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Fortunatamente avevamo preso l'aereo cosi presto che l'albergo era deserto mentre facevamo il check out.
Pensavo solo alle mie vacanze, avevo davanti 3 settimane in Sicilia e volevo solo divertirmi.
Atterrati a Milano io e Mara eravamo tornare subito a casa per disfare la valigia e preparare quelle per il mare, lei sarebbe andata in Grecia la sera stessa mentre io sarei partita la mattina dopo.
Mentre sistemavo le ultime cose per partire ero al telefono con mia mamma. Aveva organizzato tutto per quando sarei arrivata in Sicilia.
Sarebbe venuta mia zia Giovanna, sua sorella, con Valentina a prendemi in aereoporto e poi sarei rimasta da loro per tutte le vacanze.
Erano tutti contenti che tornassi, erano due anni che non andavo dai parenti e la nonna stava cucinando l'impossibile per il mio arrivo. Mi mancavano cosi tanto.

Quando avevo chiuso la chiamata avevo trovato un messaggio sul cellulare.
Era Charles.
Ero incazzata ancor prima di leggere cosa aveva scritto.
"Mi dispiace, ho fatto una stronzata ieri sera" aveva scritto e dalla rabbia sentivo le orecchie andare a fuoco.
Intanto poteva chiamare e non limitarsi ad un messaggio, poi scriveva alle 10 di sera? Solo a quell'ora si era reso conto? Probabilmente aveva saputo che avevo visto tutto e si era sentito in colpa. Non volevo dargli la soddisfazione di fargli capire quanto ci fossi rimasta male cosi avevo digitato una risposta "tranquillo, non siamo niente io e te" avevo scritto e lo avevo mandato.
Non avevo più ricevuto risposta.

Il viaggio era andato bene ed ero atterrata a Palermo.
Stavo cercando mia zia e mia cugina in aereoporto e quando le avevo viste gli ero corsa incontro abbracciandole.
Erano state le mie vicine di casa per 13 anni, poi mia zia era rimasta vedova ed era tornata in Sicilia per avere l'aiuto della famiglia.
Valentina era stata mia sorella per tutti quegli anni, anche se poi si era trasferita eravamo rimaste sempre in contatto.
Era la mia migliore amica da sempre. Aveva un anno più di me, come Marco.

"Madonna come sei magra, ora che ti vede nonna Caterina le prende un collasso" aveva detto la zia "è una figa da panico" aveva detto Valentina "senti chi parla" le avevo risposto.
Lei e la zia erano belle da mozzare il fiato, capelli scuri come i miei e quelli di mamma ma con gli occhi azzurri della nonna. Inoltre erano abbronzate e questo li metteva ancora più in risalto.

Avevamo affrontato il viaggio in macchina fino a Mondello aggiornandoci sulle nostre vite e sembrava che non ci fossimo perse un giorno.
Eravamo andate subito a casa di nonna, la zia abitava a pochi kilometri da lei.
"Nonna" ero entrata chiamandola, la porta era aperta come sempre.
"Amore di nonna vieni, sono in cucina" le ero corsa incontro abbracciandola. Aveva le mani sporche perché stava cucinando per tutto il quartiere probabilmente.
"Fatti vedere, mamma come sei bella ma quanto sei magra?" Mi aveva detto con l'accento siciliano che amavo "mangi?" Mi aveva detto "si nonna mangio ma nessuno cucina bene come te" le avevo detto e si era intenerita "non farmi piangere che sennò non cucino più" aveva detto. Ero rimasta a darle una mano e dopo pranzo ero andata a casa di zia per sistemare le mie cose nella stanza di Valentina.
"Andiamo al mare?" Mi aveva chiesto dato che erano solo le 2.30 del pomeriggio, avevo accettato, volevo abbronzarmi e fare un bel bagno.

In spiaggia c'erano i suoi amici ad aspettarci.
"Ragazzi lei e mia cugina Francesca" aveva detto presentandomi a tutti.
A turno si erano avvicinati e mi avevano detto i loro nomi ma non ne ricordavo neanche uno.
Avevamo passato il pomeriggio in completo relax, erano simpatici e molto gentili con me. Avevamo organizzato anche di andare a ballare quella sera. Erano tutti in ferie e la maggior parte abitava fuori per studio e quindi approfittavano delle vacanze per divertirsi tutti insieme.

La prima settimana era trascorsa cosi.
Di giorno mare con amici, pranzi da nonna e la sera discoteca o locali con Valentina e i suoi amici.
La settimana dopo, martedi, pioveva e io e Valentina eravamo in camera sua sveglie da poco.
"Vale ti devo dire una cosa" le avevo detto "dimmi" aveva risposto lei girandosi verso di me.
Le avevo raccontato tutto, di Pietro e dell'agressione, di come mi ero sentita e della psicologa. Poi le avevo raccontato di Charles, di esserci andata a letto due volte e di tutto quello che era successo.
Era senza parole ma io sentivo di doverle raccontare tutto. Mi sembrava di mentire nascondendole la verità e poi avevo bisogno di un consiglio su come comportarmi con Charles.
A differenza degli altri a cui avevo detto di essere stata aggredita lei non aveva pianto, era rimasta seria, arrabbiata quasi con Pietro, come darle torto.
Per Charles era d'accordo con me, era uno stronzo e io dovevo dimenticarlo.
Mi aveva usata dopo tutto quello che avevo passato e non meritava niente da me.
Avevamo passato la mattina cosi. A parlare di tutto quello che ci era successo.
"La facciamo una pazzia?" Aveva detto poi guardando il soffitto "che hai in mente Vale?" Mi spaventava.
"Prendiamo un aereo e partiamo, ci facciamo una settimana insieme da qualche parte" l'idea era folle ma dannatamente bella "e dove andiamo?" Le avevo chiesto dandole corda.
Aveva iniziato a digitare qualcosa sul suo telefono e poi mi aveva guardata sorridendo, conoscevo quello sguardo "la isla bonita" aveva detto "e Ibiza sia" aveva detto ed eravamo scattate in piedi urlando come matte.
Avevamo prenotato aereo e albergo. Una follia. Saremmo partire venerdì e tornate martedi cosi da poter passare gli ultimi giorni con la famiglia prima di finire le ferie.
Non vedevamo l'ora.

Quella sera avevamo raccontato i nostri piani agli altri ragazzi "voi due insieme mi fate paura" aveva detto Salvatore e aveva ragione.
I giorni erano passati lenti ma è sempre cosi quando si aspetta qualcosa di bello ma finalmente venerdi era arrivato.
La zia ci aveva accompagnate in aereoporto, per tutto il viaggio da Mondello all'aereporto di Palermo si era raccomandata su qualsiasi cosa.
Era uguale a mia mamma.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora