevo sentito una sensazione strana.

Pace in mezzo a quel caos.

"Ci sei?" Andrea aveva richiamato Charles che era incantato come me "si" aveva risposto lui distrattamente voltandosi e infilandosi il casco. Si era diretto verso la sua auto ed era salito.
Erano passati cinque minuti poi la monoposto era stata accesa. Mi ero tappata le orecchie per il forte rombo del motore e poi l'auto era partita lentamente per andare a fare alcuni giri prima di posizionarsi nella prima piazzola sul rettilineo della partenza.
Il box si stava svuotando e alla fine ero rimasta io e pochi meccanici.
Era arrivata anche la fidanzata di Charles che era andata direttamente in pista.
Io ero tornata da Mara nell'attesa e intanto la accompagnavo a fare qualche intervista.
"Perché hai il muso?" Mi aveva chiesto Filippo mentre Mara cercava qualche pilota "non ho il muso" avevo risposto "si invece, dovresti essere al settimo cielo, sei alla tua prima gara di F1 e la vivi da dentro la pit lane, la gente pagherebbe oro per essere dove sei tu"
"Potrebbe essere anche l'ultima volta" avevo dato voce ai miei pensieri "non abbatterti prima del tempo, non puoi saperlo" aveva risposto lui.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora