72

888 33 0
                                    

Mi ero svegliata in piena notte in preda a dei crampi addominali fortissimi. Faticavo a sedermi e mi sentivo bagnata. Avevo preso il telefono per fare luce ed ero immersa nel sangue.
"Che succede?" Aveva chiesto Charles svegliato dai miei rumori, aveva visto tutto quel sangue e aveva capito che non poteva essere semplice ciclo "Franci che cazzo succede?" Aveva chiesto preoccupato.

Mi ero alzata ma in piedi i crampi erano ancora più forti e mi ero appoggiata al comodino "Franci che succede?" aveva chiesto ancora Charles preoccupato "sto avendo un aborto" avevo detto, la situazione era chiara.
"Un aborto?" Avevo percepito il panico nella sua voce ma il dolore era forte e mi ero accasciata.
Era corso dal mio lato del letto "andiamo in ospedale" aveva detto.
Aveva preso la mia borsa e un asciugamano in cui avvolgermi ed eravamo usciti dalla stanza. Erano le 4.30 del mattino e l'albergo era silenzioso.
In reception la ragazza ci aveva guardati strani ma l'avevamo superata senza dire nulla.
Ero salita in auto e Charles aveva iniziato a correre "vai piano" avevo detto tra un crampo e l'altro.
Provavo a non urlare dal dolore ma mi contorcevo ogni volta.
Come fanno le donne a partorire? Dio che male.
Charles era concentrato sul navigatore per non sbagliare strada e aveva parcheggiato davanti al pronto soccorso.
Appena avevo messo il piede fuori dall'auto avevo avuto un altro crampo.
Charles mi aveva presa in braccio ed era corso dentro "aiuto" aveva urlato.
Il pronto soccorso era deserto ma un'infermiera si era affacciata "che succede?" Aveva chiesto "sta male!" Aveva urlato Charles in preda al panico "vieni" aveva detto lei e ci aveva fatti entrare in uno stanzino con una barella.
Charles mi aveva appoggiata delicatamente "che succede?" Mi aveva chiesto l'infermiera "credo di avere un aborto" avevo risposto dolorante "ok chiamo il medico" aveva detto lei.
Charles mi teneva la mano ma non riuscivo a parlargli.

Il medico era arrivato dopo qualche minuto, non era giapponese e dal suo cognome sulla targhetta avevo capito che fosse italiano.
Aveva guardato Charles e lo aveva riconosciuto ma era rimasto professionale.
Aveva iniziato a parlare in inglese ma gli avevo chiesto se fosse italiano e aveva annuito.
"Allora che succede?" Aveva chiesto nella mia lingua "credo di avere un aborto" avevo detto anche a lui "verifichiamo subito" aveva detto e aveva avvicinato l'ecografo a me.
Mi aveva fatto alzare la maglia e abbassare il bordo dei pantaloni e aveva messo quel gel gelato sulla pancia e aveva iniziato a cercare qualcosa "si, qui ce la camera gestazionale ma è vuota" aveva detto "di quante settimane eri?" Mi aveva chiesto "non lo so, l'ho scoperto questa mattina" avevo risposto "e quando hai avuto l'ultima mastruazione?" Aveva chiesto "il 12 ottobre" avevo risposto "ma non è possibile che io sia incinta, prendo la pillola e sono molto attenta" avevo continuato "avete rapporti completi giusto?" Aveva chiesto e Charles aveva annuito "la pillola protegge il 99% delle volte, siete rientrati nell'1%" aveva detto.
"Ma è per causa mia? Ho fatto qualcosa che ha causato l'aborto?" Avevo chiesto "no, direi che se non hai preso qualche botta o sei caduta il tutto è avvenuto in modo naturale. Succede tantissime volte nelle prime settimane e a volte le donne non se ne accorgono perché pensano sia il ciclo" aveva risposto pulendo il gel dal mio addome "quando è rimasta incinta?" Aveva chiesto Charles "a guidicare dalle dimensioni della camera gestazionale direi tra il 18 e il 20 del mese scorso ma è difficile stabilirlo con certezza" aveva detto lui.
Era stato il weekend del compleanno di Charles. Ero rimasta incinta subito.

"Mi servono i tuoi documenti cosi ti registrano e poi procediamo" aveva detto "cosa dovete fare?" Avevo chiesto, pensavo fosse finita qui "nulla di che, facciamo una flebo di liquidi per integrare il sangue perso e poi ti ricoveriamo cosi vediamo se l'utero si pulisce bene da solo o se dobbiamo intervenire con un raschiamento" avevo annuito e Charles mi aveva passato la borsa.
Nel prendere il portafoglio era caduta la scatola del test di gravidanza. Charles si era piegato a raccoglierla mentre davo i documenti al medico che era uscito lasciandoci soli.

Charles continuava a guardare la scatola del test senza dire una parola.
"Charles?" Avevo detto prendendo la sua mano "perché non me lo hai detto? Pensavi che ti abbandonassi?" Aveva chiesto, sembrava triste "no, sinceramente non ho mai pensato che potessi farlo. L'ho scoperto questa mattina e volevo dirtelo ma avevi la gara e non volevo turbarti più di quanto non lo fossi già. Poi ce stato l'incidente ed è passato in secondo piano" avevo detto "la mia ragazza è incinta di mio figlio e passa in secondo piano solo perché ho un incidente?" Aveva detto e sentendogli pronunciare quelle parole avevo sentito gli occhi pizzicare, erano lucidi ma cercavo di non piangere.
Aveva notato i miei occhi e mi aveva abbracciato.

Si era seduto accanto a me tenendomi per mano "come stai?" Gli avevo chiesto vedendolo preoccupato "diciamo che ho avuto giornate migliori" aveva detto "tu come stai?" Aveva chiesto "meglio, credo che sia finito" avevo risposto. Ero ancora avvolta nell'asciugamano del bagno dell'hotel.
"Non ti lascio, non ti lascerei mai" aveva detto lui piano.

"Ti amo" avevo detto cogliendolo di sorpresa, aveva alzato la testa di scatto e stava per dire qualcosa ma il medico era rientrato con l'infermiera.
"Ora Wuan ti porta a darti una pulita e poi facciamo il ricovero, hai qualcosa con te per cambiarti?" Mi aveva chiesto "no" avevo detto "ok allora mandiamo il fidanzato premuroso a prendere qualcosa di pulito" aveva detto "non voglio lasciarla" aveva detto Charles al medico "tranquillo, ci prenderemo noi cura di lei in tua assenza. Non farei mai mancare nulla alla fidanzata del mio pilota preferito" aveva detto sorridendo.
"Stai tranquillo" avevo detto "ok, vado e torno" aveva detto "vai piano" gli avevo urlato mentre usciva dalla stanza ma non ero sicura che mi avesse sentito.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora