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Quel fine settimana lo avevo passato a casa, Pietro aveva continuato a scrivermi tutti i giorni ma lo avevo ignorato come da suggerimento di Mara.
Ero tornata a Milano domenica sera ricaricata per un'altra settimana di lavoro.
Avevo anche in mente di fare un regalo a mio fratello, avrebbe compiuto gli anni durante il weekend di Imola e non potendo esserci per festeggiare volevo fare qualcosa di speciale per riparare.

Avevo chiamato Gianluca, il suo migliore amico di sempre, potevo definirlo un secondo fratello data la sua presenza costante nella mia vita sin da bambina.
"Hei giornalista" aveva risposto "ciao Gianlu, ho una proposta da farti" avevo detto "sono tutto orecchi"
"Questo weekend ce la 24h du LeMans, ti va di portarci Marco? Volevo regalargli il biglietto per il compleanno, dovremmo partire venerdi sera e sarebbe una cosa da pazzi però secondo me gli piacerebbe" mio fratello non era appassionato come me di F1, adorava la Moto GP e da qualche tempo aveva iniziato ad appassionarsi alla storia di LeMans "dai ci starebbe un sacco" aveva detto lui e mentre eravamo al telefono avevo trovato i biglietti al pc e li avevo acquistati, ci eravamo accordati su come fare per non fargli capire niente.

Venerdì sera sarebbe andato a prenderlo dopo lavoro con la borsa preparata da mia madre e lo avrebbe portato a Milano dove avrebbero caricato me e saremmo partiti per LeMans. Ero euforica, sapevo che gli sarebbe piaciuta e sapevo che sarebbe stata un'esperienza stupenda anche per me.
Inoltre quell'anno la Ferrari tornava a correre quella gara dopo 50 anni ed era il centenario della nascita della 24h. Era l'occasione perfetta.

La settimana era passata lentamente come sempre quando si aspetta qualcosa ma finalmente venerdi era arrivato. Mara sapeva che sarei partita quella sera ed era più euforica di me "ah ti piacerà da matti, ci sono stata un paio di volte ed è bellissimo" mi aveva detto mentre cercava il suo sacco a pelo da prestarmi "spero che piaccia a Marco" avevo detto un pò nervosa "è un'esperienza che piace anche a chi non è appassionato, fidati che sarà contento".
L'avevo salutata ed ero scesa quando Gianluca mi aveva chiamato.
Ero salita in macchina e avevo trovato mio fratello bendato dal lato passeggero. Gianluca stava facendo un video e io avevo messo in mano a Marco il biglietto di LeMans prima di togliere la benda. Ci aveva messo un attimo a mettere a fuoco e a capire e poi aveva iniziato ad urlare di gioia "voi siete pazzi!" Aveva detto euforico continuando a guardare il biglietto incredulo "ce quindi stiamo andando a LeMans?" Aveva chiesto per conferma "si" avevamo risposto in coro io e Gianluca "voi siete pazzi" aveva ripetuto "prenditela con tua sorella" aveva detto Gianluca dandomi il merito e la colpa di quella follia prima di partire e metterci in strada. Ci aspettavano nove ore di macchina e avremmo fatto a turno per guidare.

Eravamo arrivati al circuito intorno alle cinque del mattino e ci eravamo messi a dormire in macchina sfiniti dal viaggio post giornata di lavoro. Ci eravamo svegliati intorno alle 11.30 del mattino ricaricati e pronti per andare a perlustrare la zona, la gara sarebbe iniziata alle 4 del pomeriggio e avevamo tempo.
Avevamo pranzato e poi ci eravamo lavati e sistemati nelle docce dei bagni appositamente messi a disposizione per l'evento.
C'era tantissima gente e ovunque era festa. Con i nostri zainetti eravamo andati in cerca di piloti e vip da poter fotografare.
Ci eravamo gustati la partenza dai nostri posti ed eravamo rimasti a guardare fino all'ora di cena.
Avevamo mangiato in uno dei tantissimi stand e ci eravamo fatti una doccia per toglierci l'appiccicaticcio della giornata appena trascorsa.

Quella sera ci sarebbe stato il concerto dei Meduza. Ovviamente era la nostra destinazione.
Mentre camminavo in quel fiume di persone avevo urtato un ragazzo "scusa" avevo detto voltandomi "scusami tu" aveva risposto lui prima di rimanere interdetti uno davanti all'altro.
Quando si dice che il mondo è piccolo non ci si rende conto di quanto possa esserlo davvero alcune volte.
In quel marasma di persone, in quell'evento enorme fatto di vari concerti e spettacoli avevo urtato proprio Charles Leclerc e anche lui era sorpreso quanto me di vedermi li.

"Che ci fai qui?" Mi aveva chiesto, mio fratello e Gianluca si erano avvicinati a me vedendomi ferma "sono qui con loro" avevo detto indicandoli "ah" aveva risposto deluso "ciao piacere io sono Marco, suo fratello" aveva detto presentandosi e allungando la mano "e lui è Gianluca, il mio migliore amico" mio fratello aveva fatto tutto da solo ma effettivamente non capitava tutti i giorni di conoscere un pilota di F1.

Aveva stretto la mano ad entrambi e poi era tornato con lo sguardo su di me "state andato a sentire i Meduza?" Aveva chiesto come se fossimo amici, come se l'ultima discussione tra noi non fosse esistita "si" avevo risposto diffidente "sto andando al box Ferrari. Ti va di venire con me cosi ti presento i piloti?" Aveva detto e quell'occasione era ghiotta, troppo ghiotta per farsela scappare.
I piloti dell'auto n. 50 erano i primi in classifica in quel momento e stavano scrivendo la storia, non potevo farmi scappare l'occasione di conoscerli. Avevo guardato mio fratello per chiedergli il permesso di abbandonarlo nonostante fosse il suo regalo di compleanno "vai e divertiti" mi aveva detto lui, lo avevo abbracciato "ci vediamo dopo" gli avevo detto e avevo seguito Charles. Era insieme a suo fratello Arthur, lo conoscevo bene. Lo avevo visto correre in Formula 2 ed era bravino, non al livello del fratello maggiore ma sapeva il fatto suo.

"Non sapevo avessi un fratello" aveva detto Charles. Arthur camminava davanti a noi parlando al telefono "si, compie gli anni il prossimo weekend e io e il suo amico gli abbiamo regalato i biglietti essendo fan di LeMans" non sapevo nemmeno perché gli stavo raccontando tutte quelle cose ma probabilmente era l'emozione di entrare nel Box della hypercar che si stava giocando la vittoria.
"Che bel regalo e che brava sorella" aveva detto lui. Non sembrava nemmeno la stessa persona con cui avevo discusso in Azerbaijan.
Eravamo arrivati al box e una volta dentro ero rimasta incantata. James Calado e Antonio Giovinazzi erano seduti su delle sedioline di plastica in attesa di poter tornare in pista.
Antonio era venuto a salutare Charles "hei" aveva detto salutandolo "avevo sentito che eri nei paraggi"
"Si sono passato prima ma stavi guidando, come sta andando?"
"Bene dai, Alessandro sta guidando bene ma a breve si ferma e sale James" aveva risposto e poi si era voltato verso di me
"Lei è Francesca, la giornalista di Skysport, l'ho incrociata qui" aveva detto "ah sei la ragazza scrive gli articoli sui piloti al giovedi?" Avevo annuito imbarazzata "se vinco ne scrivi uno su di me?" Mi aveva chiesto lui gentile "certo" gli avevo detto "promesso?"
"Promesso" avevo risposto sicura, conoscevo la sua storia, pilota di F1 che non era riuscito a dimostrare il suo valore e quindi non rinnovato aveva trovato la sua strada come terzo pilota Ferrari e ora era qui, neanche lui poteva crederci, i suoi occhi parlavano chiaro.
Stava vivendo un sogno.

Eravamo rimasti per vedere il pit stop e il cambio pilota, era tutto molto diverso dalla F1. Alcuni meccanici dormivano per terra in un angolo del box mentre altri erano impegnati a giocare a carte.
"Andiamo?" Mi aveva chiesto Charles "ok" avevo risposto. Sapevo che mi avrebbe accompagnato da mio fratello ma io volevo rimanere ancora un pò in quel box.

Alla fine mi aveva portato a vedere la gara in una curva. Le auto passavano vicinissime e si poteva apprezzare la potenza data la curva veloce "sono velocissime" avevo detto "si sono stupende" aveva concordato con me.
La notte era calata e insieme a lei anche il fresco e io non avevo la felpa. Era nello zaino di mio fratello.
"Hai freddo?" Charles aveva notato i miei brividi "sto bene" avevo risposto cercando di non tremare ma indossavo degli short neri di jeans e una maglia a mezza manica nera e la temperatura era intorno ai 18 gradi.
"Vieni che andiamo a prendere una felpa" mi aveva detto e lo avevo seguito. Ci stavamo allontanando da tutto il frastuono ed eravamo soli.

Le nostre mani si erano sfiorate  accidentalmente camminando e quel contatto mi aveva provocato un brivido. Era successo altre volte durante il percorso. Sembrava che le nostre mani non potessero rimanere lontante e ogni volta il tocco durava qualche istante in più.
"Ho la roulotte proprio qui dietro" aveva detto rompendo il silenzio tra di noi "hai una roulotte?" Non lo facevo ragazzo da campeggio "non è mia. Mi hanno invitato e mi hanno messo a disposizione la roulotte per dormire e prepararmi" ora tutto era più chiaro ma io avevo una domanda che mi assillava da parecchi minuti ormai e non riuscivo più a trattenermi.
"Perché ti comporti cosi con me?" Si era bloccato a pochi centimentri dalla sua roulotte "non lo so" era la prima volta che non aveva la risposta pronta. Non potevo vederlo in faccia perché era di spalle. Aveva aperto la porta della sua roulotte ma si era voltato verso di me e mi era venuto incontro guardandomi negli occhi e mi aveva baciata.

Love me - Hate me - Kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora