CAPITOLO 8

657 26 3
                                    


JULIETTE


Mi attaccai uno di quei cerotti "sutura" sul taglio poco più sotto del sopracciglio, bruciava ancora per via del disinfettante che ci avevo messo prima di mettere i cerotti. Avevo un taglietto anche sul labbro che era leggermente gonfio, un ematoma enorme sull'addome e uno sullo zigomo che ancora mi pulsava ma nulla che non sapessi gestire, nulla di nuovo per me.

Persino nasconderlo ai miei la sera prima non mi era risultato difficile, ero corsa in camera con la scusa che ero stanca e dovevo dormire. E loro avevano compreso.

Alle mani invece avevo le garze che mi avvolgevano le nocche, che ormai avevano già smesso di sanguinare dalla sera prima, le avevo però coperte così da proteggere le croste ancora fresche.

Un'altra al mio posto sarebbe fuggita da quella gabbia di matti, dove ricevere botte era all'ordine del giorno, ma io no, io volevo vincere e ce l'avrei fatta solo affrontando a muso duro ciò che mi attendeva in quel bunker di spie.

Tornai in camera dal bagno ad essa collegato per finire di vestirmi, mi infilai i jeans e aprii il cassetto per cercare una maglia che mi ero prefissata di mettere la sera prima, ma che a quanto pareva si era nascosta da qualche parte in uno dei miei cassetti. Era assurdo come i vestiti riuscissero a nascondersi da soli nei cassetti.

Neppure il leggero bussare alla porta riuscì a distrarmi dalla mia ricerca.

<<Julie- oh, scusa.>> La porta si aprì con la stessa velocità con la quale si richiuse lasciandomi perplessa. La voce che avevo sentito però la riconobbi, anche mentre ravanavo in uno dei cassetti lanciando indumenti in giro per la stanza, alla ricerca di una dannata maglia.

<<Entra pure James.>> Era strano che fosse a casa mia a quell'ora della mattina, ma non ci feci poi tanto caso, la mia attenzione a quel punto era rivolta a quella cavolo di maglietta.

<<Sei in vesti più appropriate?>> La portà si aprì di nuovo.

<<Oh non fare il pudico con me James, l'avrai già vista una ragazza in reggiseno.>> Anche di più a quanto lo avevo sentito raccontare a mio fratello, durante una di quelle loro serate tra uomini quando ancora Aidan viveva in quella casa. Un leggero fastidio mi punse il petto ma diedi la colpa ai dolori che sentivo dappertutto. 

<<Sì ma vedere te in reggiseno è un tantino diverso.>> Puntualizzò con fare leggermente in difficoltà. <<E cosa cambia? Hai baciato anche me.>> Non avevo niente di poi tanto differente dalle sue precedenti conquiste, o per lo meno non credevo di avere nulla di diverso, forse ero giusto tre volte più bella ma quelli erano dettagli. 

<<Ecco forse quello è un ricordo che preferirei cancellare.>> Quel suo commentino, che sarebbe dovuto apparire scherzoso, mi infastidì, non credevo che baciarmi fosse così osceno da dover persino cancellare il ricordo.

<<Simpatico.>> Borbottai ironica, trovando finalmente la maglia nera che cercavo. Non era una maglia nera come le altre, era di una sfumatura di nero diversa dalle altre e mi stava meglio delle altre, a parer mio e il mio parere non sbagliava mai. Me la infilai togliendolo dall'imbarazzo, notando solo quando mi girai verso di lui, che aveva tenuto la mano sugli occhi, fino a quel momento.

<<Puoi guardarmi James, sono vestita.>> Non mi credette al cento per cento, infatti esitò sbirciando tra le dita prima di togliere completamente la mano, non ero un che era bello baciare, né una di cui ci si poteva fidare. Bello, mi complimentai da sola. Sereno di non vedere nulla di troppo dal normale, mi sorrise pronto a dirmi ciò per cui era entrato, ma nel giro di pochi secondi il suo volto si rabbuiò.

Double AttractionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora