WAYNE
Quella notte non avevo dormito niente e quella mattina passai una mezz'ora buona sotto il getto gelido della doccia, cercando di tenere attiva la mente e risvegliare il corpo. Ma non riuscii a togliermi di dosso la rabbia e quella sensazione di inquietudine che mi portavo in corpo.
In quel momento io ero sotto la doccia del mio bagno, in casa mia mentre la mia famiglia era chissà dove, tenuta in ostaggio da dei bastardi che mi odiavano. Il pensiero che fosse accaduto tutto per colpa mia mi stava lacerando dentro, fino a ridurre in cenere ogni minima parte del mio essere.
Nella mia testa, nel mio animo e nel mio cuore vigeva un incendio di rabbia e odio nei miei stessi confronti che bastava a tenermi sveglio, attivo, a non darmi tregua neanche per un secondo.
Per questo avevo passato tutta la notte a riguardare quel dannato video che mi faceva male, un male cane ma mi andava bene anche soffrire pur di vederla, di guardarla e cercare in lei la forza che io stavo scoprendo di non avere.
Quella donna era indistruttibile, aveva penato per anni, aveva subito ingiustizie inaudite ed era comunque riuscita a diventare una donna incredibile e una madre impeccabile. L'avevo sempre giudicata male quando in realtà era l'unica persona che fosse riuscita a suscitare in me un senso di invidia.
Invidiavo la sua capacità di accusare ogni colpo e continuare.
Invidiavo la sua forza.
Spesso e volentieri in quei giorni iniziai a chiedermi se fossi davvero degno di starle accanto, se forse non fosse stato meglio che la lasciassi a qualcuno di migliore di me, ma poi il senso di fastidio che mi pervadeva al solo pensiero della mia famiglia con qualcuno che non fossi io, mi mandava in bestia.
Non ero degno di lei, ma nessun altro l'avrebbe mai amata come l'amavo io.
Uscii dalla doccia e mi legai ai fianchi un asciugamano mentre con uno più piccolo mi strofinai i capelli, asciugandoli grossolanamente per poi gettarlo nella cesta dei panni sporchi e guardarmi allo specchio.
Erano giorni che non mi facevo la barba, sia per il poco tempo che avevo e sia per le mie priorità che erano completamente cambiate. Non ero più io al centro dei miei pensieri, e forse non lo ero più da un bel po' di tempo.
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<<Piano, fai piano.>> La guardai con rimprovero e lei mi sorrise furbamente. <<Juliette.>> La richiamai allora. <<Oh santo cielo, calmati Wayne.>> Ridacchiò mentre si rigirava tra le mani il mio rasoio, avvicinandomelo alla guancia. <<Sono calmo, soltanto non voglio essere sfregiato.>> Quella donna con una lama in mano era preoccupante. Quando la appoggiò alla mia giuancia e iniziò a scendere, le poggiai le mani sulle cosce e le strinsi. Per riuscire ad arrivare alla mia altezza si era seduta sul lavandino.
<<Beh peggio per te sai? A noi donne le cicatrici sul viso piacciono, fanno più uomo.>> Rise mentre picchiettava la lama nel lavandino, sotto il getto dell'acqua per togliere la schiuma intrisa di peli, e tornare a rasarmi la barba. <<Non ho bisogno di uno sfregio sul viso per essere più uomo.>> Ribattei e la osservai, concentrata a fare il suo lavoro per bene, con gli occhi assottigliati e i denti affondati nel labbro inferiore. A quella vicinanza riuscivo ad osservare tutte le varie sfumature del verde smeraldo dei suoi occhioni da cerbiatta, erano così tante che, se solo ne fossi stato capace, avrei voluto prendere spunto per colorarci una tela e aver modo di poterli osservare anche quando lei non c'era.
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Double Attraction
Romantiek⚠️QUESTO LIBRO È IL QUARTO DI UNA SAGA, I PRIMI TRE LI POTETE TROVARE SUL MIO PRIMO PROFILO: sofiacuofano⚠️ Juliette è una ragazza che si era ritrovata a dover sopravvivere già dall'età di sei anni quando a malapena riusciva a dire il suo nome, avev...