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Quell'anno potevo considerarlo il migliore e peggiore della mia vita.
Avevo realizzato il sogno di lavorare in F1 ma quanto mi stava costando? La mia sanità mentale iniziava a risentirne.
Ci mancava solo la corsa post cena per scappare da alcuni ubriachi.
La prossima volta cosa sarebbe successo?
Mi ero spaventata, certo ma pensavo che avrei reagito diversamente.
La paura è un sentimento forte e mi aveva permesso di ricordare dettagli che in una situazione normale non avrei notato.
Le strade percorse dal taxi all'andata erano diventate subito familiari mentre correvo. Come se le avessi percorse tante volte.
Ero riuscita a pensare lucidamente anziché farmi prendere dal panico.
Ero sorpresa da quello che ero riuscita a fare e anche leggermente orgogliosa.

Mi ero tuffata in doccia dopo la sudata e ci ero rimasta cosi tanto che avevo la pelle delle dita delle mani quasi dolorante.
Kika mi aveva chiamato dalla sua stanza per sapere come stavo e subito dopo Charles aveva bussato alla mia porta.
Con lui c'era anche Russel insieme a Carmen, erano seduti per terra, forse erano li da un pò.
Erano stati carini a preoccuparsi ma stavo bene. Volevo solo dormire e dimenticare la disavventura.

Venerdi mattina mi ero recata al paddock come tutti i venerdi.
Appena entrata nell'ufficio ero stata assalita dalle domande dei miei colleghi.
Tutti erano preoccupati che stessi bene, Carlos li aveva informati e volevano sapere.
"Sto bene, abbiamo fatto una corsetta ma davvero, sto bene, non ce motivo di essere preoccupati" avevo detto.
Non sembravano credermi, come dargli torto.
Avevo organizzato con Carlo il programma di giornata. Sarei stata ancora in Williams al mattino e nel pomeriggio di venerdi e sabato mattina Alfa Romeo.
Sabato pomeriggio e domenica Ferrari. Non dovevo muovermi di li.

Avevo attraversato il paddock al telefono con mio fratello ma lo avevo salutato perché un pilota Mercedes si era affiancato a me.
"Buongiorno George" avevo detto mentre posavo il telefono "stai bene?" Mi aveva detto senza salutare.
Mi ero fermata e dopo un paio di passi si era fermato anche lui vedendomi ferma "che ce?" Aveva chiesto "sto bene, basta chiederlo. Tutti mi fanno la stessa domanda. Non sono di vetro" avevo detto.

Ero stufa di essere considerata una povera vittima. Ogni volta che qualcuno mi toccava o guardava partivano le mille preoccupazioni. Ero grata a tutti che si preoccupassero per me ma non ne vedevo più il motivo.
George era rimasto di sasso "scusa non ce l'ho con te ma vengo trattata come una bambina. Non faccio altro che dire a tutti che sto bene. Sono stanca" aveva sorriso "hai la forza di un leone" aveva detto e aveva fatto una specie di ringhio che mi aveva fatto ridere.
Mi aveva accompagnata in Williams parlandomi di Carmen che era rimasta in hospitality e poi era andato al suo box per prepararsi per salire in auto.

Il venerdi era stato tranquillo. Solo qualche fumogeno aveva dato fastidio ai piloti per la visibilità ma oltre a questo era stata una giornata normale.
Quella sera avevo cenato in albergo con Mara e Federica.
Avevo visto George parlare con Charles ed entrambi mi guardavano. Sicuramente gli stava raccontando della mia sfuriata del mattino mettendolo in guardia ma poi Charles non si era avvicinato ed era sparito per tutta la sera.
Dopo cena ero andata a sedermi vicino a Kika.
Era scossa per quanto accaduto la sera prima ma stava bene.
Avevo cercato di distrarla chiedendole se avesse fatto pace con Pierre ma a giudicare dalla loro vicinanza pace era stata fatta.
Sabato mattina ero andata in Alfa Romeo per finire il lavoro iniziato al venerdì pomeriggio e dopo pranzo ero andata al box Ferrari per le qualifiche.
Appena entrata Alessandro e Roberto mi avevano guardata.
Tutti sapevano, il paddock poteva considerarsi una specie di scuola superiore in cui i pettegolezzi volano di persona in persona.
"Se qualcuno mi chiede come sto me ne vado" avevo detto e avevo visto Roberto sorridere "questa si chiama cazzimma" aveva detto lui. Avevo preso posto ed ero rimasta in silenzio ad osservarli.
Charles era arrivato e mi aveva guardato "non chiedere nulla" gli aveva detto Alessandro guardandomi e sorridendo e io avevo sorriso a lui.
Charles sembrava non aver capito "se le chiedi come sta ti mena" Alessandro era stato chiaro.

Si era preparato in silenzio accanto a me ma ogni tanto mi guardava sorridendomi e scuotendo il capo.
Non capivo perché facesse cosi.

Era salito in macchina e aveva iniziato le qualifiche.
Max era stato un mostro, era casa sua e voleva il weekend perfetto. Pole e vittoria e stava facendo di tutto per ottenere quello che voleva.
Charles non era contento della seconda posizione ma alla fine si era accontentato.

Dopo le interviste e le pubblicazioni ero tornata in albergo.
Volevo andare a correre e mi ero preparata.
Mentre uscivo dall'albergo avevo incrociato George e finalmente mi aveva presentato Carmen "dove vai?" Mi aveva chiesto "a correre" avevo risposto.
"Sei sicura di andare a correre? Potresti trovarti davanti i ragazzi dell'altra sera"
"Si lo so ma voglio andare a correre, se li incontrerò correrò più veloce di loro" avevo detto e avevo infilato le cuffie mentre iniziavo la mia corsa.

Avevo corso 10 km e stavo attraversando il cortile dell'albergo per entrare.
"Tu sei pazza" mi ero voltata di scatto, non sapevo se parlasse con me o qualcun'altro, quando avevo visto Kika e Pierre avevo capito che parlassero con me "perché?" Avevo chiesto, non capivo "te le cerchi allora? Vai a correre da sola rischiando di trovare quei ragazzi dell'altra sera!" Kika era arrabbiata, non l'avevo mai vista cosi "sono andata a correre, era giorno e sono rimasta in luoghi affollati" avevo risposto "mi sono preoccupata" aveva detto lei addolcendosi "sei un tesoro ma ho usato la testa e sono stata al sicuro" avevo detto. Pierre dietro di lei ci guardava sorridendo "che hai tu?" Gli avevo chiesto "mi fate ridere voi due insieme" aveva detto e io e Kika lo avevamo guardato male e poi eravamo scoppiate a ridere.

Dopo cena avevo guardato una puntata di Emily in Paris e mi ero addormentata velocemente. Il sonno era tornato regolare.
Domenica ero rimasta tutto il giorno nel box Ferrari, avevo baciato i caschi come la domenica prima ma Charles era arrivato secondo e Sainz quarto. Il mio bacio non aveva sortito l'effetto desiderato.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora