PROLOGO

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Origini.

Ognuno di noi aveva le proprie origini.

Un luogo di appartenenza, una casa che gli ricordava la propria infanzia, persone che lo legassero ad un posto e a dei ricordi.

Io no.

Non avevo potuto godere di un'infanzia felice, non avevo mai assaporato la sensazione di appartenenza ad un luogo, del calore di due braccia che ti stringevano, del calore di un bacio sulla fronte che ti accarezzava il cuore. Non ero cresciuta al suono di un "buongiorno" detto appena si aprivano gli occhi, a corse la mattina per prendere l'autobus per andare a scuola, a tavolate imbandite già di prima mattina, con tutto ciò che si poteva desiderare di mangiare a colazione, appena svegli. Nessuno mi aveva mai rimproverata per qualche marachella adolescenziale, per la prima sigaretta fumata a dodici anni, per la prima bottiglia di vodka a quattordici. Nessuno mi aveva retto i capelli mentre vomitavo in un cespuglio durante la mia prima sbornia, fuori da un locale.

Nessuno mi aveva tappato gli occhi di fronte a tutto quel sangue.

Nessuno aveva preservato la mia acerba natura allontanandomi da quelle atrocità.

Una bambina normale all'età di sette anni si divertiva a giocare con le bambole.

Io imparavo a rubare corde e ansiolitici.

Ad affilare i coltelli.

Ad accusare colpi su colpi.

A curarmi da sola le ferite.

A contare fino a quando la sensazione di lui dentro di me non cessava.

A non entrare nel panico ogni volta che lo vedevo calarsi i pantaloni.

A non piangere, non perdere neppure una lacrima quando una volta soddisfatto, si ripuliva del suo stesso seme lasciandomi lì, tremante e pietrificata.

Tutti quando calava la notte, quando venivano travolti dal sonno e chiudevano gli occhi, non vedevano altro se non il nero, l'oscurità che poi dava spazio ai sogni.

Io invece vedevo quegli occhi blu, iniettati di sangue che mi prosciugavano ogni goccia di innocenza.

<<Non hai nessun altro al di fuori di me, piccoletta.>> Quella voce, arida, ruvida, sottile e tagliente mi era rimasta impressa nella mente. <<Ma non preoccuparti, io ti amo.>> Mi aveva ripetuto ogni giorno, fin dalla mia nascita. <<Nessuno ti amerà mai come ti amo io.>> Lui mi amava.

Mi amava come diceva di amare la donna che teneva segregata in casa, legata al suo letto.

La stessa donna che mi aveva messa al mondo, ma che mai aveva riversato tra le lenzuola anche solo una lacrima per me. Piangeva il figlio, il cui nome ricordavo come un eco continuo immerso in una valle di singhiozzi.

Aidan.

Lo chiamava durante quei randomici attimi di lucidità che durante il giorno la travolgevano, quando lui non era in casa e gli psicofarmaci perdevano il controllo che avevano su di lei. Ed io la guardavo di nascosto, dalla finestra che dava sulla camera da letto dove la lasciava ammanettata, avvolta dalla stessa sudicia veste macchiata di sangue che nascondeva quel corpo scheletrico.

Non la conoscevano.

Lui mi aveva detto che era mia madre, ma io non conoscevo nemmeno il suo nome.

Di lei sapevo solo che la odiavo.

Mai le avevo sentito dire il mio nome, mai mi aveva cercata, mai aveva pianto per me come aveva pianto per il figlio. Lui lo amava, io non ero degna. Era ciò che mi ero ripetuta fino a che un giorno non ero scappata dalle mie "origini", da quel tugurio, da quella donna, per sopravvivere.

Per legarmi a l'unica persona su cui potevo contare.

Me stessa.



SPAZIO AUTRICE:

Oh mie care quanto mi siete mancate! Era da molto, troppo tempo che non ci risentivamo ma ora sono tornata e con il quarto libro della nostra adorata saga. Perdere il profilo dove ho pubblicato Sick, Deep e Fatal attraction è stato un pesante colpo basso, e so che sarà difficile riacquistare di nuovo l'attenzione di tutte le persone che mi seguivano prima ma spero con il tempo di tornare a quei bei tempi in cui a decine mi scrivevate, mi chiedevate qualcosa e parlavamo di qualche curiosità riguardo ai miei libri.

Ma questo è un nuovo inizio o magari un continuo, perchè no, visto che prossimamente pubblicherò i capitoli di questo nuovo capitolo della famiglia Miller.

Juliette ce ne farà vedere delle belle, siete pronte a riprendere da dove abbiamo lasciato?


Double AttractionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora