CAPITOLO 60

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WAYNE


Era ormai da ore che cercavamo qualche indizio, qualche pista che potesse permetterci di avvicinarci a trovare dove fossero Julie e nostro figlio ma era tutto inutile, Cabrera aveva fatto in modo di eliminare ogni possibile traccia e questa cosa mi stava mandando fuori di testa.

Mi sentivo di star arrivando costantemente soltanto di fronte a vicoli ciechi da cui non riuscivo ad uscire, mi sentivo in gabbia da ore e questo non aveva fatto che incrementare ancor di più la mia rabbia e la mia impazienza rendendomi irrequieto, come una tigre in gabbia.

Avevo radunato tutta la squadra per cercare di trovare una soluzione, insieme a noi vi era persino il Comandante Brown ma non riuscivamo a capire come riuscire a battere quel bastardo, che sembrava riuscire a controllare tutto e tutti, facendo sentire persino agenti più che qualificati, degli emeriti incapaci.

Era passato così tanto tempo che ormai si era persino fatta sera e nessuno di noi era riuscito a trovare una briciola di errore commesso da Cabrera, che potesse aiutarci a smuovere quella situazione in stallo, ma sembrava quasi che quel pezzo di merda fosse incapace di sbagliare.

Non aveva legami, nè punti deboli, nessuno sapeva dove risiedesse e la sua ultima apparizione risaliva a troppo tempo prima. In quel momento poteva essere dovunque e comunque non era detto che si trovasse dove avevano portato la mia famiglia, quell'uomo non agiva mai di persona, incaricava sempre altri.

<<Hall a che punto siamo con le ricerche?>> I miei agenti lavoravano per trovare una strada che potesse portarci a trovare la strada giusta, io invece neanche riuscivo a rimanere fermo e così, continuavo a camminare avanti e indietro nella centrale di comando della S.W.A.T, più precisamente nella sala riunioni, cercando risposte. <<Ancora niente capitano.>> Mi aveva risposto la stessa cosa per altre sei volte prima di quella probabilmente. <<Peter?>> Ma mi bastò guardarlo me capire che non aveva neanche più il coraggio di rispondermi negativamente, e infatti tacque continuando a fissare lo schermo.

Tutti quei no mi mandarono in escandescenza e dopo ore e ore di ricerche esplosi.

<<Non può essere possibile cazzo!>> Afferrai una sedia e la scagliai contro il muro, facendo sussultare molti mentre altri mi osservavano con il dispiacere impresso negli occhi e i volti stanchi. Non li avevo fatti fermare neanche per un secondo quel giorno, erano ore che lavoravano come dei dannati ma non mi importava se erano distrutti. Non avevano la minima idea di cosa stessi passando io in quel frangente.

<<Reed, calmati, stanno facendo del loro meglio ma sono ore che lavorano, è forse il caso di interrompere qui per oggi e riprendere domattina.>> Il Comandante Brown mi si avvicinò e mi parlò con pacatezza ma io ero talmente fuori di me, che sarei stato capace di prendere a pugni persino lui in quel momento.

<<Ma non abbiamo tempo! Non capisce che la mia famiglia potrebbe non arrivarci a domattina?!>> Tuonai furibondo in faccia ad un uomo che non si lasciò influenzare dalle mie reazioni, rimanendo lucido e razionale, persino di fronte alla mia sfuriata priva di alcun rispetto per il suo grado di importanza lì dentro.

<<Reed, torna a casa.>> Disse risoluto.

<<Oh no no, non se ne parla ora io->>

<<Reed te lo ordino, torna a casa.>> Ripetè con durezza reggendo il mio sguardo iracondo con apatia e austera severità. <<Non farmelo ripetere una terza volta perchè poi scatterà una sanzione.>> Il petto mi si alzava ed abbassava ad una velocità inaudita, avevo il fiato corto e il cuore che pompava nel petto velocissimo.

Sapevo in fondo che lo stesse facendo anche per me, per farmi staccare un attimo da tutto quel casino che non stava facendo che nuocermi il cervello, ma io non avevo tempo da perdere per riposare. Soprattutto perchè non ci sarei riuscito con la consapevolezza che la mia famiglia era rinchiusa chissà dove, a patire le pene dell'inferno al posto mio.

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