25

1K 29 1
                                    

Tra il Q1 e il Q2 ero davanti al box di Charles, ero pensierosa e distratta "tutto ok?" Mi aveva chiesto Alessandro mentre aspettava che il Q2 iniziasse "si grazie" avevo risposto distrattamente.
Il mio telefono continuava a suonare e avevo già rifiutato 4 chiamate da Pietro ma ora ero stufa "cosa vuoi?" Avevo sbraitato "con chi scopi puttana?" Ma come si permetteva "smettila di chiamarmi!" Avevo detto forse a voce troppo alta perché alcuni meccanici si erano voltati e anche Charles dalla macchina mi stava guardando.
Mi ero spostata di qualche centimetro per non farmi vedere.
Avevo fatto qualche respiro profondo appoggiata al muro esterno al box e mentre ero pronta per tornare l'auto di Charles mi era passata davanti per uscire dal box, attraverso la sua visiera avevo visto che mi stava guardando.

Comunque era un asso sui circuiti cittadini e aveva fatto la pole.
3 pole consecutive sulla stessa pista. Nessuno come lui a Baku.

Dopo le qualifiche ero andata con Mara alle interviste.
Li avevamo intervistati tutti, compresi i primi tre qualificati e Mara e Filippo stavano smontando l'angolo microfono "chi era?" era Leclerc a chiedermelo "come scusa?" Gli avevo chiesto non sicura di aver capito la domanda "chi era al telefono prima?"
"Nessuno" avevo risposto secca "non sembrava nessuno, sembravi turbata"
"Non era nessuno" gli avevo detto guardandolo negli occhi, non erano affari suoi.
Si era voltato e se ne era andato.
Prima mi cacciava dal suo box e poi si comportava come se nulla fosse? Ma qual'era il suo problema?

Il giorno della gara ero rimasta fuori dal box per evitare qualche inconveniente. I meccanici avevano messo la musica e la stavo canticchiando tra me e me.
"Che cantante mancata!" Alessandro mi prendeva in giro "dai, non rompere" gli avevo detto ridendo, ero stonata e ne ero consapevole ma stavo solo mimando le parole senza dare libero sfogo alle mie doti.
"Oggi è più tranquillo" mi aveva detto riferendosi a Charles, aveva assistito anche lui alla scena del giorno prima e aveva intuito il motivo per cui ero rimasta fuori dal box.
"Sto bene qui" avevo risposto orgogliosa "ti tengo il posto vicino al mio" mi aveva detto riferendosi alla gara "grazie" gli avevo detto sorridendo.
Charles era sceso in pista e aveva portato la sua auto nella piazzola numero 1.
Il box era vuoto e ne avevo approfittato per andare a sedermi. Stavo scrivendo qualcosa su Charles quando me lo ero trovato davanti "che scrivi?" Mi aveva chiesto come se nulla fosse "niente" avevo detto chiudendo il tacquino e tornando fuori dal box, non volevo che mi cacciasse di nuovo quindi mi ero avviata da sola "rimani pure" aveva detto "qual è il tuo problema?" Avevo chiesto, ero stufa di quel comportamento.

Era rimasto basito "non ho nessun problema" aveva risposto calmo "non sembra, sembra che tu abbia un problema con me e non ne capisco il motivo, non ti ho fatto niente" avevo detto, non volevo in nessun modo turbarlo prima di una gara ma non pensavo che le mie parole potessero farlo a quel punto.
"Non voglio che scrivi di me" aveva ribadito ancora una volta "perché?"
"Perché non sai niente di me" era vero, a differenza degli altri piloti mi risultava indecifrabile.
Il suo sguardo passava dall'essere triste e arrabbiato ad essere felice come un bambino il giorno di Natale. Aveva la capacità di cambiare umore in cinque minuti o forse riusciva solo a nascondermi le sue emozioni meglio degli altri.

"Non sto scrivendo la tua biografia ma solo qualche impressione, mi è sembrato che l'articolo di Pierre ti sia piaciuto, perché ti ostini tanto a non volerne uno per te?" Eravamo tornati ad avere dei toni civili, si era passato una mano tra i capelli "lascia perdere" aveva detto e prima ancora che potessi dire qualcosa era uscito dal box lasciandomi sola.
Continuavo a non capire il suo atteggiamento. Mi era impossibile e la situazione era diventata snervante.
Avevo seguito la gara da dentro al box come al solito. Non era successo niente di che e Charles era arrivato primo come da posizione di partenza.

Quella sera avevamo deciso di fare una cena tra donne. Oltre a Mara e Federica erano presenti altre giornaliste di altre testate. Alcune le conoscevo già ma altre era la prima volta con cui parlavo.
Tutte mi avevano fatto i complimenti per i miei articoli, non pensavo che li avessero letti.
"Fattelo dire" mi aveva detto Elisabeth di Skysport Uk "tu non sei una giornalista ma una scrittrice. I giornalisti non sono in grado di emozionare cosi tanto con i loro articoli, si attengono ai fatti e li riportano semplicemente. Sono pochi quelli che emozionano come fai tu" ero estremamente lusingata. Era un complimento stupendo.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora