CAPITOLO 10

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JULIETTE


E alle sei di Mercoledì finì il mio terzo giorno in quella gabbia, che stavo iniziando a riconoscere come una specie di posto sicuro. Sapevo che sembrasse un paradosso, passavo l'inferno tra quelle mura, ma in qualche modo era l'unico luogo in cui mi sentivo di poter riuscire in qualcosa, per quanto continuassi a cadere, ma comunque senza mai smettere di rialzarmi.

Uscii dal palazzo seguita dalle ragazze che avevo conosciuto lì dentro, quelle tre mi piacevano, avevano una mentalità che si incastrava bene con la mia e mi ci stavo trovando bene. Erano simpatiche e avevano un umorismo che mi piaceva parecchio. Sidney, Kimberly e Sandy erano tre teste pazze che mi stavano facendo vivere con più leggerezza quel nuovo lavoro, erano molto brave in ciò che facevano ma per quanto duro e ostico fosse, riuscivano a rimanere persone docili e spensierate.

Avevamo una buona complicità, ci intendevamo alla perfezione e con loro stavo bene.

Mi infilai una sigaretta tra le labbra e la accesi, fermandomi sul marciapiede, appoggiata alla mia bambina in rosso che da lì a poco mi avrebbe riportata a casa.

<<Cazzo ma spacca! Ti prego mi fai fare un giro una volta?>> Kim si avvicinò alla mia ducati con gli occhi a cuoricino, quando però tentò di toccarla le schiaffeggiai via la mano. Nessuno al di fuori di me poteva toccarla, la minima impronta, il minimo alone o graffio mi avrebbero fatta impazzire.

<<Off-limits bellezza, è intoccabile.>> La guardai orgogliosa, era la moto che aveva avuto anche mia madre, per me era oro colato con le ali. <<Ti prego, un giretto.>> Spinse in avanti il labbro inferiore, congiungendo le mani a preghiera ma io scossi il capo, non ci avevo ancora portato nessuno, non volevo che si sporcasse. Più avanti però, se quella mia ossessione fosse passata, sarei stata anche più ben disposta a farle fare un giro. Ma la vedevo dura. <<Un giorno magari sì.>> La illusi ma lei si accontentò esultando sottovoce, facendomi sogghignare. Non sarebbe mai accaduto ma lei non poteva saperlo.

<<Se avete finito di parlare di motori, avrei una proposta, donzelle.>> Sendy ci distrasse, attirando l'attenzione di tutte e tre che aspettavamo perplesse che dicesse ciò che le stava passando per la testa.

<<Ho voglia di fare qualcosa stasera, che ne dite di andare a ballare?>> Rimasi sorpresa, non credevo che a ragazze come loro piacesse la discoteca, tuttavia iniziai a credere sempre con più convinzione di aver trovato la mia gente. <<Perchè no, non mi ubriaco da un po'.>> L'astinenza di Sandy ci fece sorridere.

<<Si può bere anche senza entrare in una sbronza colossale.>> Le feci presente.

<<Lo so, ma che gusto c'è se a fine serata non si finisce nel letto di qualche bell'uomo?>> Era proprio fuori di testa. <<Sandy, da quant'è che non ti fai una bella scopata?>> Kim mi precedette, togliendomi le parole di bocca. Sembrava non andare a letto con qualche bell'uomo da secoli. Anche se inconsapevolmente iniziai a ragionare anche su quanto tempo fosse passato da quando io, ero andata a letto con un uomo. Troppo, fin troppo. Smisi immediatamente di pensarci, era a dir poco imbarazzante per me.

<<Guarda lascia stare, ho perso il conto dei mesi.>> Ecco forse io non ero messa così male. Mi rasserenai.

<<Perfetto, allora stasera serata da Frank, che ne dite?>> Il locale di Frank era una seconda casa per me, una proposta simile era impossibile da rifiutare. <<Io ci sto.>> Accettò Kim. <<Anch'io.>> La seguì Sandy.

<<Pure io.>> Accettai.

<<Pure tu, cosa?>> La sua voce irritante si immischiò, quando, uscendo con Kyle di fianco, origliò la nostra conversazione. In realtà di sicuro neppure gli importava di cosa stessimo parlando, voleva solo darmi fastidio, ma le ragazze nel vederlo non riuscirono a tacere.

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