CAPITOLO 48

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WAYNE

Il viaggio di ritorno da Londra era stato estenuante, erano anni che non risalivo su un aereo e farmi un viaggio di più di nove ore era a dir poco insostenibile per uno come me, ma quando il dovere chiamava io ero il primo a presentarsi.

Il solo pensiero di ritornare a casa mi metteva una strana angoscia, era da molto tempo che non tornavo a dirigere l'A.S per aiutare l'FBI a formare una nuova squadra e condurli in missione, ma dopo che era stata proprio quest'ultima a richiedere di nuovo il mio aiuto a Miami, non avevo potuto che prendere il primo volo disponibile e tornare nella mia terra natale.

O meglio non avevano richiesto solo il mio aiuto, ma dell'intera A.S. per la cattura di un uomo che non mi sarei più di certo fatto scappare. Cabrera, l'unico bastardo che in più di dieci anni di carriera era riuscito a sfuggirmi. Ma ciò non sarebbe più successo, mai più.

Mi ero fatto spiegare il caso prima ancora di partire. Cabrera stava preparando un altro colpo ma questa volta il suo unico alleato era un boss mafioso, uno che come lui scappava dalla giustizia da anni pur di continuare a farla franca ma come lui sarebbe finito al fresco, molto, ma molto presto.

Quando arrivai a Miami erano le otto del mattino, l'aereo aveva fatto ritardo e ciò mi rendeva ancor più nervoso di quanto già non fossi. Avevo le mani il caso più importante che mi fosse mai capitato, la mia seconda chance di vincere una partita che ancora non si era conclusa, ed io non avevo alcuna intenzione di perdere di nuovo. Affatto.

Avevo intenzione di pianificare ogni cosa nel minimo dettaglio ed ero certo che, con l'aiuto della S.W.A.T, sarei riuscito a raggiungere i miei scopi. L'FBI era impegnata in altri casi della stessa importanza, e così ci avevano uniti per quel caso, considerando che io e i miei uomini conoscevamo già Cabrera e potevamo agire con maggior consapevolezza.

Kyle durante tutti quegli anni mi aveva comunque tenuto aggiornato su ogni cambiamento avvenuto, sui miglioramenti e sulle varie missioni della squadra, così che non mi perdessi nulla e che, al mio ritorno, fossi già consapevole di cosa aspettarmi. Per questo già sapevo che avevo due nuovi agenti, uno che aveva preso il posto di Samantha dopo il mio licenziamento e uno al posto di Sidney che aveva dato le sue dimissioni un anno dopo la mia partenza. Il motivo mi era ancora sconosciuto ma se lo aveva fatto voleva dire che doveva, contando tutta la dedizione che negli anni aveva dimostrato durante ogni allenamento.

Gli altri invece erano rimasti gli stessi e così era più comodo, contando che perlomeno già conoscevo i loro punti forti e le loro debolezze, così da sapere chi portare in missione per vincere contro Cabrera.

Una volta uscito dall'aeroporto salii su un taxi e mi feci portare direttamente allo studio legale di mio padre, non perchè volessi salutarlo, ma perchè volevo parlare con Kyle prima di raggiungere la base della S.W.A.T insieme a lui. E rivedere la squadra dopo tutto quel tempo.

Così dopo un'ora rientrai in quel palazzo dopo anni e anni, sentendo che tutto stava tornando come prima, e ciò non seppi spiegarmi se fosse qualcosa di positivo o meno.

Presi quell'ascensore e dopo i soliti minuti di discesa ecco che mi sentii di nuovo a casa.

Al mio arrivo erano già tutti intenti ad allenarsi, come era scontato che fosse. Kyle girovagava tra di loro controllando che facessero tutto al meglio e, mi bastava guardarlo, per sapere che avevo lasciato la mia squadra in buone mani. Quell'uomo non era solo il mio braccio destro, era mio fratello.

Lasciai il borsone che mi aveva accompagnato nel corso di quegli anni vicino all'ascensore e mi avvicinai a lui, che in quel momento, inconsapevolmente, mi dava le spalle.

Double AttractionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora